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Fabio Fapperdue tra pallone, verde e Maddalena pensa alla trasferta di domenica

sabato 25 settembre 2021
di Roberto Pace

"Facile vincere per voi dell’Orvietana. Ne avete uno, il numero sei, che Fapperdue!”. E’ la battuta, consumata, che da diversi anni accompagna Fabio Fapperdue, il centrale d’esperienza arrivato, quest’anno, all’Orvietana: “ Eh, sì. Ormai, da molti anni, mi sono abituato. Mi auguro possa servire a continuare così, come stiamo facendo e non rimanga soltanto una storiella”. Fabio, trentanni da poco compiuti, nasce a Fiesole, ma, nelle vene ha sangue etrusco: “Sono nato in toscana, in quanto, mio padre si trovava lì per motivi di lavoro. Già da ragazzino, sono tornato a Viterbo”. Il calciatore nasce, quindi, nel cuore della Tuscia laziale: “Ho iniziato lì, dalla Scuola Calcio, percorrendo tutta la trafila, come succede a tanti”.

Quand’è che hai deciso saresti diventato un calciatore: “Seguivo la Viterbese la domenica ed ero nel periodo della juniores. Una domenica, assistendo a una partita, mi soffermai sul capitano di allora, mio idolo della gioventù e, guardandolo, decisi, dentro di me, che quella fascia, un giorno, sarebbe stata la mia”. La profezia si rivelò esatta. A diciotto anni arriva l’esordio, in serie D, con la maglia gialloblù. Con i colori della sua città disputa cinque campionati.

Quattro in serie D, l’ultimo in Eccellenza. Quello della retrocessione fu il periodo peggiore, passato attraverso un fallimento societario. Ma lui, il capitano, non abbandonò la nave: “Non potevo farlo. La Viterbese era la mia vita e non mi sentii di abbandonarla in un momento di difficoltà” La decisione fu molto apprezzata. Fabio era già nelle grazie dei tifosi e la prova di fedeltà rincarò la dose di popolarità. Col suo contributo i gialloblù tornarono, dopo un anno, nella serie superiore e, solo allora, a missione compiuta, scelse di provare altre strade. Nel 2014 lo troviamo a San Benedetto del Tronto. I

l Presidente era Gianni Moneti, di nuovo accostato di recente alla società rossoblù, con Alvaro Arcipreti direttore sportivo: “E’ lì che conobbi il nostro attuale direttore, che ritrovai, successivamente, a Foligno. Mi colpì per la sua competenza e il modo diretto nel gestire altre situazioni. Lo considero un professionista e, con lui, ho sempre avuto un ottimo rapporto. Nella riviera delle palme si ferma un anno. Si nota, dal suo curriculum, come le permanenze in una città, siano di una o parecchie stagioni.

Pare non conoscere vie di mezzo: "E’ vero. Ma è dovuto solo al fatto che, non sempre, i club siano bene organizzati e rispettino i programmi. Non sono un piantagrane, per intenderci. Però, a mio parere, la struttura della società e l’organizzazione contano parecchio”. Scusa. Anche se ti trovi qui da poco tempo Orvieto come la collochi: “Fra quelle messe bene. Esistono delle ambizioni e, quanto all’organizzazione niente da ridire Poi, il clima creatosi è stato subito quello giusto. Sono soddisfatto”. Per due campionati, o quasi, gioca con la maglia del Foligno.

In seguito, prima di prendere la strada verso l’Amiata e la Pianese, sposa Martina, dolce metà. A casa Fapperdue è arrivata, da un anno circa, Maddalena, prima figlia: "E’ ancora piccola, ha solo un anno. Ne sono innamorato. Un’esperienza bellissima”. Fabio ha un rapporto particolare con il verde. Calca il manto dei campi sportivi la domenica, occupandosi di manutenzione del verde negli altri giorni: “Con mio fratello abbiamo un’impresa. E’ un lavoro cui sono molto affezionato. Lo pratico con piacere, ho sempre amato la campagna e stare in mezzo al verde. Dopo Maddalena (e la consorte), non saprei cosa scegliere, tra calcio e professione”. A conferma, ha acquistato una casa in campagna, sulla Strada Romana, dove trascorre, volentieri, il tempo libero. Siamo a poche ore dalla trasferta di S. Maria degli Angeli.

L’Angelana ha quattro punti e una difesa tra le più battute del girone. Il nostro centrale, dopo cinque partite, avrà già “pesato”, campionato e avversari: "Nella categoria ho disputato un solo campionato. Ritengo, però, sia un torneo nel quale nulla vada mai dato per scontato. Ogni partita fa storia a sé. Quello che sento dire e che ripeto, sempre, ai miei compagni, è l’entrare in campo, sempre con la mentalità che ci ha accompagnato finora. E’ la nostra forza, unitamente alla concentrazione e alla volontà di non mollare, su nessun pallone e in ogni momento della partita, perché, appena abbassi la guardia gli avversari ti puniscono”.

Dall’esterno, sembra che, gli altri ragazzi stiano facendo tesoro di questi consigli: “Sì, ed è stata una piacevole sorpresa. Per mia esperienza, in ogni gruppo c’è sempre qualcuno che va fuori dalle righe. Qui, invece, ho trovato tutti, pronti ad ascoltare i consigli, come, del resto, quelli dell’allenatore. Io, cerco di mettere a disposizione del gruppo quanto appreso nei miei anni di carriera e, mi fa piacere, il modo in cui seguono”. In campo, dal tuo punto d’osservazione, riesci a vedere tante cose. "Vedo una squadra con la tendenza a non far giocare gli altri, che, fino a che ne ha, da tutto. Dobbiamo cercare di proseguire su questa strada. Non sarà sempre possibile, il fisico ha i suoi limiti, però dobbiamo uscire sfiniti dal campo. Tenendo presente che, in panchina, abbiamo ragazzi altrettanto validi, sui quali poter contare”.

A impedirci di giocare, ha provato anche il Lama, nella partita di mercoledì: “Hanno provato, ma, a differenza di loro, siamo in grado di giocare anche se siamo sotto pressione. Mercoledì abbiamo avuto un leggero calo fisico, cosa normale con due partite molto vicine, il caldo e le dimensioni del nostro campo. Da altre parti, non è così. Siamo stati bravi a tenere il risultato e tenere, il Lama, sufficientemente distante dalla nostra porta”. E che mi dici della trasferta che c’aspetta: “Il nostro mister è molto scrupoloso e, ogni settimana, prepara la gara successiva nei minimi dettagli.

Vale quanto detto – dobbiamo starci con la testa – fattore cui attribuisco il novanta per cento quanto a importanza. Con la giusta mentalità possiamo far nostro il risultato”. Hai già accennato al Muzi, domenica, al Maratona, non dovremmo aver problemi con le dimensioni del campo, come accaduto a Massa Martana e Branca: “Il campo largo ben venga. Per il nostro modo di giocare gli spazi larghi si fanno preferire”. Non guasterebbe un gol di Fapperdue, il quale, in passato ne ha fatti diversi: “Ci sto provando. Ho mancato qualche occasione, riproverò di sicuro”.