sociale

"Una riforma da non svuotare: diritti, risorse e interdipendenza al centro del dibattito"

mercoledì 15 ottobre 2025

Alla vigilia del Disability Pride Umbria, l’appuntamento che porterà nel cuore di Orvieto una giornata di incontri, musica e partecipazione per i diritti e l’inclusione, il Comitato Organizzatore accende i riflettori sulla sperimentazione della Legge Delega 227/21 e del Decreto Legislativo 62/24: una riforma attesa, ma non priva di criticità. L’Umbria, con le sue due province, è stata individuata come una delle 20 Province pilota per l’attuazione del nuovo modello basato sulla valutazione multidimensionale e sul progetto di vita personalizzato. La sperimentazione, attiva dal gennaio 2025 al dicembre 2026, diventerà pienamente operativa nel 2027. Un passaggio epocale, che pone al centro la persona e i suoi bisogni, in linea con la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Tuttavia, dietro l’entusiasmo per la novità, emergono nodi cruciali che rischiano di compromettere la reale efficacia della riforma.

1. Sostenibilità e diritti: senza risorse la riforma si svuota

Senza risorse certe, ogni “progetto di vita” rischia di restare solo sulla carta. La Corte Costituzionale lo ha ribadito con chiarezza (sentenze n. 62 e 157/2022): sono i diritti incomprimibili a dover incidere sui bilanci, non il contrario. Investire sulla crescita e sull’emancipazione delle persone con disabilità non è un costo, ma un investimento nel potenziale collettivo della comunità. Eppure, nonostante il PNRR abbia portato per la prima volta il tema della disabilità in un piano strategico nazionale, i risultati sono deludenti: nessuna regione ha raggiunto il numero massimo di progetti ammissibili, segno evidente di difficoltà nell’attuazione e nell’uso delle risorse.

2. Accessibilità in calo: un passo indietro per il territorio

Il trasferimento delle competenze di accertamento dalle ASL all’INPS sta generando disagi e ostacoli, soprattutto in regioni come l’Umbria. L’accentramento delle commissioni mediche in sole due sedi (Perugia e Città di Castello) rappresenta un grave arretramento rispetto alla rete diffusa di presidi ASL: ciò comporta maggiore disuguaglianza e minore accesso per chi vive lontano dai centri principali.

3. Lavoro e inclusione: il nodo irrisolto

L’autodeterminazione passa anche dal diritto al lavoro, ma i dati restano allarmanti: bassi tassi di occupazione e alto ritiro anticipato dal lavoro tra le persone con disabilità. Il programma GOL (“Garanzia per l’Occupabilità dei Lavoratori”) ha mostrato una presa in carico minima, mentre le politiche attive faticano a incidere. Lo stanziamento regionale di 5 milioni di euro per nuove assunzioni rappresenta un segnale incoraggiante, ma non basta. Servono strategie strutturali: un vero collegamento scuola-lavoro, un collocamento mirato efficace e, soprattutto, una cultura dell’inclusione nelle imprese.

4. Dal mito dell’autonomia all’interdipendenza

Il Disability Pride Umbria rilancia un messaggio politico e culturale forte: rifiutiamo la visione compassionevole e paternalista della disabilità. Contro il mito neoliberale dell’autonomia totale, affermiamo il valore dell’interdipendenza, della solidarietà e del mutuo aiuto. Nessuno è davvero indipendente: siamo parte di una rete di relazioni, e solo riconoscendolo possiamo costruire una società più giusta, inclusiva e umana.

Verso il Disability Pride Umbria

Il Disability Pride Umbria - in programma sabato 25 ottobre a Orvieto - sarà l’occasione per discutere apertamente di queste sfide, con incontri pubblici, momenti artistici e testimonianze. Una giornata per affermare che i diritti non sono concessioni, ma fondamenta di una cittadinanza piena e condivisa. Venite a Orvieto a camminare, e a riflettere, insieme a noi!

Disability Pride

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