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Il teatro entra a scuola, due classi si mettono in gioco

lunedì 20 giugno 2016
di Fabio Bellumore
Il teatro entra a scuola, due classi si mettono in gioco

Le scuole sono appena finite, ma c’è un laboratorio teatrale che vale la pena non dimenticare prima di andare in vacanza. Si chiama "2a e 2b, due classi in gioco" ed è stato realizzato nella scuola secondaria di I grado di Giove. Il progetto è stato realizzato dall'Associazione Ippocampo Ente accreditato dal MIUR alla formazione per la scuola, condotto da Roberto Giannini e Rossella Viti. Sono loro a spiegarci il progetto.

Il teatro nelle scuole non è cosa usuale?
Non più, negli ultimi 10 anni la nascita di laboratori teatrali all'interno delle scuole è diventata meno frequente, specialmente nelle scuole secondarie.

Cosa può dare il teatro alla scuola?
Molto, e in diverse direzioni. Nella scuola il laboratorio teatrale non può prescindere dall'aspetto educativo e sociale, è un'esperienza che può aprire spazi di condivisione e relazione incredibili, metterci di fronte alle nostre difficoltà e nello stesso tempo suggerire come guardarci dentro, affrontare le paure, sconfiggere 'mostri'. Una specie di tempo 'sospeso' che consente a tutti, studenti, docenti, operatori, di aprirsi ad una maggiore flessibilità nell'assunzione di punti di vista sull'altro.

Vedi segnali incoraggianti per il ritorno del teatro nelle scuole?
Prendiamoci del tempo per capire come il MIUR vorrà dare attuazione alle linee guida, certo non sono sufficienti pochi bandi per progetti di eccellenza, come è successo in un recente passato, per modificare la situazione. E poi è necessario prendere in considerazione i tempi e i modi che la scuola impone, per la progettualità, l'instaurarsi dei processi, l'avvio delle attività.

Perché a Giove hanno deciso di portare il teatro nelle scuole?
Il laboratorio teatrale che abbiamo concluso da poco nella scuola media di Giove risponde a esigenze educative e sociali, spostando dal piano della didattica a quello relazionale ed espressivo il percorso in cui vengono coinvolti gli studenti. Come si sa la scuola media di Giove è parte dell'Istituto comprensivo di Attigliano_Guardea guidato dal dirigente Giovanni Simoneschi. Il dirigente sentito il suo staff di collaboratori ha valutato che il teatro sarebbe stato un valido strumento e supporto educativo nelle due secondi classi medie, tanto da decidere che il laboratorio si sarebbe tenuto in orario curriculare. Una scelta inusuale per una scuola secondaria, che precede nei tempi le indicazioni date in tal senso dalla recente direttiva del MIUR. Non ci dimentichiamo che nel plesso di Giove sono attivi docenti con una lunga esperienza nel teatro educativo e nella formazione come Franco Lorenzoni e Roberta Passone nella scuola elementare, mentre nella media Pierluigi Sbaraglia, anche giornalista e scrittore. L'attenzione verso gli strumenti della creatività e dell'espressività è perciò molto alta e di qualità.

Quando è iniziato e terminato il percorso?
E' iniziato in marzo, dopo che la Scuola ha scelto il nostro progetto di laboratorio teatrale, e si è concluso verso fine maggio. Ha coinvolto le due seconde medie di Giove, e ogni classe ha sviluppato dieci incontri di due ore, tutti guidati da noi due insieme. Poi abbiamo avuto incontri con il dirigente scolastico, i docenti e anche con i genitori nell'ambito dei Consigli di classe, in marzo, per raccontare loro l'impostazione del laboratorio. Ogni famiglia ha anche avuto un foglio in cui abbiamo sintetizzato programma, obiettivi e metodologia del laboratorio.

Ci potete spiegare il progetto?
Il nostro laboratorio teatrale è un luogo concreto ma diverso dal contesto scolastico quotidiano, è un luogo protetto in cui permettere ai ragazzi di fare esperienza creativa di sé, mettersi in gioco, imparare ad ascoltare ed ascoltarsi, incontrando se stessi e gli altri. Per far questo lavoriamo in modo molto concreto, mettendo il 'sistema corpo' al centro di pratiche creative ed espressive in cui tutti possano ri-conoscersi e sperimentarsi in un ambiente non giudicanteCon l'obiettivo dell'inclusione e dell'educazione emotiva portiamo il gruppo classe a conoscere, giocare, e nello stesso tempo impegnarsi, in esercizi con il corpo e la voce, il ritmo e lo spazio, con la musica e le immagini, la scrittura creativa, la narrazione, la costruzione di personaggi e storie.

Quali sono state le risposte dei ragazzi?
Possiamo dire senz'altro che il laboratorio sia stato estremamente vitale e vivo, mai indifferente ai ragazzi, né a noi operatori, ingaggiati nell'analisi e nella comprensione e gestione di ogni classe e delle risposte individuali, a volte molto sorprendenti.

Dal diario di un'alunna: "In questa attività del teatro io personalmente mi sono divertita, certo è stato difficile alcune volte lavorare però magari ne abbiamo parlato e forse è servito parlare di ciò, in modo che abbiamo capito … invece di fare attività, delle volte parlare serve. All'inizio mi sembrava strano e poco divertente, poi dopo con il passare del tempo abbiamo iniziato a giocare, ballare, cantare, e quindi a divertirci ..."

E' chiaro che la scuola media rappresenta per i ragazzi un'età complessa, certe cose succedono e non si sa ancora perchè, si è in bilico tra due mondi e più spesso di quanto avremmo voluto, ci siamo trovati di fronte a giovani 'imbronciati', per un brutto voto, per un litigio tra compagni, per un malessere nato fuori dalla scuola, e allora il laboratorio è diventato catalizzatore e luogo dove le 'insoddisfazioni' potevano essere espresse senza conseguenze,e magari trasformate in un canto o una danza. Avendo scelto di privilegiare la lettura del contesto e l'emergere di criticità attraverso le proposte creative, questo è stato un ottimo risultato per il nostro intervento di teatro educativo e sociale.

Da un diario femminile: “Quest'attività alcune volte mi è piaciuta altre no. Poi, visto che nessuno mi ascolta, vi volevo dire una cosa sulla società perché penso che almeno voi mi ascoltate. La società di oggi vuole vedere, almeno per me preferisce vedere, due persone che si sparano invece di baciarsi …

Il fatto di essere due operatori presenti sul campo ha permesso un'attenzione continua al livello della motivazione espressa dagli studenti con atteggiamenti più o meno manifesti. Anche il rapporto con i docenti va sottolineato, poiché è stato importante. Ogni docente è stato presente al laboratorio interagendo in modo personale, discreto, il continuo confronto con loro ha costituito per noi uno strumento in più nella visione delle classi e possiamo dire che si sia stabilito con loro davvero un bel rapporto di scambio, specie con le /i docenti impegnate per più ore nel laboratorio. Li ringraziamo per la professionalità e la presenza.

Da un diario femminile: “Dopo questa esperienza io mi sento meglio. Fine scuola. Siamo cresciuti. Bello teatro. Da come siamo partiti ci siamo uniti molto”, da un diario maschile: “Mi sento bene perché sta finendo la scuola e mi sono divertito molto a teatro”.

Ancora una ragazza: “L'attività che più mi è piaciuta è stata costruire una scena che parlasse di Ruggero e Bradamante e il gigante. E' stato bello perché ci siamo messi in gioco, sfruttando al massimo le nostre capacità. Inizialmente questa attività non mi entusiasmava molto ma andando avanti ho capito che sarebbe stato divertente, e così è stato.

In ultimo un ragazzo che sintetizza così il suo percorso: “Qui si sta ENEB”.

Vostre riflessioni su cosa è accaduto...
Nel laboratorio teatrale a Giove la reazione di entrambe le classi alle pratiche esperienziali proposte e costruite intorno al 'sistema corpo’, ha dato subito un riscontro delicato e complesso. La seconda generazione dei nativi 'digitali' reagisce con fatica e disagio alle proposte che si concentrano sull'attenzione alla corporeità e al movimento, specie se si allontanano dai modelli veicolati e stereotipati proposti dai grandi media e social. Allora devi trovare dei compromessi, e avvicinarti più che puoi ai ragazzi, suggerendo poi all'orecchio nuove strade di espressione corporea. Va detto però che la reazione si è diversificata per 'genere', trovando le ragazze decisamente più a loro agio e incuriosite da questo tipo di attività.

Quale altro aspetto mettereste in evidenza?
Un ulteriore punto per noi molto importante è collegare ogni laboratorio con gli studenti con l’identità culturale e sociale del territorio, consentendo loro una reinterpretazione creativa nella visione e nella valorizzazione del proprio territorio.
Non sappiamo se potremo portare avanti il laboratorio con lla 2a e la 2b della scuola media di Giove, sappiamo però che continueremo a collaborare con loro attraverso il progetto Verdecoprente Re.Te. 2016. La scelta di ospitare giovani artisti di teatro e danza durante l'inverno nasce proprio dal desidero di creare questa relazione che negli anni si è sempre dimostrata fertile. Il percorso che abbiamo appositamente creato nel 2014 si chiama 'Classi di contemporaneo' ed è indirizzato agli studenti delle scuole del comprensorio amerino, delle cittadine che con l'Associazione Ippocampo promuovono Verdecoprente: Alviano, Amelia, Giove, Guardea, Lugnano e Montecchio. Il progetto, laddove le scuole lo accolgono, permetterà agli studenti degli Istituti Comprensivi del territorio di incontrare artisti della scena contemporanea di tutta Italia, conoscerne il processo creativo, fare e fruire da spettatori attivi lo spettacolo dal vivo. Con la finalità di educare alla visione di una creazione teatrale e alla sua lettura critica.