Il presidente Biagioli spiega le ragioni del provvedimento

Il presidente, Roberto Biagioli, tagliando la testa al toro, ha preso la decisione di abdicare al Covid. Almeno le categorie più indifese, come si va ripetendo da più parti, interromperanno, per adesso, il divertimento con il quale s’impara a giocare al calcio. I più grandi, auspice l’età, più responsabili, potranno continuare nel rispetto delle regole. Quanto stabilito dall’Orvietana è un provvedimento, comunque, da rispettare, lasciando il giudizio, in particolare alle famiglie interessate, in merito alla bontà.

Da informazioni raccolte, risulterebbe come, negli ultimi giorni, la partecipazione agli allenamenti abbia subìto un calo notevole e ciò avvalorerebbe la argomentazioni della Società. Il presidente spiega, nel modo che segue, le ragioni che lo hanno portato a decidere per lo stop:

"Innanzitutto, io e altri colleghi orientati come il sottoscritto, prima che presidenti siamo delle persone. Nessuno c’ha obbligato ad assumere la carica, lo facciamo per divertimento costoso ma piacevole quando senti di fare qualcosa di buono per i piccoli di oggi che poi saranno gli uomini di domani, offrendo loro le opportunità per completare, con lo sport, la loro formazione.

C’è sembrato che, adesso, non sussistessero più tali condizioni. La nostra Società ha una grande storia che diventa piccola di fronte alle esigenze di un momento come quello che stiamo vivendo. Abbiamo fatto ogni sforzo per restare all’interno delle regole, come la Scuola per riprendere le lezioni. I problemi che stanno investendo gli Istituti scolastici sono anche i nostri.

La Federazione, proprio in queste ore, ha deciso la stipula di una polizza assicurativa a tutela dei rappresentanti dei Club, con l’intento di tutelarci e dare la possibilità di affrontare con più serenità il periodo. Al tempo stesso, non c’è ancora traccia delle regole per lo svolgimento dell’attività ‘agonistica’ (tornei, campionati ecc.) dei più giovani. Noi, considerato il viavai di decisioni, quasi sempre contrastanti, dell’ultimo mese e mezzo, non ci fidiamo".