Sensibilità e attenzione al dibattito su Gaza nel Parco Termale delle Tane del Diavolo

"Non posso rimanere collegato oltre. Ho un drone che gira sul punto dal quale sto trasmettendo" ci dice Halasamm Selmi. "Grazie per quello che fate, Shukran (شكراً)". Parole quasi anticipatrici di quello che accadrà poche ore dopo con l’uccisione di cinque giornalisti di Al Jazeera. In una giornata di caldo torrido all’interno del Parco Termale delle Tane del Diavolo, a Parrano, è riuscita l'annunciata iniziativa su Gaza con Articolo 21 - Presidio Orvietano, l’Associazione "No Bavaglio", l’Associazione "Tana Libera Tutti", che si occupa della gestione delle terme, e il Comune di Parrano.
Avevamo qualche perplessità rispetto ad un "ambiente" che temevamo non avesse attenzione e sensibilità sul tema ma la mostra "Be my voice, un diario per Gaza" presente da tre giorni nel Parco, con le maravigliose immagini di Marcella Brancaforte di Assopace Palestina, ha creato le condizioni di sensibilità e di attenzione al dibattito tenutosi nel pomeriggio di domenica 10 agosto. In collegamento in diretta con Gaza e Alahassan Semli, giornalista videomaker, curatore delle immagini del film Erasmus in Gaza, e testimone sul campo del genocidio in corso.
Il giornalista Raffaele Oriani, già caporedattore di Reset, che ha scritto per lungo tempo sul Venerdì di Repubblica ed è autore di reportage e del libro "La Scorta Mediatica" è stato fondamentale per l’intervista a Alahassan Selmi. Quasi con parole anticipatrici Halassan ci ha raccontato la vita del giornalista a Gaza, stesse condizioni di vita di quelli che è difficile chiamare “cittadini”, senza casa, tra le macerie, ormai da mesi senza cibo, senza medicine, con l’acqua ridotta a pochi litri al giorno, utilizzata solo per uso alimentare.
Halassan ci ha raccontato delle difficoltà dei collegamenti audio-video, del come spesso ogni collegamento viene interotto chiudendo ogni accesso alla rete da parte Israeliane. Le immagini e le notizie che Halassan ci trasmette, sono l’atto di accusa sul genocidio in corso, per questo si tenta in ogni modo di cancellare la realtà che ci descrive da Gaza. Halassan ci ha detto che continuerà a descriverci quello che sta accadendo al suo popolo, che l’aggressione dell’IDF non si è mai interrotta.
Halassan ci dice che sente spesso volare sulla sua testa il drone che cerca di intercettare le sue corrispondenze, teme molto per la sua vita e per la vita dei suoi colleghi Report, parole ieri sera pronunciate a poche ore dall’ennesimo eccidio di giornalisti gazawi, due giornalisti e tre cameramen dello staff di Al Jazeera. Oltre 230 sono i giornalisti deliberatamente uccisi a Gaza, nonostante le pressioni internazionali a nessun giornalista internazionale viene permesso di entrare a Gaza.
L’Intervento di Halassan si è chiuso con anticipo, il drone era arrivato troppo vicino. Halssan ci ha detto che la pressione internazionale deve continuare e non pensiate che quello che state facendo in Italia come nel mondo non serva a nulla, se qualcosa si muoverà e questo genocidio avrà termine sarà soprattutto per la mobilitazione delle persone, un appello a non abbandonarci a farci sentire la vostra solidarietà.
Non è di pietà che abbiamo bisogno, ma di iniziative politiche, di contrasto a chi propone vuote formule, decisioni e soluzioni prese da altri, il tema è quello della libertà dell’autodeterminazione, le soluzioni a questo conflitto che dura da 70 anni saranno e dovranno essere quelle che i Palestinesi decideranno. Oggi con questa vostra iniziativa mi sono sentito e ci siamo sentiti meno soli. Raffaele Oriani ci ha parlato di come questa crescente attenzione anche dei media è il risultato si delle tante mobilitazioni, ma soprattutto della coraggiosa denuncia di quello che sta accadendo da parte dei tanti giornalisti palestinesi a costo della loro vita.
Troppi sono ancora i silenzi su questo genocidio, troppe le complicità di una stampa che solo a fronte di oltre 60.000 morti di 17.000 bambini oggi si indigna. Perché i grandi giornali, perché la Rai non forza per inviare i loro inviati almeno ai confini di Gaza o nella Cisgiordania dove vengono quotidianamente violate le risoluzioni dell’ONU. Solo dichiarazioni formali dei vari governi, complici fino a ieri di Israele alle quali hanno fornito armi di ogni tipo. Clara Habte di no bavaglio ha rilanciato la campagna di boicottaggio dei prodotti Israeliani in vendita nei nostri supermercati, ha chiesto di aderire alla campagna a sostegno dei reporter gazawi lanciata dall’ordine dei giornalisti, dalla FNSI attraverso una sottoscrizione per l’acquisto di mezzi ed attrezzature per continuare ad avere il flusso di informazioni e di immagini da Gaza e dalla Cisgiordania.
Il sindaco di Parrano Valentino Filippetti ha apprezzato le decisioni della Giunta Regionale dell’Umbria, del Comune di Perugia, che ha deciso di non più acquistare farmaci per le proprie farmacie comunali prodotti e medicinali Israeliani, ha anche affermato che le tante iniziative in Umbria debbano trovare in una unica mobilitazione che faccia superare divisioni e punti di vista non convergenti. Cosa che è stata ribadita da Giuliano Santelli di Articolo 21 Presidio Orvietano.
Questa occasione potrebbe essere la Perugia-Assisi di domenica 12 ottobre superando questioni a volte più autoreferenziali che politiche, oggi a fronte di quello che sta accadendo in Palestina c’è bisogno di tutti per impedire la soluzione finale, verrà poi il tempo dei chiarimenti delle diverse analisi e soluzioni, ma come dice bene Halassan Selmi, le decisioni che riguardano il destino dei Palestinesi le decideranno i Palestinesi.
In ultimo un ringraziamento speciale a Marcella Brancoforte per come ha saputo dare voce a Halassan Selmi in questi 643 giorni di terribili massacri, con la mostra “Be my voice” Marcella con le sue meravigliose tavole rappresenta e illustra il racconto che quotidiamente gli descrive Halassan, bombe stragi di bambini, fame, disperazione, morte. L’arte come strumento di denuncia, l’arte come informazione e denuncia. Questa mostra oggi gira l’Italia anche grazie ad art.21 alla quale Associazione chiederemo di implementarla e metterla a disposizione dei tanti Presidi di Articolo 21 in Italia.
Articolo 21

Nota della Redazione: Orvietonews, giornale online registrato presso il Tribunale di Orvieto (TR) nr. 94 del 14/12/2000, non è una bacheca pubblica. Pur mantenendo fede alla disponibilità e allo spirito di servizio che ci ha sempre contraddistinto risultando di gran lunga l’organo di informazione più seguito e letto del nostro territorio, la pubblicazione di comunicati politici, note stampa e altri contributi inviati alla redazione avviene a discrezione della direzione, che si riserva il diritto di selezionare e modificare i contenuti in base a criteri giornalistici e di rilevanza per i lettori.