Il mondo a portata di mano
sociale

Il silenzio che cerca giustizia

sabato 7 giugno 2025
di Angelo Palmieri

Seduti a un tavolo sbrecciato, in cima a un colle che abbraccia l'Orvietano con la sua calma antica, Karim – mio figlio più grande – mi ha chiesto, senza cercare consolazioni facili: «Papà, cosa ne pensi del genocidio? Dell’uccisione di tutti quei bambini?». Ha 12 anni e negli occhi la fatica di comprendere un mondo che si proclama civile e invece arretra nella barbarie. Mi parlava di fanatismo, di follia. L’ho guardato. Ho taciuto.

Un silenzio che non è fuga. 
Un silenzio che ascolta.
Un silenzio che cerca.

È un silenzio che prepara la parola vera, che rifiuta il rumore ideologico, che si apre a una ricerca di senso e giustizia insieme a mio figlio.

Perdonami, Karim, se non ti ho risposto subito. Sto provando, con te, a scavare nel dolore, a scandagliare le sue ragioni profonde, come si cerca una vena d’acqua nella terra arsa. Perché non è solo la follia di un uomo, ma anche la colpa di un’Europa smarrita, oscurantista, che finge neutralità mentre arma la mano del cecchino. 

E forse solo chi abita quell’attesa che lascia spazio agli interrogativi più potenti sa riconoscere, tra mille voci stonate, quella dei giusti. E scegliere, con coraggio, di restare dove brucia il dolore.

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