"Orvieto, luogo dove il dialogo non è solo un metodo, ma un impegno civile quotidiano"

Si è conclusa con una partecipazione straordinaria e con un clima di confronto vivo e costruttivo la 12esima edizione del Festival del Dialogo, che per tre giorni ha animato Orvieto attorno a un tema centrale: la cura, declinata come cura di sé, cura del territorio, cura della sanità. Un’edizione che ha confermato il Festival come uno dei principali appuntamenti nazionali dedicati al dialogo civico e sociale, capace di mettere in relazione istituzioni, comunità, cittadini e professionisti. Una tre giorni intensa, seguita da decine di persone sia in presenza che sui canali digitali, che sarà integralmente disponibile anche su TeleAquesio nelle prossime settimane.
L’ultima giornata, dedicata alla cura della sanità, quella di domenica 16 novembre, ha visto confrontarsi istituzioni, associazioni, professionisti e cittadini su uno dei temi più urgenti per il futuro dei territori. La presidente della Regione Umbria Stefania Proietti ha offerto una riflessione schietta e approfondita sullo stato di attuazione del PNRR in Umbria, riconoscendo limiti e opportunità del percorso in corso. Ha sottolineato come le scelte sulle 23 Case della Comunità non siano più modificabili, ma vadano portate a compimento garantendo efficienza e personale adeguato. "Per Orvieto – ha precisato – i controlli ministeriali non hanno rilevato criticità e la piena funzionalità delle strutture è prevista nel 2026.
Ha ribadito l’importanza della partecipazione, spesso frenata dalla burocrazia, ma fondamentale per progettare servizi efficaci. Per questo motivo ha annunciato una fase partecipativa estesa per la costruzione del nuovo Piano socio-sanitario regionale, auspicando addirittura di “portare il Piano nelle piazze”, coinvolgendo direttamente cittadini e comunità. L’Umbria – ha dichiarato – deve ambire a diventare un “modello scalabile” a livello nazionale: una regione laboratorio, capace di sperimentare innovazioni replicabili altrove.
Davide Proietti ha raccontato la nascita del Comitato Orvietano per la Salute Pubblica, occasione di mobilitazione civica nata dalle criticità del sistema sanitario, sia a livello nazionale – segnato da sottofinanziamento e fuga di professionisti – sia a livello locale, dove Orvieto vive specifiche fragilità territoriali e demografiche. Il C.O.S.P. ha chiesto l’attivazione in Umbria dei Comitati Consultivi Misti, strumenti di partecipazione già presenti in altre regioni, e ha consegnato alle istituzioni un documento di proposte per il nuovo Piano socio-sanitario regionale.
Florido Fratini di PrometeOrvieto ha posto al centro il tema del dialogo come “architettura invisibile” senza la quale qualsiasi riforma rischia di non funzionare. Ha richiamato la necessità di ribaltare l’attuale schema sanitario con l’immagine della piramide rovesciata: devono essere i servizi a muoversi verso i cittadini, non il contrario. Il Punto Unico di Accesso e le Case della Comunità – ha affermato – possono diventare strumenti decisivi per semplificare i percorsi, soprattutto a Orvieto, che si presta come possibile centro sperimentale. Una sanità che cambia, ha concluso, richiede competenze relazionali, ascolto e cooperazione continua con cittadini e associazioni.
Nella parte finale sono state presentate la mappatura regionale delle liste di attesa e le iniziative partecipative che partiranno da gennaio 2026 con associazioni e cittadini. Orvieto è stata indicata come modello regionale di attivazione civica. Particolarmente apprezzati anche gli interventi della direttrice del distretto sanitario orvietano la dottoressa Viviana Nicosia, della professoressa Maria Chiara Giorgi – docente di Storia Contemporanea e autrice del libro “Salute per tutti. Storia della sanità in Italia dal dopoguerra a oggi” – e del dottor Massimo Marchino, psichiatra e direttore del dipartimento Dipendenze del SerD di Orvieto.
La 12esima edizione si era aperta venerdì 14 novembre con una riflessione dedicata alla cura di sé, con gli interventi del dottor Angelo Strabioli (psicologo analista e psicoterapeuta), di David Scatolla (responsabile Fondazione Cotarella), del professor Danilo Serra (coordinatore Centro di ricerca in Medical Humanities) e del dottor Paolo Persichetti (direttore scuola di specializzazione in chirurgia plastia, ricostruttiva ed estetica, Campus biomedico di Roma).
La seconda giornata, sabato 15 novembre, è stata invece dedicata alla cura del territorio, con focus su partecipazione attiva, beni comuni, comunità energetiche e innovazione sociale. Sono intervenuti: Roberto Morassut (deputato e già sottosegretario di stato al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare), Roberta Tardani (sindaco di Orvieto), Federico D’Audino in rappresentanza di InFrazioni Ets, Alessandra Cannistrà (Presidente regionale di Slow Food) e Fabiola Mocetti (Presidente Cooperativa sociale Il Quadrifoglio)
Parallelamente agli incontri, per tutta la durata del Festival la Sala Expo del Palazzo del Capitano del Popolo ha ospitato la mostra “L’arte come cura”, ideata da Anna Appolloni con la collaborazione di Stefania Conticchio e Tiziana Moretti con opere di 50 artisti provenienti da diverse regioni italiane. Un percorso espositivo ricco, eterogeneo e partecipato, che ha mostrato come il linguaggio artistico possa diventare strumento di ascolto, rigenerazione e benessere comunitario. Nel corso dell’ultima giornata, a tutti gli artisti è stato consegnato l’attestato di partecipazione, riconoscimento simbolico del loro contributo alla costruzione di un dialogo che attraversa creatività, sensibilità e cura collettiva.
A chiusura del Festival, la presidente Luna Gaudino ha annunciato il tema della prossima edizione: "Frontiere", un concetto che evoca limiti ma anche orizzonti, zone di passaggio dove il presente rivela le sue sfide e le sue promesse. “Questa 12esina edizione del Festival del Dialogo – ha commentato la presidente – conferma la centralità di Orvieto come luogo di confronto e innovazione sociale, dove il dialogo non è solo un metodo, ma un impegno civile quotidiano. Tre giorni intensi che hanno mostrato come la cura – nelle sue diverse forme – sia oggi la chiave per immaginare un futuro più giusto, sostenibile e partecipato”.
Il Festival è stato reso possibile grazie al sostegno di: Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Progetto Adeja, Comune di Orvieto, Fondazione Csco, Comune di Castel Viscardo, Cassa di Risparmio di Orvieto e Banca Centro Toscana Umbria.
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