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Riccardo Pellegrino saluta, Francesco Simoncini potrebbe fare altrettanto

giovedì 9 luglio 2020
di Roberto Pace
Riccardo Pellegrino saluta, Francesco Simoncini potrebbe fare altrettanto

Orvieto non è più, o almeno così appare, un polo d’attrazione per il calcio. Niente di clamoroso, per carità, anzi, quasi certamente un fatto temporaneo, almeno speriamo, con due esempi a stuzzicare l’attenzione. Riccardo Pellegrino, giovane, o meglio uomo, di cui è impossibile non essere amico, ha fatto le valige per trasferirsi a Bangor, cittadina del Galles settentrionale, rinomata sede universitaria, poco più piccola della nostra città. Francesco Simoncini ma, nel suo caso, siamo ancora al condizionale, anche lui ottimo ragazzo, avrebbe intenzione di andare in Abruzzo per un’esperienza in serie D. Due partenze che, in un certo senso, rendono l’Orvietana più debole.

Perché Riccardo, sempre professionale e con l’immancabile borsa piena zeppa di appunti, aveva utilizzato i quattro anni di collaborazione con il settore giovanile per cucirsi l’abito di referente sicuro e affidabile. Per i più giovani, con i quali riusciva a interfacciarsi da subito e con i più grandi, dai quali aveva appreso, senza mai debordare fuori dal ruolo, costruendosi una buona esperienza. Innamorato del calcio, si era immerso nella professione con serietà e l’obiettivo personale di crescere e di migliorarsi. In un ruolo delicato, dove serve senso di responsabilità, perché ci s’interfaccia con i più giovani e le loro famiglie.

Due anni fa, durante la consueta vacanza in Sicilia, conobbe, casualmente, Hugo Colace, giocatore argentino, cittadino del mondo, poi arrivato all’Orvietana, auspice il suo interessamento. Colace, dopo Orvieto, si era fermato a Bangor, giocando nella squadra locale, arrivata quinta nell’ultimo campionato, la Welsh Premier League, girone centro settentrionale. Adesso che ne è allenatore, dopo l’addio di Pedro Pasculli, ex bomber del Lecce, Hugo non ha dimenticato Riccardo ed ecco la proposta per il trasferimento nel nord Europa. Amicizia a parte, quello di Pellegrino non appare un salto nel buio.

Il Presidente, Domenico Serafino, è italiano della Calabria e, proprio in questi giorni, ha rilevato la Sanbenedettese dall’ex patron, Fedeli, confermandone alla guida tecnica Pablo Montero, vecchia bandiera juventina. Nella rosa dell’ultimo campionato c’erano sette italiani, compreso Francesco Serafino, figliolo del Presidente. Dal classico “in bocca al lupo” a Riccardo al piccolo progetto, in auto costruzione, da parte di Francesco Simoncini. Tornato, calcisticamente, a Orvieto, dopo l’esperienza giovanile nel Valdichiana, si era proposto, alle attenzioni degli sportivi, quale under, fornendo buone prestazioni, in risposta alle frequenti chiamate di Fiorucci.

Un percorso di crescita da perfezionare, con buone prospettive di completamento nella prossima stagione. Come Riccardo, sarebbe attratto, anche lui, dal desiderio di fare nuove conoscenze ed esperienze. Ambizione legittima per un diciottenne, che ha trovato sostegno in un procuratore, con la proposta di trasferirsi al Notaresco, oggi denominato SN Notaresco, dopo la fusione con il San Nicola. Che è, poi, una delle Società nelle quali ha giocato Nacho Tabares, fra i nuovi della costruenda Orvietana.

Notaresco, poco più di seimila anime, una ventina di Km. dal mare di Roseto, ha “rischiato” la promozione in Lega Pro, dopo essere stato a lungo in testa nel girone F della serie D. Il COVID l’ha fermato quando era terzo, a tre punti dalla vetta. Una meteora? Chi lo può dire. Come nessuno, qui da noi, può esprimere giudizi sulla qualità dell’organizzazione che l’SN si è data. Per Francesco è pronto il ruolo di fuori quota, con tutti i valori e le imperfezioni di tale status nella serie D.

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