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Franco Raimondo Barbabella: "Noi rifiutiamo i posti, loro i progetti politici"

lunedì 3 giugno 2019
Franco Raimondo Barbabella: "Noi rifiutiamo i posti, loro i progetti politici"

Parla di "accordicchi, occasioni perse e progetti sfumati", l'ormai ex candidato sindaco Franco Raimondo Barbabella, alla luce dell’esito della prima settimana "post-primo turno", quella che avrebbe dovuto portare a delineare gli eventuali accordi per il ballottaggio di domenica 9 giugno.

Dopo le uscite di Roberta Tardani e Giuseppe Germani, la settimana si è aperta lunedì 3 giugno con la conferenza stampa di Franco Raimondo Barbabella che, insieme ad altri rappresentanti delle liste che lo hanno sostenuto ("Prima gli Orvietani" e "Orvieto 19to24"), ripercorre il suo percorso elettorale.

"Quando ho visto che all'avvicinarsi dell'appuntamento elettorale si replicavano le logiche di sempre - ha spiegato - ho deciso di candidarmi a sindaco. Intorno a me è nata una coalizione, un'operazione civica che ho vissuto come una grande cosa,32 persone sono divenute un corpo unico, un esempio di 'riforma' del modo di fare politica al servizio dei cittadini".

"La nostra - ha aggiunto - non è stata soltanto un'esperienza elettorale, ma un progetto di idee e strategie innovative che ha raggiunto oltre il 17%, ben 2007 voti. Un risultato che ha indicato una possibilità che la città desiderava ci fosse. Cosa è successo dopo? Ci siamo posti come gruppo civico, ragioneremo con chi vorrà ragionare su metodo e su prospettive politiche di rinnovamento. Siamo stati diversi dall'uno e dall'altro schieramento. Abbiamo voluto collegare l'operazione Orvieto con l'operazione Umbria, tra poco ci saranno le Regionali. È ora che noi colleghiamo le nostre prospettive ad operazioni più vaste. Due schieramenti vanno al ballottaggio. Che fare? Qualcosa di coerente con la nostra impostazione".

Poi, i chiarimenti sul percorso: “Abbiamo iniziato a ragionare con Germani. Si è fatta viva anche Tardani, ma il discorso è presto finito. Germani ha proposto un accordo, noi volevamo l'apparentamento. Ovvero un progetto che si condivide insieme, un collegamento, una reale prospettiva politica. Ci hanno proposto alcuni assessorati non meglio definiti, noi abbiamo detto: 'Non ci interessa'. A che e a chi serve un accordicchio? A noi no!”

"Abbiamo fatto una bellissima esperienza politica - ha proseguito l’ex candidato sindaco -. C'è chi scrive favole e canzoncine in rima, c'è chi si esercita in appelli antifascisti. Dovrebbe rivolgersi a Germani e al Pd e ai suoi problemi interni, noi rifiutiamo i posti, non il progetto politico. Poteva esserci un'intesa politica. Ho messo sul tavolo una 'pacificazione' di questa città, almeno su qualche tema come ex ospedale, ciclo dei rifiuti. Invocherò sempre una unità di intenti perché ne tragga intenti positivi. Mi batterò fino alle fine per affermarlo".

Sul futuro elettorale, Franco Raimondo Barbabella ha le idee chiare: "Avremo due raggruppamenti: puramente destra e puramente sinistra. L'apparentamento con 'Bella Orvieto' indica le logiche che erano all'origine di tutto, noi siamo un'altra cosa. Chi vuole sceglierà. Per me è impossibile e non voglio dare indicazioni. Solo alla mia coscienza".

Ultimi passaggi sul futuro imminente. "Chi ci ha votato - ha evidenziato Barbabella - l'ha fatto per un'esigenza di libertà e di cambiamento profondo. Non tradiremo chi ci ha dato la fiducia. Se vince Germani, sarò solo in consiglio comunale. Se vince Tardani, saremo in due. Ma rappresenteremo i 2007 cittadini che ci hanno votato e forse anche chi non l'ha fatto. Partivamo da condizioni difficili, i simboli contano nelle vicende politiche. Noi ci siamo inventati un progetto.

Stare poco sotto il 20% non è un risultato di poco conto. Dopo il 9 giugno metteremo in piedi un'organizzazione alla quale inviteremo i cittadini a partecipare perché vogliamo che abbia continuità il nostro progetto. Faremo in modo di essere presenti alle Regionali senza abbandonare chi ci ha scelto”.

E sul voto, per Barbabella la libertà è sacrosanta: “Non siamo un partito, i cittadini che ci hanno votato sono liberi da condizionamenti. Non possiamo dare indicazioni, sarebbe improprio e sbagliato. Tradiremmo la nostra natura di “soggetti civici”, a-partitici non a-politici. La città è plurale, ma non si assoggetta a sistemi di potere chiusi. Diamogli un senso! Non è finita la politica, chiunque vinca!".