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"La sfida futura è il controllo da remoto dei dispositivi cardiaci impiantabili"

mercoledì 24 aprile 2024

Le malattie cardiovascolari sono responsabili di quasi il 35% di tutti i decessi e in Italia rappresentano la principale causa di morte. L'aritmologia è una branca della cardiologia che si occupa delle anomalie del ritmo cardiaco che si possono verificare in pazienti affetti da disfunzione cardiologica. Le manifestazioni aritmiche sono molte e ciascuna presenta caratteri particolari, strettamente collegati alle cause che le generano.

Per fare il punto su dove si sta andando in questo settore e su quali prospettive bisogna lavorare per un "cuore" sempre più controllato venerdì 10 maggio all'Auditorium al Duomo di Firenze si incontreranno, nell'ambito del congresso "Let's rhythm together" – che, oltre all'Umbria, vede protagoniste la Toscana e l'Emilia Romagna organizzato dall'Associazione Italiana Aritmologia e Cardiostimolazione con il patrocinio di Servizio Sanitario della Toscana – Azienda Usl Toscana Centro, Azienda Ospedaliera di Perugia, Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna – una serie di esperti per confrontarsi sul futuro dell'aritmologia.

Tra questi, il dottor Andrea Mazza, cardiologo di spicco che opera presso l'Ospedale "Santa Maria della Stella" di Orvieto, già presidente degli aritmologi umbri. Nella sua relazione, "Il monitoraggio remoto nella prevenzione della esacerbazione dello scompenso cardiaco" saranno messi a fuoco gli aspetti che riguardano quei pazienti che, portatori di un dispositivo impiantabile come il defibrillatore cardiaco (ECD) e il pacemaker, e con scompenso cardiaco, se seguiti da remoto, possono ricevere comunque cure come se stessero in ospedale, quindi di alto livello, ma nel comfort della propria casa.

"Situazioni come il malfunzionamento degli elettrocateteri o l'esaurimento della batteria ci permette – spiega il dottor Mazza – attraverso il controllo da remoto di verificar il corretto funzionamento di questi dispositivi cardiaci impiantabili. Cosa che fa sì che si intervenga tempestivamente e in modo appropriato, limitando le conseguenze negative che possono indurre tali problematiche.

Il monitoraggio da remoto consente, infatti, di valutare i cambiamenti nello stato clinico del paziente come l'insorgenza o la progressione di una fibrillazione atriale e quindi il peggioramento e la progressione dello scompenso cardiaco. Vale la pena sottolineare che questo porta a un beneficio nella gestione dei pazienti portatori di dispositivi impiantabili con scompenso cardiaco e soprattutto riduce di gran lunga la loro ospedalizzazione".

Ad oggi il dottor Andrea Mazza ad Orvieto segue con monitoraggio da remoto circa cinquanta pazienti, ma se ne potrebbero seguire molti di più se l'ospedale avesse maggior personale da dedicare a questa specifica branca.