sociale

Dopo 70 anni chiude i battenti l'Edicola "Quinti Papini" di Orvieto Scalo

venerdì 30 dicembre 2022
di Davide Pompei

La vetrina sguarnita, gli scaffali già vuoti. Poco o nulla rimane dei circa 2.500 titoli che li hanno riempiti. Sabato 31 dicembre cesserà definitivamente l'attività quella che, per settant'anni, non è stata solo una rivendita di giornali e libri, ma un punto d'incontro, ritrovo e riferimento per tutta Orvieto Scalo. Quasi un portierato di quartiere, a giudicare dalle chiavi smarrite ancora appese dietro la cassa, in attesa che qualcuno le reclami, e delle buste della spesa, lasciate lì in deposito temporaneo per poter sbrigare le commissioni senza trascinarsi appresso il peso.

La fine dell'anno porta via con sé l'Edicola e Libreria "Quinti Papini". La prima sede fu aperta nel 1953, nei pressi della Chiesa di Sant'Anna, da Elvezio e Marina. L'ultima, quella al civico 25 di Piazza del Commercio, fu inaugurata a settembre 1991, a ridosso della creazione della stessa piazza che ha lasciato nel cassetto il progetto di realizzare sotto gli alberi un chiosco dei giornali facendo propendere per il frazionamento dell'attuale locale che, almeno per il momento, resterà sfitto dato che nessuno ha rilevato la licenza per la vendita e non subentreranno nuove attività.

Sta di fatto che di quattro che erano – compresa quella della Stazione Ferroviaria – dal 2023, ad Orvieto Scalo, resterà una sola edicola. È il segno dei tempi che, senza nostalgie – anzi, un po' sì – abbassa le saracinesche delle botteghe storiche e cambia volto a centri e periferie urbane. "Il lavoro è cambiato – spiega Claudio Papini, 67 anni, che, insieme alla moglie, Tiziana Quinti, ha trascorso una vita in quel mondo fatto di carta – e dispiace pensare che l'arredamento disegnato appositamente per questo negozio, per ospitare una vasta selezione di periodici, andrà distrutto.

Il calo delle vendite è iniziato nel 2008, con l'avvento di Internet. All'inizio del 2000 ci siamo informatizzati e la qualità del lavoro è migliorata, ma il settore dell'editoria per tanti motivi continua ad essere in crisi, così come la grande distribuzione che soffoca il piccolo mercato dei libri. Se un'edicola oggi non si crea il suo 'giro', da sola è difficile che resista. Nel nostro caso non possiamo vendere tabacchi, né gratta e vinci. Abbiamo scelto di vendere giornali e libri, un settore sempre più in affanno. Molte delle persone che venivano a comprare i quotidiani non ci sono più".

Una cinquantina le copie consegnate ogni giorno a bar ed abbonati che ora, un po' come quando va in pensione il medico di famiglia, saranno affidati ai colleghi. La memoria corre, allora, al 1969 quando la famiglia Papini diventò distributrice dei quotidiani per l'area dell'Orvietano e per i nove autogrill dislocati lungo il tratto dell'Autostrada del Sole compreso tra Fabro e Magliano Sabina, offrendo una vasta selezione di giornali – compresi quelli specializzati e quelli stranieri – e il primo Fumetto Point della città. Negli ultimi anni in Italia le edicole si sono dimezzate a 20.000.

Solo in Umbria, con la fine del 2022, sono almeno cinque quelle che chiuderanno. "Avremmo affiancato qualcuno di più giovane disposto ad intraprendere questo mestiere, ma non ci sono più le condizioni per andare avanti. Il lavoro, in tutti questi anni, è stato quasi una terapia per farlo. Non possiamo che ringraziare tutti i clienti che, fino all'ultimo, ci hanno accordato la loro fiducia. La nostra attività finisce qui, noi proseguiamo". Verso nuove pagine, insieme alle foto sorridenti di Alessio, le ultime a lasciare quei locali.

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