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Alvaro Arcipreti: "Così uniti potremmo anche farcela"

lunedì 22 novembre 2021
di Roberto Pace

Quindici giornate, trentotto punti, il bottino dell’Orvietana nei primi 1350 minuti. Grazie ai quali la squadra biancorossa guida la classifica del campionato d’Eccellenza e cinque lunghezze di vantaggio sulla più immediata inseguitrice. Il peso specifico in crescita riconduce ad Alvaro Arcipreti, tornato a Orvieto per fare bene, diversi anni dopo la felice esperienza conclusa con l’approdo dell’Orvietana ai play off della serie D. "Fermati qui – m’interrompe – si vinca o si perda, meriti e demeriti vanno sempre suddivisi tra i vari attori. In questo caso non mi sento e non voglio essere unico protagonista".

Il traguardo è ancora lontano, però, a due giornate dal giro di boa...
"Questo è vero. La squadra sta andando veramente bene, non dico al disopra delle aspettative, ma è la regolarità la sua vera forza. Abbiamo un allenatore capace, alla guida di un gruppo che non poteva essere più omogeneo per affinità, capacità oltre alla mentalità vincente, difficile da riscontrare anche nella mia storia personale che è piuttosto lunga”. Arcipreti, in passato, oltre che a Orvieto, ha vinto campionati importanti, due dei quali a Perugia cui vanno aggiunte le affermazioni a San Benedetto del Tronto e Umbertide che è casa sua: “Altre situazioni, altri contesti. Quello attuale mi riporta a quanto fece la Sanbenedettese, vera macchina schiacciasassi”.

Cos’hai trovato di diverso a Orvieto, a distanza di oltre un decennio?
“L’ambiente somiglia molto a quello precedente. Noto il risveglio di un certo entusiasmo nel pubblico e una sostanziale differenza nelle persone con le quali collaboro. Il Presidente Biagioli, lo dico senza timore d’essere smentito, svolge il suo compito in maniera unica, la migliore, secondo il mio giudizio, da quando sono nel mondo del pallone. Luciano Petrangeli, suo più stretto collaboratore, è anche un amico e ciò basta e avanza. Di Ciccone ho già detto e mi ripeto, è un tecnico veramente capace che è stato molto bravo anche nello scegliere i propri collaboratori, secondo, preparatore, staff medico ecc. Gli altri, Pacetta e Zio Elio, oltre a Massimo Porcari, già li conoscevo e non sono una sorpresa. Se vogliamo parlare di sorprese, la più piacevole e positiva è la scoperta di Giuliano Cioci nel ruolo di direttore sportivo. Ci conosciamo da anni ma è la prima occasione nella quale condivido, con lui, la gestione della squadra. Conosce il calcio meglio di tanti altri, sa come e quando intervenire oltre a saper ascoltare. Viviamo la stagione in perfetta simbiosi. Un figlioccio che mi tengo stretto e, insieme al quale, ci stiamo divertendo. E non dimenticare che anche l’amicizia è uno degli ingredienti indispensabili per provare a vincere qualcosa”.

Torniamo al gioco giocato. Avere la miglior classifica, la difesa meno battuta e l’attacco più prolifico sembrerebbe non bastare a quelli che chiedono rinforzi.
"Faccio solo un esempio, il più possibile esaustivo. A Bastia, senza Greco infortunato, avevamo in panchina Flavioni, Keita e Di Patrizi, giocatori che farebbero la felicità di molti allenatori. C’erano, anche, Perquoti e Barbini, che troverebbero posto in ogni squadra d’Eccellenza. Detto questo, continuando così le cose nelle partite più prossime, non staremo certo a guardare. Ne ho già parlato con il Presidente, trovando piena sintonia e informato l’allenatore. Abbiamo già fatto i nostri passi, in modo da trovarci pronti per eventuali bisogni. Per adesso ci sono gli attuali che ci hanno condotto a questo punto e meritano la nostra massima stima e considerazione”.

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