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Dopo l'appello social di Velia, il Comune sollecita il ripristino dei posti di Riabilitazione

lunedì 3 maggio 2021
Dopo l'appello social di Velia, il Comune sollecita il ripristino dei posti di Riabilitazione

"Da parte dell'Usl Umbria 2 c'è l'impegno a ripristinare i posti letto del reparto o quantomeno, fino a che l’emergenza sanitaria non sarà archiviata, ad affiancare a un adeguato numero di posti letto per i ricoveri anche posti in day hospital dove poter sottoporre i pazienti all’assistenza adeguata". Lo ha assicurato nel corso del Consiglio Comunale di lunedì 3 maggio il sindaco, Roberta Tardani, titolare della delega assessorile alla Sanità, rispondendo in sede di question time alle sollecitazioni giunte da Beatrice Casasole (Fratelli d'Italia), rispetto all'appello lanciato sui social dalla chef orvietana, Velia De Angelis, che chiedeva di riattivare la Riabilitazione Intensiva.

"Le ho telefonato personalmente per capire meglio la situazione e il disagio che lei ed altre persone stanno affrontando in questo periodo - ha spiegato il primo cittadino - e mi sono subito attivata con i vertici dell'Usl Umbria 2 e con il responsabile del servizio all'Ospedale Santa Maria della Stella di Orvieto per cercare di sollecitare una soluzione, vale a dire il ripristino dei 14 posti del reparto di riabilitazione. Nel marzo 2020, in seguito all’emergenza Covid-19, il reparto era stato ridimensionato per consentire la realizzazione della cosiddetta area grigia che accoglieva i casi sospetti di Coronavirus. A settembre scorso il reparto sarebbe dovuto rientrare in attività a pieno regime ma con la seconda ondata dei contagi non è stato possibile".

Questa la lettera aperta affidata a Facebook da Velia De Angelis nel pomeriggio di sabato 29 aprile:

"Ed oggi mi voglio lamentare io! E stavolta con ragione, con lucidità senza perdere il filo del discorso. Diamo sempre colpa al Covid ma in fin dei conti la sanità pubblica già versava in condizioni critiche. In questi 14/15 mesi noi malati cronici e in fase progressiva non siamo riusciti a fare una riabilitazione intensiva, unica fonte di ripresa verso le forme più aggressive. Serve il ricovero oppure un day hospital capace di farci lavorare per non perdere i colpi.
La fisioterapia di un ora nelle forme come la mia è come bere acqua con un cucchiaino di zucchero. Diventiamo pezzi di legno che pure Mastro Geppetto non riuscirebbe a lavorare. Mr Ikea non riuscirebbe a tirar fuori una cassapanca. Perché attenzione come si ferma il corpo per via del danno neurologico e si interrompe la riabilitazione è come ricadere nel vuoto.

Non sono solo le gambe o le mani a non funzionare ma anche la deglutizione, i bisogni primari ai quali vorrei dare la giusta dignità. Se prima era difficile essere ricoverati a Cascia e non da Santa Rita perché è in quarantena o in ferie. Oggi è impossibile! Ma ci sarebbe Orvieto come possibilità, non remota, fattibile, pronta a partire con riabilitazione intensiva in regime di day hospital. Ma è tutto bloccato. Manca il personale! Manca il personale infermieristico, oss e ossignori. Mi domando, me lo chiedo da tempo e questo anche prima del Covid 'Chi bisogna chiamare?'. E credetemi lo staff medico mi è sempre stato vicino, si sono impegnati oltre modo tra visite fisiatriche, valutazioni varie, infiltrazioni etc. Nonostante il Covid loro ci sono stati. Pur essendo chiusi non ci hanno lasciati alla deriva. Ma il reparto non poteva e non può essere varcato come riabilitazione.

È chiuso...la riabilitazione è un diritto e me so rotta gli zebedei a stare in casa tra letto e sedia a rotelle con una spasticità al limite dell’inverosimile. Linda Blair dell’esorcista me fa un baffo, me spiccia casa. E per spasticità non potete rendervi conto.... la mi mamma non me guarda sennò diventa strabica!
So attorcolata come una gnocca al dente sul palo della lap dance, niente roba secsi solo pannolone ultra soft baby girl! Per alzarmi serve la gru... per mettermi nel letto peggio! E più passa il tempo e si peggiora. Deglutire è un impresa, scrivere a penna Ciaone, figuriamoci mettere la forchetta in bocca sempre se la trovo. Bere da un bicchiere? Dimenticatelo ci sta la cannuccia, dovete andare al bagno? Dimenticatelo ci sta la padella e non quella per cucinare. Calcolando che quando si sta male tocca pure il catetere ma questo è comodo per uscire in tempo di restrizioni e fa tremendamente chic!
Insomma chi dobbiamo chiamare? A chi dobbiamo rivolgerci?".

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