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50mila cinghiali nel Ternano. In 4 anni danni all'agricoltura per 650mila euro. Orvieto il territorio più danneggiato

martedì 18 luglio 2006
Ammontano a 650 mila €, in Provincia di Terni, i danni dovuti ai cinghiali negli ultimi quattro anni: 88 mila nel 2002, 154 mila nel 2003, 139 mila € nel 2004 e 269 mila circa nel 2005. I danni risarciti sono stati invece pari ad oltre 517 mila €: 79 mila nel 2002, 102 mila nel 2003, 103 mila nel 2004 ed oltre 233 mila € nel 2005. Lo scorso anno si è registrato un rilevante incremento dei danni in quanto la specie è risultata pressoché triplicata". Lo ha dichiarato l'Assessore alla Caccia Pelini nel rispondere al dibattito sollevato da una mozione presentata dal Capogruppo di AN al Consiglio provinciale Mario Montegiove, riguardante appunto i danni causati dai cinghiali all’agricoltura. Sulla base delle risorse finanziarie trasferite alla Provincia dalla Regione, che si sono dimostrate insufficienti rispetto agli scorsi anni - ha ancora spiegato l'Assessore - è possibile liquidare solo il 47% dei danni ammessi a finanziamento, mentre nelle scorse annualità è stato coperto il 100% dei danni. "Siamo al limite - ha affermato tra l'altro l’Assessore - secondo stime attendibili i cinghiali presenti in provincia ammontano a 50 mila esemplari, contro un peso sopportabile pari a 12 mila capi. Di qui la necessità di prevedere azioni di contenimento più massicce ed investimenti più consistenti sulla prevenzione”. Proseguendo nella sua illustrazione l’Assessore Pelini ha riportato alcuni dati interessanti: le colture che hanno subito maggiori danni sono state il mais, l’uva, il girasole e il grano, seguiti da foraggi, nocciole ed avena; il territorio comunale che ha subito maggiori danni è stato quello di Orvieto (129 mila € in 4 anni), seguito da Narni (83 mila €), Amelia (53 mila €), Acquasparta (45 mila €) e San Venanzo (42 mila €), chiudono la classifica i territori comunali di San Gemini con 1.250 € e Polino con 0 €; il periodo in cui si sono verificati danni più consistenti è il mese di settembre, seguito dalla seconda quindicina di agosto e di luglio; i danni causati al patrimonio zootecnico si aggirano intorno al 10% del totale, con un aumento consistente nel 2005. “La situazione è preoccupante - ha proseguito Pelini. - All’apertura della caccia a questa specie la maggior parte dei danni si è già verificata. Occorre prendere seriamente in considerazione la possibilità di programmare battute selettive anche nel mese di agosto nei territori destinati alla caccia programmata”. Vista la complessità dell’argomento e la necessità di ricercare proposte urgenti e condivise, il Consiglio provinciale ha demandato alla 2^ Commissione il compito di programmare incontri con le categorie interessate e di stilare un documento che contenga indicazioni e proposte operative.