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Emiliano Menichetti, quando il calcio può fermare il tempo

venerdì 22 settembre 2023
di Roberto Pace

Siamo circa a metà della seconda parte degli anni ’90. L’Orvietana, allora allenata da Massimo Frellicca, gioca in trasferta a San Secondo, frazione di Città di Castello. Frellicca ha problemi di organico e, per quel giorno, “ruba” due ragazzi della Juniores. Sono, Emiliano Menichetti e Gigi Grassini, entrambi vicini, classe 1979, ai 18 anni. Arbitro della partita è Paolo Tagliavento che è agli inizi di una carriera fantastica. Al tecnico orvietano piace puntare sui giovani: li manda in campo nel secondo tempo. Settembre 2023: la Pro Ficulle, prima categoria umbra, ha, nella rosa, un giovincello che conta 44 primavere che diventeranno quarantacinque all’inizio del prossimo anno.

Si chiama Emiliano Menichetti. Da quella domenica, a San Secondo, sono trascorsi oltre cinque lustri. Caso, non unico, quanto raro, perché, nella stagione appena iniziata, non recita il ruolo di comparsa. E’ titolare e, fino ad adesso, è stato sempre presente, salvo un’assenza per residuo di squalifica. Che, ad onor del vero, per uno come lui non è una novità. Emiliano è stato e rimane un lottatore, Gattuso alla prima maniera, abituato a ringhiare, come a fornire consigli utili ai compagni più giovani. “Forse, adesso, strillo un po’ più di prima. Parecchi ragazzi, calcisticamente sono timidi e vanno incoraggiati.

Lo faccio a modo mio, ma vedo che mi ascoltano. Alle volte capita di esagerare, anche con gli arbitri e mi sono abituato a pagarne le conseguenze”. Ciò non gli ha impedito, in carriera, d’essere conteso da più società, per carisma, corsa i quantità industriale e, naturalmente, bravura. Ha vestito le maglie di Orvietana, Deruta (trasferimento contestato che lasciò tanti sportivi con l’amaro in bocca), Todi, Vigor Acquapendente, Macchie di Amelia (allenatore Riccardo Zampagna), Federico Mosconi, Guardea, Romeo Menti, Ciconìa e Pro Ficulle.

Sotto il Monte Nibbio è arrivato per amore di Chiara, che di cognome fa Barbini. Hanno due splendide bambine, Alba e Olivia. Quando è con loro si scioglie, trasformandosi nell’esatto contrario di ciò che è in campo. Aveva, quasi, deciso di attaccare le scarpette al chiodo. Ma è un generoso e non ha resistito alle pressioni della comunità. Sarà la sua ultima stagione? Nessuno può dirlo. “ Fisicamente sto bene e riesco a tenere il passo, forse, aiutato dai ritmi attuali della categoria, un po’ più bassi di quelli cui ero abituato”. Longa vita Emi e appuntamento per festeggiare i quarantacinque.

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