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Pellegrinaggio Giubilare delle Diocesi dell'Umbria a Roma

lunedì 15 settembre 2025

Una giornata di sole ha reso fin dalle prime luci del mattino ancora più vivi e colorati i 6.500 pellegrini umbri partiti di buon mattino in bus, in treno e in auto dalle loro diocesi per vivere insieme la giornata giubilare regionale a Roma, alla tomba dell’apostolo Pietro, sabato 13 settembre, guidati dai loro vescovi insieme a numerosi sacerdoti. Alle 9 precise i 6500 pellegrini si sono ritrovati all’inizio di via della Conciliazione e davanti a Castel Sant’Angelo. Nell’attesa dell’avvio della processione verso la basilica di San Pietro, si sono intrattenuti con i loro vescovi scambiando le prime impressioni di questo Giubileo di Chiese unite. 

Ogni pellegrino aveva al collo il foulard distintivo per ogni diocesi: verde per Spoleto-Norcia, rosso per Terni-Narni-Amelia, giallo per Perugia-Città della Pieve, Bianco per Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, azzurro per Foligno, arancione per Orvieto-Todi, blu per Città di Castello e rosa per Gubbio. Tutti insieme si sono poi incamminati in processione lungo via della Conciliazione, per fare ingresso in basilica attraverso la Porta santa. Ogni vescovo, a turno, ha portato la croce del Giubileo. In preghiera e con grande commozione, a gruppi hanno sostato davanti alla tomba dell’apostolo Pietro. 

«Abbiamo riempito questa grande Basilica Vaticana e questo è motivo di orgoglio per la nostra Umbria», ha detto Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Ceu nel dare il benvenuto ai fedeli in basilica. È stata portata in basilica la pianta di ulivo donata al Papa insieme alla brocca di Deruta con olio d’oliva, una simbolica parte dei 400 litri d’olio destinati alle mense seguite dalla carità del Papa. Dopo la recita del Rosario grande è stata l’attesa in basilica per l’arrivo di Papa Leone XIV, accolto da un lungo applauso. È seguita la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo presidente della Ceu mons. Boccardo, animata dal Coro umbro diretto da don Sergio Rossini, organista Ferdinando Bastianini e i musicisti del conservatorio Briccialdi di Terni. Qui l'omelia di monsignor Boccardo.

La giornata giubilare degli umbri si è conclusa di pomeriggio nell’Aula Paolo VI in Vaticano, con la catechesi del biblista don Fabio Rosini. Molto apprezzato dai pellegrini nell’applaudirlo più volte, ha parlato in modo esperienziale della vita cristiana alla luce del Vangelo, soffermandosi sul senso del pellegrinaggio, che dovrebbe essere una riscoperta del senso profondo dell’essere cristiano. Ha anche posto l’accento sul fatto che spesso si fanno scelte di vita in ambito familiare, religioso, sociale…, che rispondono ad esigenze del momento. Mentre bisognerebbe sempre dare seguito alla propria vocazione in maniere consapevole nel donarsi e nel donare amore.

“Grati, uniti, attenti, stupiti e pronti a partire dall’Altare come missionari d’amore e di pace”. Con queste parole Papa Leone XIV ha indicato i “punti cardinali” della missione affidata alle Diocesi umbre durante il pellegrinaggio giubilare, compiuto con stile sinodale. È a partire dall’Altare che si diventa missionari dal cuore grato cioè lieto, unito vale a dire integro, attento ossia libero, stupito ovvero semplice. Solo se grati, uniti, attenti e stupiti continueranno a fiorire e a portare frutto, nella nostra bellissima terra, la vite della gioia del Vangelo e l’olivo della santità" il commento di monsignor Gualtiero Sigismondi, vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi.

www.chiesainumbria.it 
www.diocesiorvietotodi.it 

 

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