Orvietani pronti a godere con gli occhi nel giorno della 1000 Miglia

Sono in molti a chiedersi il perché del successo riscosso ogni anno dalla rievocazione della 1000 Miglia. Un successo dovuto, forse, al testimone tramandato di famiglia in famiglia, da padre a figlio, fino dai tempi in cui gli italiani, con la stragrande maggioranza a muoversi ancora su scarpa, facevano chilometri su mezzi fra i più disparati pur di non mancare al passaggio delle vettura da corsa dell’epoca. Alla cui guida c’erano piloti forti e coraggiosi con il chiodo fisso di spingere sul pedale dell’acceleratore, duro anche quello, come del resto i comandi dello sterzo, del cambio e dei freni. A monte, c’era stata la genialità, tutta italiana, di quattro bresciani amanti delle competizioni (Franco Mazzotti, Aymo Maggi, Giovanni Canestrini e Renzo Castagneto), ideatori delle regole e del percorso, un “otto” lungo 1.600 chilometri, pari a 1000 Miglia.
L’incontro, decisivo per mettere nero su bianco, si tenne a Milano nel dicembre 1926. Tempo tre mesi e il 27 marzo parte la prima edizione. Suscettibile di modifiche ma comunque a due tappe: Brescia – Roma e ritorno su un tracciato diverso. Gli orvietani (la città del Duomo non era sul tragitto originale) erano soliti seguire la gara nella tappa di ritorno, sul tratto compreso tra Viterbo e Radicofani. A Viterbo era previsto un controllo orario con la possibilità di vedere da vicino le macchine e i guidatori. Altre zone preferite quelle prospicienti il Lago di Bolsena, San Lorenzo Nuovo, Radicofani per la presenza di una salita molto spettacolare. Era “corsa” a tutti gli effetti, con i piloti al volante per 800 chilometri a tappa impegnati a fare i conti con gli orologi dell’epoca. Vinceva la macchina che impegnava minor tempo; una maxi-cronometro vera e propria.
A imporsi, nella prima edizione, l’O.M. 665 Superba di Nando Minoja e Giuseppe Morandi. Sono loro a trionfare, tagliando il traguardo di viale Venezia in 21 ore, 4 minuti e 48 secondi con una media di 77,238 km/h a precedere le Lancia Lambda. D’entrambe sarà possibile esemplari originali o simili domani, in piazza Duomo o lungo le strade del centro storico a partire dalle 09.00 circa. Altrettanto visibile la Mercedes-Benz 300 SLR #722 di Stirling Moss e Denis Jenkinson che detiene il record assoluto della gara con i 1.592 km percorsi in 10 ore, 7 minuti e 48 secondi a 157,650 km/h di media.
La 1000 Miglia rappresenta l’emblema per il successo dell’auto nel mondo. Una passerella imperdibile per le case automobilistiche dei vari continenti. Almeno per i modelli prodotti fino al 1957, anno dell’ultima edizione corsaiola della cosiddetta Frecciarossa. Orvieto può considerarsi fortunata per essere parte di questo privilegio. Teniamoci pronti a non far mancare un applauso a qualche centinaio di cittadini del mondo (gli equipaggi sono 424).
Tazio Nuvolari Ferrari 166 SC 1948

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