"DSA e ADHD. La rete che cura: famiglie, scuole, servizi"

Partecipato, approfondito e, a tratti, emotivamente coinvolgente. Seppur destinato, in prevalenza, agli addetti ai lavori e ai genitori, il convegno su “DSA e ADHD: specificità, analogie, criticità” realizzato a Orvieto lunedì 29 gennaio, dalle 9 alle 17 presso la sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto di Palazzo Coelli, è riuscito a porre questioni rilevanti, stimolando reazioni positive e inaugurando un confronto a tutto campo su clinica, assetto normativo, scuola, famiglia e territorio.
Le sigle DSA e ADHD riassumono un segmento rilevante dei disturbi del neurosviluppo, ossia di quelle disfunzionalità del sistema nervoso centrale che influenzano le emozioni, il comportamento, le abilità di apprendimento, il controllo e la memoria. Secondo alcune stime internazionali la percentuale di bambini e ragazzi affetti da tali disturbi si attesterebbe attorno al 5%. In Umbria gli studenti delle scuole primaria e secondaria interessati da disturbi del neurosviluppo che hanno ottenuto la certificazione prevista dalla l. 104/92 sono 3.564 (il 3% della popolazione scolastica) ma si ritiene che altrettanti non siano stati censiti sia a causa del mancato accertamento diagnostico sia per la sottovalutazione di alcuni tratti sintomatici.
La prima parte del convegno si è aperta con i saluti di Vincenzo Fumi, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, il quale ha ricordato il sostegno convinto della stessa Fondazione al recente progetto destinato alla prevenzione del deficit di attenzione e iperattività destinato ai bambini e ai ragazzi in età evolutiva dell’Orvietano proposto dalla Cooperativa Sociale “Il Quadrifoglio” in collaborazione con l’Associazione “Liberi di… Orvieto per l’ADHD” e i quattro istituti comprensivi del territorio.
Mario Panara, presidente di “Liberi di…”, ha richiamato la necessità di un intervento normativo a tutela dei bambini, dei ragazzi e delle famiglie, precisando che, trattandosi di un disturbo definito lifelong, sarà fondamentale prevedere interventi di sostegno e terapia post-scolastici. Sulla necessità di un intervento normativo e di valorizzare le buone pratiche dei territori relativamente ai percorsi di sostegno e terapia si è soffermata la vicesindaco del Comune di Orvieto Cristina Croce, sottolineando la fecondità della rete territoriale che vede protagoniste le famiglie, le istituzioni e le organizzazioni no-profit e del privato sociale.
Dei diritti di bambini e ragazzi, e dell’urgenza di un focus politico e normativo su tali questioni, ha poi parlato, con competenza e partecipazione la Garante regionale per l’Infanzia e l’adolescenza dell’Umbria Maria Pia Serlupini. Fabiola Mocetti ha presentato le attività del Centro Vertumno di Orvieto, Ambulatorio polispecialistico, autorizzato e accreditato dalla Regione Umbria, destinato ad attività diagnostiche, riabilitative, psicoterapeutiche e psicopedagogiche e che ha intrapreso, tra le altre cose, un’efficace attività di supporto ai bambini e ragazzi con DSA e alle famiglie di riferimento.
Michele Margheriti, neuropsicologo del Centro Sabbadini, ha introdotto il convegno affrontando il tema dal punto di vista clinico, focalizzando il suo intervento sulle caratteristiche dei due disturbi, sulle analogie e sulle specificità. 
L’intervento del prof. Augusto Pasini, Neuropsichiatra infantile e responsabile del Centro di riferimento Regionale dell’Umbria per l’ADHD ha avuto il pregio di entrare nello specifico dei contributi della ricerca scientifica alla conoscenza neurobiologica e neurofisiologica del disturbo con rigore e chiarezza, ragionando quindi sulle implicazioni terapeutiche di alcune nuove acquisizioni.
Il prof. Pasini non ha nascosto, tuttavia, le scarse risorse messe a disposizione del Centro di riferimento regionale e che ne condizionano il compiuto dispiegamento operativo. Scarse risorse che incidono anche sulla disponibilità oraria di un servizio importante e che, sotto certi aspetti, può ritenersi preventivo rispetto a condizioni psichiatriche che potrebbero evidenziarsi nell’età adulta.
L’intervento di Sabrina Boarelli, dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Umbria, ha restituito un quadro del fenomeno DSA e ADHD così come viene registrato dagli insegnanti delle diverse scuole umbre. Emerge una realtà piuttosto affollata di casi che sfugge alla diagnosi e ai percorsi terapeutici. Una situazione, questa, che ha reso i docenti più attenti e consapevoli rispetto ad una disfunzionalità che rischia di compromettere il rendimento scolastico e il percorso biografico delle persone colpite, trovandosi spesso connesso, in assenza di percorsi terapeutici, ad esiti borderline o comportamenti antisociali.
Di particolare interesse gli esiti delle ricerche psicodinamiche sull’importanza dell’ambito familiare nell’ambito di un percorso terapeutico integrato – ADHD e parenting - realizzate dalla prof.ssa Claudia Mazzeschi (assieme a C.Cavallina e C. Pazzagli) dell’Università di Perugia.
Attilio Solinas, presidente della Terza Commissione Consiliare della Regione Umbra, ha voluto cogliere questa importante occasione per illustrare le linee fondamentali della propria proposta di legge - Disposizioni in favore dei soggetti con Bisogni Educativi Speciali (BES) - , sottoscritta anche da Carla Casciari e Silvano Rometti, che va ad affiancare quella presentata dal consigliere Giacomo Leonelli sull’ADHD. Due proposte che, a detta di Solinas, potranno integrarsi e convergere in un unico strumento normativo.
Pietro Manzi, Direttore sanitario USL Umbria 2, nel presentare gli indirizzi sanitari in materia di DSA e ADHD, ha segnalato l’esigenza di un trattamento in grado sia di affrontare gli esordi dei disturbi sia di sostenere il percorso terapeutico degli adulti affetti da queste disfunzionalità.
Nel pomeriggio lo spazio è stato lasciato alle riflessioni e alle esperienze chi vive i DSA e l’ADHD nella quotidianità della famiglia, della scuola e dei centri di terapia (Centro Sabbadini e Centro Vertumno). Preziosi gli interventi di Annalisa Manili del Centro Sabbadini in merito alla funzione del sintono all’interno di un sistema familiare e della presidente dell’AIFA (Associazione Italiana Famiglia ADHD) Patrizia Stacconi che ha nuovamente ribadito, alla fine di un pregnante ragionamento sull’imprescindibile riconoscimento dei diritti, la necessità di una legge quadro nazionale.
Clara Codini (Centro Vertumno di Orvieto) e Maria Teresa Barberini (Centro Sabbadini) hanno affrontato il tema dei DSA dopo la riabilitazione e riferito sulla positiva esperienza del doposcuola riservato ai bambini e ragazzi con DSA, diventato un modello di efficienza ed efficacia.
Molto belle, per concretezza e umanità, le testimonianze e le esperienze raccontate dagli insegnanti Coppola, Lombardozzi e Dini. Un tratto, quello emozionale, che si è manifestato con autenticità e verità nella lettura di una lettera inviata da una ragazza con DSA a Clara Codini, pedagogista del Centro Vertumno. Uno scritto che, oltre a manifestare amicizia e riconoscenza verso colei che ha offerto competenze e uno sguardo ricolmo di fiducia, rappresenta un moto di gentile ma ferma ribellione contro quanti ritengono che questi disturbi anticipino un destino già scritto fatto di insuccessi scolastici e di disagio esistenziale.
Casi del genere, oltre a mostrare la bellezza di riscosse scolastiche e sociali, ci dicono che è possibile cambiare stringendo un’alleanza virtuosa tra famiglie, scuole, centri specializzati e servizi pubblici mettendo al centro la persona nella sua dimensione plurale e multimodale. A Perugia, venerdì 2 febbraio, sempre dalle 9.00 alle 17.00, si svolgerà presso Villa Umbria la seconda parte del Convegno alla presenza dell’Assessore regionale alla salute, alla coesione sociale e al welfare Luca Barberini.

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