"Io, se incontrassi un orso, non so cosa farei…". Così dice spaventato l’animaletto del bosco che mai ha visto un orso, ma di cui ha sentito cose terribili. Lo dice proprio a un orso, che gli sta restituendo gentile la palla rossa che è rotolata nella sua tana. Il papà che legge ai bambini divertiti questa storia illustrata, alterando anche un po’ la voce per un maggiore effetto comico, è un detenuto della Casa di Reclusione di Orvieto. Tra i bambini all’ascolto ci sono anche i suoi figli, oltre a quelli di altri sei detenuti, che a loro volta leggeranno una storia, a volte tenendo in braccio i bambini più piccoli o associandoli anche alla lettura.
Questo è avvenuto nell’ambito del progetto "Una lettura possibile e le possibilità della lettura", finanziato attraverso i Fondi FSC - Aree Interne e coordinato dal Comune di Orvieto. Le figure coinvolte in questo importante evento familiare sono della Cooperativa Sociale "Il Quadrifoglio": Elena Valentini e Michela Ferretti, educatrici del Bibliobus, ed Elena Borsetti del progetto di prossimità con il SerD. Sono tornate per proporre quanto già realizzato con ottimi risultati lo scorso anno nella Casa di Reclusione di Via Roma, con alcuni incontri preparatori con i detenuti genitori di bambini piccoli, a cui manca il rito della storia della buonanotte con il proprio papà.
La detenzione, infatti, la scontano certo in diretta gli autori di reato, ma di fatto l’esclusione dalla famiglia penalizza anche chi ancora sta loro vicino, i figli in particolare. La presa di coscienza di quanto compiuto di illegale passa anche attraverso dei progetti che permettono di non tagliare del tutto le risorse affettive positive sulle quali un detenuto deve fare leva per rialzarsi e tornare un uomo libero, un cittadino responsabile, un padre consapevole del proprio ruolo.
Dopo la scelta dei testi da leggere, tra i tanti e bellissimi libri illustrati portati dalle educatrici del Bibliobus, le prove di lettura e di rappresentazione. Poi il giorno speciale, il 25 agosto: un colloquio extra accordato dalla Direzione dedicato ai soli genitori e figli, due ore nel cortile di area verde dello spazio colloqui con i famigliari, letture in comune, laboratorio di creatività per nucleo famigliare, merenda condivisa.
E anche l’occasione per fare qualche nuova fotografia di famiglia, grazie a Manuela Cannone, da tenere in vista tutti i giorni, perché il tempo che passa non lasci buchi nella memoria nell’album fotografico della vita di ognuno. Il comandante e gli educatori penitenziari hanno ringraziato le educatrici della Cooperativa "Il Quadrifoglio" e salutato all’arrivo piccoli e grandi visitatori, incoraggiandoli a credere che un futuro diverso è possibile. Anche per quegli orsi, che fuori dalla tana scura, possono tornare a essere gentili e sorridenti.