Può un atto silenzioso suonare come una protesta? È quello che è successo nella mattina di domenica 25 maggio a Bolsena, dove un gruppo di cittadini si è riunito spontaneamente per commemorare la tragedia che sta vivendo la popolazione palestinese. Riunitisi in cerchio, hanno cominciato una meditazione guidati da alcuni insegnanti di yoga del territorio, promotori dell’iniziativa. Al termine, ogni partecipante ha contribuito a creare al centro del cerchio una bandiera palestinese, utilizzando drappi colorati, rami di ulivo e petali di fiori. Il tutto, in un suggestivo silenzio che ha destato la curiosità di molte persone che si sono fermate sia per curiosità sia per partecipare.

Da un atto semplice e quasi improvvisato si è creata un’atmosfera densa, di grande profondità. D’un tratto, anche il traffico della domenica bolsenese sembrava essersi quietato, garbatamente, per rispetto a una delle tragedie più grandi dei nostri tempi. E dire che a volte la meditazione può sembrare qualcosa di naïf, magari un modo per allontanarsi dalla realtà ma, come dichiarato da uno dei promotori dell’iniziativa, è probabilmente uno dei modi più intimi e diretti per entrare in contatto con la nostra compassione, con i nostri sentimenti rispetto a ciò che ci accade intorno.

Significativo ed evocativo è stato anche l’atto corale di voler formare la bandiera della Palestina: il continuo afflusso ordinato delle persone, in silenzio e con cura, e’ sembrato, a parere di chi scrive, una metafora del vero senso che ha un simbolo come quello. Le bandiere troppo spesso sono utilizzate per dividere, per essere un qualcosa al di sopra delle persone, sepolte dalla retorica. Ma domenica, donne, uomini e bambini hanno restituito il senso che tali effigi dovrebbero avere, costruite da tutti, con cose semplici e vive, simbolo di pace, umanità e collettività.

Al termine dell’evento, visibilmente emozionati, avventori e promotori hanno espresso la volontà di rendere questo incontro settimanale, dando come appuntamento Bagnoregio per domenica 1° giugno e Orvieto per quella dopo, domenica 8 giugno, sempre verso le 11.30. Come mancare?