Rosenda Arcioni Meer introduce sabato 10 maggio alle 19 a "L'Officina" di Monteleone, in Via San Lorenzo 22, la mostra "Be my voice. Sii la mia voce, un giornalista e i disegni che lo hanno salvato". Si tratta di un diario per parole e immagini per Gaza realizzato dal giornalista palestinese Alhassan Selmi che, nel corso dell’occupazione, spediva messaggi a Marcella Brancaforte. Quei messaggi venivano trasformati in immagini che hanno dato vita ad una vera e propria cronaca di quel che stava accadendo in quei giorni.

La mostra sarà esposta a "L’Officina" ma l’opening della stessa sarà anticipata da un dibattito con gli autori ed alcuni ospiti. Coordinato da Raffaele Oriani, vedrà la presenza di Alhassan Selmi, giornalista in collegamento da Gaza, Marcella Brancaforte, autrice delle immagini, e Giuliano Santelli di Articolo 21 - Presidio Orvietano.
I dati più recenti della situazione a Gaza parlano di 50.000 morti fra i civili di cui almeno 20.000 bambini. Lo studio di Lancet, la rivista di ricerca indipendente e internazionale, parla di cifre ben più alte: 80.000 morti e tra questi almeno 30.000 bambini. Oltre 210 i giornalisti uccisi, solo tra i palestinesi visto che ai media occidentali è vietato da Israele l’ingresso nella Striscia.
Ora Israele, dopo aver rotto la tregua, sta facendo partire l’l’operazione Piccola Gaza, con l’intento chiaro di deportare i palestinesi. La situazione umanitaria, sanitaria e di sopravvivenza e ormai al limite, da settimane non possano entrare nemmeno aiuti internazionali. Gli appelli di Medici Senza Frontiere, Emergency, e le Associazioni come Sanitari per Gaza, le stesse associazioni americane presenti nella striscia denunciano un quadro ormai irrimediabilmente compromesso.
Nonostante gli appelli, le pressioni delle Ong che lavorano in quei luoghi, l’Occidente non riesce a fermare Israele, ma di fatto i Governi sono complici del genocidio inviando armi e munizioni all’esercito, le voci critiche nei confronti dello stato Israeliano sono sempre meno. Per questo dobbiamo continuare la mobilitazione con iniziative di sensibilizzazione e protesta. La mostra prova a tenere accesa la luce di fronte alla tragedia della popolazione civile palestinese.
"Molti Governi - affermano gli organizzatori - chiedono lo stop a questo e vero proprio massacro, riconoscendo lo Stato Palestinese, Spagna, Irlanda Norvergia, Slovenia Malta, Belgio, 138 Paesi su 193, presenti all’assemblea dell’ONU, il Governo Italiano manda armi, e poi cerca di salvarsi la faccia curando qualche decina di bambini provenienti dai territori occupati e da Gaza, prima li uccidiamo poi chi non muore lo curiamo ipocriti e complici. Israele ha violato ogni diritto internazionale, Netanyahu è stato dichiarato criminale di guerra, ma non una sanzione internazionale è stata emessa.
Nell'Orvietano, come a Città della Pieve, nel Trasimeno da più di un anno ci si mobilita contro questa strage, Siamo di fronte ad un vero sterminio, continueremo a farlo, perché questa tragedia investe ognuno di noi. Si diceva un tempo restiamo umani, l'umanità sta morendo a Gaza. L’ultimo urlo a difesa del popolo palestinese è stato quello di Papa Francesco che, un giorno prima di morire all’Angelus ha affermato che ciò che sta accadendo a Gaza è ignobile".