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Orvietana, Severino Capretti cerca le tessere del puzzle che potrebbero servire

mercoledì 28 maggio 2025
di Roberto Pace

Al Muzi, è molto difficile trovare chiusa la porta della sede biancorossa (prima squadra). Non c’è troppo andirivieni, ma, a presidiare ci sono i due direttori unitamente a Rebecca, perno importante oramai acquisito del team. Stranamente, Severino Capretti non ha il telefono incollato all’orecchio. Presumibile, un caso isolato per questo signore arrivato anni fa,  sbarbatello o quasi, condotto a Orvieto da Fabrizio Mortolini, altro pezzo importante dell’ultimo quarto di secolo della storia biancorossa per aver avuto un’influenza importante sui capitoli più significativi.

Un vero amico dell’Orvietana, latore di eventi importanti quale il Top 11 nella nostra città  e mossiere capace  nell’occasione del cambio di marcia per la conquista della salvezza nel primo anno dell’attuale ciclo in Serie D. Con Severino partiamo proprio da quanto accaduto in questa stagione nel mese di dicembre, mese di solito contrassegnato da arrivi e partenze che non hanno interessato l’Orvietana:
"La spiegazione è abbastanza semplice. Proprio in quei giorni e momenti abbiamo realizzato che il gruppo costruito in estate andava bene così e non c’era la necessità di stravolgere nulla com’era successo negli anni precedenti. I fatti c’hanno dato ragione ed eccoci pronti a ricominciare non senza aver prima ringraziato per la fiducia il Presidente, senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile".

Penso, sia stato altresì importante, il lavoro di squadra per la squadra scusandomi per il gioco di parole:
"E’ fuori di dubbio. Abbiamo lavorato come un team vero, nel rispetto dei ruoli e delle competenze secondo i rispettivi incarichi. Devo dire che tutti hanno dato il loro meglio, ma che, ritengo l’insieme sia stato meno complicato per la grande disponibilità del gruppo squadra nel seguirci.  Difficile, direi impossibile, trovare degli appunti da fare allo staff tecnico, medico e a tutti i giocatori".

Si riparte, facendo tesoro di quanto dicevi, con Antonio, Enrico, Giulio, Mirko,  Lorenzo , Michele, Salvatore, Ludovico. I giocatori, invece, potrebbero non essere tutti gli stessi:
E’ cosa abbastanza normale. Se accadrà che e qualcuno trovi situazioni più importanti e confacenti con la vita e la carriera saremo i primi a congratularci, anche con noi stessi, perché era ciò che volevamo. Il target dei possibili nuovi sarà sempre il solito e riguarderà la persona, le motivazioni, lo stare bene in una realtà come quella di Orvieto, oltre, naturalmente, alle capacità tecniche”.

Per quanto le notizie, in questo periodo, possano essere credibili, Matteo Panattoni e Francesco Fabri parrebbero i più gettonati per spiccare il salto. Vero?
"Credo sia abbastanza normale. Matteo si porta dietro un tesoretto da 18 reti, Francesco, con il girone di ritorno che ha fatto non poteva sfuggire a qualche richiesta importante. Come dicevo prima saremo i primi a congratularci con loro e, almeno  intimamente, ci prenderemo qualche merito".

Il Presidente, Biagioli, ha chiesto qualcosa in più rispetto alla salvezza? 
"Il Presidente è persona oramai navigata nel calcio e che sa stare con i piedi a terra. La salvezza tranquilla, l’aggettivo va sottolineato, è quanto c’ha chiesto. Poi, si vedrà cammin facendo".

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