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L'Orvietana conta su Endurance che significa resistenza

mercoledì 8 febbraio 2023
di Roberto Pace

La Repubblica Italiana conta meno di venti soggetti registrati con il nome Endurance. Il balzo in avanti è recente, dal momento che, fino a pochi anni addietro erano solamente due. Uno dei quali umbro, nato e cresciuto a Perugia, adesso giocatore in forza all’Orvietana. Di cognome fa Omohonria, si è formato calcisticamente nelle giovanili del Perugia, per poi iniziare un più che onorevole percorso in Serie D, con tappe intermedie a Montemurlo, Mantova, Avellino, Portogruaro.

Endurance, tradotto in italiano sta per "resistenza", in senso molto lato. Dalla capacità di esercitare se stesso a rimanere attivo per tempi più lunghi del normale, a quella di resistere e recuperare con intervalli oltremodo rapidi, di essere immuni ai dolori per traumi, ferite e fatica. Di tutto un po’, insomma. A decidere per il nome sono stati babbo Amos e mamma Tina:
"La mamma, in particolare, religiosa e praticante, aveva già stabilito che, il primo figlio dovesse avere la possibilità di far conto su tali qualità. Oggi, posso dire che è stata una veggente bravissima. Quelle doti rappresentano molto bene la mia personalità".

Il prossimo aprile compirà 24 anni, è molto vicino alla Laurea in Scienze Motorie, non ha mai rifiutato un’attività extracalcistica, con l’intento di dare una mano alla famiglia. Lo scorso anno è riuscito a collegare con successo, studio, calcio e un lavoro da operaio. Quest'anno, dipanare la matassa è un pochino complicato:
"La Serie D toglie spazio a studio, famiglia e affetti, per questo sto provando a organizzarmi. Per i miei genitori, cooperare è il minimo potessi fare. Adesso siamo in cinque, dopo l’arrivo di mia sorella e mio fratello".

Della carriera, il cui grosso è ancora tutto da scrivere, ricorda con piacere le stagioni trascorse a Mantova e Avellino, alle dipendenze di Cioffi e Bucaro, allenatori dei quali non dimentica i preziosi consigli. In special modo Cioffi, per averlo spronato a dedicarsi a più ruoli, facendo leva sulla rapidità. A Piancastagnaio, nell’ultima partita, si è visto un super Endurance, preannunciato, peraltro, da prestazioni sempre più in crescita.

Subito padrone della fascia sinistra ha scombussolato i piani della Capolista:
"Era un po’ che non giocavo e volevo dimostrare d’esserci anche io. Come faccio, del resto, tutta la settimana. I nuovi arrivi e il conseguente posizionamento degli under mi avevano precluso più di una possibilità di essere impiegato dal primo minuto, quindi, quando ho l’occasione cerco di dare sempre il massimo per stare in campo il più a lungo possibile. Poi, sono stato impiegato nel ruolo da me preferito. L’esterno alto è il ruolo più naturale, perché posso tener palla o andare all’uno contro uno, com’è nelle mie caratteristiche. Ho ancora molto da imparare, però, mi sono divertito".

Effettivamente, gli sportivi orvietani hanno dovuto attendere un po’ per vedere il vero Eddy, così lo chiamano tutti i compagni. Complici, forse, le difficoltà per l’assemblaggio della rosa e la sua duttilità allo svolgere compiti diversi, stava rischiando di trasformarsi in turafalle:
"All’inizio sono stato provato e impiegato in più ruoli. E’ chiaro come, in alcuni ci si possa adattare meglio, esempio terzino, in altri un po’ meno. Credo, però, di poter dare il migliore contributo alla squadra nel ruolo di esterno alto".

Ogni ragazzo, avvicinandosi al gioco del calcio, tiene uno o più sogni nel cassetto. Strada facendo, fermi restando il piacere e la passione, cambiano le prospettive:
"Solo l’inizio è uguale per tutti. Poi, oltre le qualità, possono intervenire molti altri fattori. Ad ogni modo il sogno resta e si continua nella speranza possa realizzarsi. Bisogna lavorare, cercando di migliorare le proprie performance e avere un obiettivo. Penso a un tesseramento da professionista".

Adesso, le attenzioni sono tutte per l’Orvietana. Intento minimale restare fra le prime sedici e limite superiore irrompere fra le migliori dodici:
"Abbiamo trovato un’identità di squadra e ci stiamo provando in tutte le maniere. In allenamento andiamo e diamo sempre il massimo. E’ ciò che serve e va fatto, cercando di salire il più in alto possibile".

Squilla il telefono. Sul display c’è scritto Maddalena e al richiamo del cuore è difficile resistere:
"Stiamo insieme da una trentina di mesi e tutto funziona a meraviglia".

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