"Le forme che attraversano la storia" hanno tratti primordiali e sorrisi universali. Occhi grandi che indagano, colori vivaci che illuminano. Nascono dall'impasto energico dell'argilla estratta in prossimità del letto del Paglia. E del fiume trattengono, in qualche modo, la forza. "Le forme che attraversano la storia" profumano di legno e di nuova vita, quella conferita ai materiali di riciclo dal lavoro di giovani che, grazie all'omonimo laboratorio artistico, possono intraprendere un percorso di ricerca della propria identità, senza distinzioni rispetto al Paese di provenienza.


Un ritorno alle origini, quello incoraggiato dall'Associazione Culturale "Aítia" in collaborazione con la Cooperativa Sociale "Il Quadrifoglio", che, dal mese di luglio, ha coinvolto una decina di minori stranieri non accompagnati, ospiti della Comunità Xenia, nell'ambito del progetto SAI – Sistema di Accoglienza ed Integrazione, di titolarità del Comune di Orvieto, capofila della Zona Sociale n.12. Un progetto di accoglienza che ospita ad Orvieto minori stranieri non accompagnati, giunti in Italia senza familiari al seguito.


E persegue l’obiettivo di facilitarne l'integrazione e un rapido processo di autonomia. Gli ospiti accolti ricevono, infatti, servizi finalizzati ad un regolare soggiorno, con un’assistenza legale, sanitaria e psicologica, frequentano la scuola e corsi di lingua italiana e subito dopo iniziano un processo di formazione professionale per favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro, appena compiuti i 18 anni. Strumento non secondario per l’inserimento nel territorio è il contatto con la realtà esterna, che agevola la conoscenza reciproca e facilita l'abbattimento di muri e barriere.


È in questo contesto che è nata la relazione tra la Comunità Xenia e l'Associazione "Aítia", con un’esperienza artistica che, attraverso incontri settimanali, ha dato libero sfogo all’espressività e alla creatività ad Allerona, negli spazi di "Orti in Pace", gestiti dall’Associazione "Il Ginepro" in collaborazione con la Cooperativa Sociale "Il Quadrifoglio". Un laboratorio di pratiche, sociali, culturali ed ambientali, che cerca di coinvolgere associazioni, gruppi e singoli, per promuovere attività che possano far crescere il territorio.

In questo frangente hanno dato il loro prezioso contributo Agnieszka Zawisza e Salvatore Ravo, soci fondatori di Aítia, associazione attiva dal 1999, e artisti dalla pluriennale esperienza in ambito sia artistico che sociale. Autrice di libri illustrati per l'infanzia, atelierista e architetto d'interni lei, pittore, scultore, fotografo e scenografo lui, entrambi sono formatori artistici. In questa nuova avventura hanno scelto un tema intimamente legato alle provenienze culturali dei partecipanti, in grado di suscitare ricordi d’infanzia, come quello delle maschere – tante, secondo Pirandello, rispetto ai volti – fino a farne oggetto dell'intero percorso che, al solito, è anche quello intrapreso da chi guida, invitando all'ascolto della musica – sì, anche quella interiore – per suscitare emozioni e forza creativa.

"Oltre ad essere un’occasione per realizzare forme di arte che saranno esposte nell’ambito di varie mostre finali – affermano – il laboratorio ha anche connotati educativi e relazionali, attraverso un percorso espressivo che comprende una ricerca interiore dell'autenticità, una valorizzazione e un risveglio del senso di appartenenza, individuale ma in modo collettivo, con l’obiettivo di favorire l’autostima, una profonda conoscenza dell’altro, la creazione di rapporti, la cooperazione e la comprensione tra persone culturalmente e socialmente differenti".


"Come ogni attività – aggiunge l'educatrice Claudia Pollini – anche questa è iniziata con scetticismo, ma già dal primo incontro ha prevalso subito il divertimento, immergendo le mani nei colori e l'argilla. L'iniziale resistenza è stata facilmente superata lasciando spazio alla creatività di ciascuno. Un'attività che è servita a guardarsi dentro e guardare l'altro. Due, a mio avviso, i momenti più significativi finora: quando i ragazzi si sono ritratti l'un l'altro avendo così la possibilità di vedersi realmente, cosa che nella quotidianità avviene con difficoltà, e quando hanno modellato l'argilla esprimendo tutta la loro creatività per creare dei volti che rappresentano in modo più o meno evidente le loro radici".


"Una diversa e più acuta espressione di arte", secondo l'educatore Davide Comparini. "Le forme che attraversano la storia – osserva – sono forme che prendono vita da colori e sfumature su carta e pellicola. Cera che cela volti racchiusi di un'infanzia lontana, che manca. Un ricordo vivo e lo sguardo verso il futuro". Il percorso laboratoriale con i minori non accompagnati si concluderà sabato 28 settembre con una festa-esposizione dei lavori realizzati durante i laboratori d'arte ad "Orti in Pace", Allerona.
