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"Disconnettersi per riconnettersi". Al Majorana-Maitani un'aula verde senza smartphone

venerdì 29 settembre 2023

Disconnettersi dallo smartphone per riconnettersi con la vita. Confronto, amicizia, relazione tra i banchi di scuola. "Cuore, coraggio e competenza" per sopperire alla mancanza di un'adeguata educazione digitale e facilitare il recupero di quella dimensione umana, conviviale e vivificante che, anche in provincia, la tecnologia finisce per anestetizzare, soprattutto tra i più giovani. Non un ritorno indietro a cinquant'anni fa di chi rifiuta il confronto con la macchina, ma l'autonomia di chi sceglie di essere libero. Anche solo di lasciare per un po' nell'armadietto il proprio cellulare per riconnettersi con se stessi e con il mondo.

È con questa consapevolezza che, senza alcun taglio del nastro, ma con la voce diretta dei nativi digitali, giovedì 28 settembre al Padiglione B dell'Istituto d'Istruzione Superiore Scientifico e Tecnico "Majorana-Maitani" di Orvieto è stato raccontato un progetto grazie anche ai fondi del PNRR, che ha visto insieme docenti e studenti. Un'aula colorata, con un ampio spazio verde come estensione, pensata e personalizzata con la tinteggiatura a mano di studenti e studentesse in cui promuovere il benessere dell'intera comunità educativa, affrontando la sfida crescente dell'alessitimia digitale e la dipendenza dai dispositivi tecnologici.

"L'Aula della Disconnessione – ha spiegato la dirigente scolastica, Lorella Monichini è parte del nostro progetto 'La Settimana Verde' con cui il mondo della scuola cerca di aiutare i più giovani a ridurre il tempo di connessione ai device digitali per instaurare connessioni positive per relazioni positive. Un monito, in realtà, non solo per i ragazzi ma anche per i docenti che comunque soffrono di questo eccesso di utilizzo tecnologico. L'idea si ispira alle esperienze di altre realtà scolastiche europee e nasce dal fatto che abbiamo la consapevolezza che i ragazzi anche a scuola sono sempre connessi e quindi è un invito a lavorare in un ambiente accogliente, senza avere necessariamente a portata di mano il cellulare. Non posso non ringraziare tutti coloro che hanno abbracciato questa iniziativa, a partire dalla Provincia di Terni, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e dal Consorzio Rilegno in collaborazione con ApertaMenteOrvieto".

Un progetto che cresce nel tempo anche in nome di quella sostenibilità a cui i giovani sono particolarmente attenti tanto che questo ambiente è destinato a diventare anche "Aula Verde" – così come l'intero Istituto ambisce a trasformarsi – pur essendo dotato di una lavagna interattiva di ultima generazione e chromebook. E per la parte detox di divani, puff, comode poltrone a sacco su cui dilettarsi in analogiche letture di carta o intrattenere conversazioni gustando una buona bibita. La voce di studenti e docenti è univoca: "Con passione e ostinazione ci siamo riusciti!", tenendo conto del desiderio di creare ambiente accogliente emerso dal sondaggio "La scuola che vorrei".

L'obiettivo da perseguire è la quotidiana “didattica della bellezza” in un luogo che proprio secondo gli studenti, coinvolti anche al di fuori dell'orario scolastico, estate compresa, nell'ideazione e nella progettazione sotto la guida dell'artista Michele Bernardini, rappresenta “uno spazio innovativo di crescita, un ambiente nuovo e rilassato, ottenuto dalla rimodulazione degli spazi, la fusione di due aule separate e di pareti che non sono muri per ospitare lezioni creative e innovative”. Qui saranno ospitate attività laboratoriali, pratiche e collaborative e, nella buona tradizione europea, arriva anche la Settimana Verde in cui cellulari di docenti e studenti saranno lasciati negli armadietti colorati.

"Più che orgogliosi di avere una scuola così dinamica capace di rinnovarsi e rinnovare le sue modalità didattiche" ha sottolineato l'assessora all'Istruzione Pubblica del Comune di Orvieto, Alda Coppola. Costruire relazioni autentiche, sociali, socievoli e non social. Per dirla con il filosofo e sociologo polacco Zygmunt Bauman, le connessioni hanno sostituito i legami in quanto più immediate mentre il legame ha bisogno di relazione e quindi di essere coltivato. Essere costantemente online in realtà non ci rende liberi, ci ruba attenzione e come ormai sottolineano psichiatri e psicoterapeuti crea dipendenza al pari di molte sostanze stupefacenti.

 

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