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Guida Slow Food "Osterie d'Italia" 2026, dieci le Chiocciole in Umbria

lunedì 20 ottobre 2025

Piccola sì, ma ricca di eccellenze. In una ristorazione italiana che cambia, tra nuove formule e apertura ai giovani, l’Umbria si conferma come un modello di continuità. I suoi borghi ricchi di storia, agricoltura locale e produzioni artigianali accolgono, infatti, osterie che lavorano “a filiera corta”, con ingredienti del territorio, ricette tradizionali e un’ospitalità vera. Ne ha selezionate dieci la 36esima edizione della Guida Slow Food “Osterie d’Italia”, presentata lunedì 20 ottobre e disponibile da mercoledì 22 ottobre.

Ad aggiudicarsi la Chiocciola, il riconoscimento riservato a “gli indirizzi che si contraddistinguono per l’eccellente proposta e per l’ambiente, la cucina e l’accoglienza in sintonia con Slow Food” sono “I Birbi” e “Stella” per quanto riguarda Perugia. Nella sua provincia: “L’Acquario” di Castiglione del Lago, “La Miniera di Galparino” di Città di Castello e ancora “Tipico. Osteria dei Sensi” di Montone, “La Cantina di Spello” a Spello, “Il Capanno” a Spoleto.

A Terni, invece, la sosta obbligata suggerita dal Sussidiario del Mangiarbere all’Italiana è da “Lillero”, in Valnerina all’Osteria dello Sportello di Arrone. A Orvieto, infine, è la storica Trattoria “La Palomba” a fregiarsi anche quest’anno della Chiocciola. Ognuno di questi locali rappresenta, a suo modo, un frammento dell’identità umbra: dalla cucina lacustre intorno al Trasimeno alle valli più interne e meno battute, fino alle aree più classiche della ristorazione umbra che, in molti casi, sono un incentivo in più anche al turismo interno della regione.

A presentare le osterie che hanno conquistato la Chiocciola è stata Cinzia Borgonovo, referente delle osterie per l’Umbria. “La Chiocciola – sottolinea al riguardo la presidente di Slow Food Umbria, Alessandra Cannistrà – non è un’etichetta ma un progetto di appartenenza. Il premio indica, infatti, che queste osterie rispondono a criteri ben precisi: cura delle materie prime, legame con il territorio, accoglienza, proposta gastronomica autentica. Nella nostra regione questo riconoscimento può contare su un valore assoluto e straordinario, quello di prodotti locali di grande qualità, dal tartufo alla lenticchia, dall’olio ai salumi, dallo zafferano ai legumi. Per non parlare dei Presidi Slow Food della regione.

Queste osterie spesso lavorano con filiera cortissima e con produttori artigiani. Dieci Chiocciole su 337 totali e 1.980 locali in Guida, sono un segnale che l’Umbria ce la fa anche su scala nazionale, che la sua offerta gastronomica non è certo marginale. Unisce offerta paesaggistica, storica e culturale a quella di una cucina che rinnova la tradizione, accessibile e di qualità per chi preferisce gustarsi la lentezza a una tavola vera, invece che nell’esperienza sempre più costruita e omologata dei ristoranti-evento”.

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