sport

Rocco Guazzaroni: "Orgoglioso di vestire questa maglia"

giovedì 9 settembre 2021
di Roberto Pace

Di nome Rocco, il cui onomastico si festeggia il 16 agosto. Rocco ha origini celtiche e significa “Alta statura”. Caratteristiche non troppo in linea con quelle di Guazzaroni il guastatore, inventato nel ruolo da Gianfranco Ciccone. Così l’ha voluto chiamare la mamma, ha una sorella e due nipotini che sono parte integrante della sua vita fuori dal campo. Peccato non esser riuscito a convincere il maschietto a tifare Milan, preferendo affidarsi ai consigli di un amichetto, interista sfegatato. Rocco fa parte della colonia “ternana” in forza all’Orvietana, unitamente a Edoardo Proietti e Francesco Flavioni, il primo da San Liberato, l’altro di Terni capoluogo.

Edoardo, calcisticamente, è nato e cresciuto nella Narnese, Rocco e Francesco nelle fila rossoverdi. Edoardo, dopo la prestazione convincente di Massa Martana, si è meritato il soprannome di “ringhio”, ricordando il Gattuso dei giorni migliori. Francesco, nell’ultima partita, ha segnato la seconda rete, con un numero da prestigiatore che, giura, sia stato proprio voluto. Rocco ha fatto il resto, guadagnando il calcio piazzato da cui è arrivato il primo vantaggio con Greco. Rocco, grande rivelazione del primo scorcio di campionato, ha, appena 23 anni, con una carriera alle spalle già interessante.

Con la Ternana, fino agli Allievi Nazionali, ha pensato in grande, sognando di vestire la maglia rossoverde della prima squadra. Di quella parte di passato ricorda, con stima e affetto, il mister Danilo Lucianetti, adesso responsabile della scuola calcio dell’Olympia Thyrus: “I suoi insegnamenti, le puntuali richieste di precisione, il suo modo di fare, mi sono stati molto utili. Gliene sarò sempre grato”. Archiviata l’esperienza rossoverde, fresco di diploma del Liceo Scientifico poi iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza e adesso in quella di Scienze Motorie, con manovra drastica, simile a quella scolastica, decise di virare verso la Sardegna, non prima di aver saggiato il calcio regionale, con Trasimeno e Todi.

“Mi fu fatta un’offerta che accettai, sapendo che avrei trovato, alla conduzione tecnica, Fabio Fraschetti, allenatore della Nuorese, molto quotato. Il riscontro fu altrettanto positivo. Con lui ho imparato molto, lo ritengo persona fantastica. Con me c’era Francesco (Flavioni). Abbiamo fatto un terzo posto in Campionato e vinto una Coppa Italia regionale. Solo un infortunio, abbastanza grave, quando ero in serie D alla Torres, mi convinse a tornare sulla terra ferma, in Umbria. Dove ho ripreso con l’Ellera, prima di arrivare a Orvieto e giocare uno spezzone di campionato con i Monti Cimini ”. Severino Capretti, ex D.S. dell’ Orvietana c’aveva visto lungo.

Chi dobbiamo ringraziare, per il regalo, noi orvietani?
“Giuliano Cioci. E’ stato lui a cercarmi e convincermi a vestire questa maglia. Posso dire, adesso, di aver fatto la scelta giusta. Qui mi trovo benissimo, c’è un’organizzazione degna di categoria superiore, la Società è disponibile ad ascoltare e accogliere, ove possibile, le nostre richieste”. Ma che bravo il nostro direttore sportivo.

Ma uno come te, abituato a sognare in grande non si sente un po’ ristretto?
“Assolutamente no. Sto bene con i compagni, con l’allenatore e tutto lo staff. Questo mi basta. E quando sei sereno riesci bene anche in campo”.

A proposito questo ruolo di guastatore, con il quale stai conquistando gli orvietani che si chiedono e sperano che il Guazzaroni vero sia quello di adesso, lo avevi già provato?
“Nuovo di zecca. Me l’ha cucito addosso il mister in occasione della prima partita con l’Ellera. C’erano delle assenze cui ovviare e Ciccone ha fatto la sua scelta. Sta andando bene, mi auguro di continuare così”.

Lo scorso anno, prima dell’interruzione, avevi già fatto bene, ma in una posizione diversa. Era quella cui eri maggiormente abituato?
“Allora. Io nasco esterno alto, per poi arretrare fino al ruolo di terzino. In seguito sono tornato verso il centro, giocando da mezzala o play. Ma, ripeto, nella posizione attuale non c’ero mai stato”.

Non c’è alcun dubbio sul come, la scelta di Ciccone, forzata o voluta che sia, non sia stata indovinata. Anche a Massa, hai messo lo zampino sulla rete che ha sbloccato il risultato. Rocco, con i suoi movimenti, sta diventando un problema per tecnici e giocatori avversari.

Chissà che qualcuno, alla fine, non decida per la marcatura a uomo, a tutto campo.
“Non sarebbe un problema. Ho ottimi compagni, in grado di risolvere le partite”.

Orvieto è spesso considerata una periferia dell’Umbria. Voi tre, siete venuti volentieri?
“Mah, non so se la città sia considerata centro o periferia. Sappiamo, invece, bene che l’Orvietana è tra le Società con più storia dell’Umbria e per noi tre, credo di interpretare anche il pensiero dei miei due amici, è un vero onore vestire questa maglia. All’esterno viene considerata una grossa Società”.

Come vedi questo campionato?
“Livellato, come non mai. Noi, però, possiamo dire la nostra. Abbiamo giocato due sole partite, con avversari e in condizioni diverse. Nella prima serviva giocare al calcio, in quella di Massa, per le dimensioni e le condizioni del campo, per l’inferiorità numerica e qualcos’altro, occorreva carattere e non ci siamo tirati indietro. Qualità e quantità stanno andando di pari passo ed entrambi i risultati c’hanno dato ragione”.

Prima di salutarci, posso dirvi che vi trovo un po’ con il “collo lungo”? 
"Eh, anche oggi il prof. c’ha tirato il collo, con un’ora e mezza di lavoro atletico. Ma va bene, molto bene così”.

Fra tre giorni arriva, al Muzi, il Pontevalleceppi, ancora fermo a zero punti. 
“Non facciamoci ingannare dalla classifica. E’ squadra forte e verrà fuori. Dovremo dare il nostro meglio”.