La Lumachella è Presìdio Slow Food. "Un riconoscimento alle tradizioni e all'identità di un territorio"

"Il riconoscimento della Lumachella di Orvieto come Presìdio Slow Food è un risultato che premia l’autenticità di un prodotto radicato nella nostra tradizione e frutto del lavoro di una comunità che ha saputo custodirlo nel tempo". Lo ha detto il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, nel corso dell’illustrazione del progetto che ha portato all’inserimento della lumachella orvietana tra i Presidi Slow Food e nel quale il Comune di Orvieto ha svolto il ruolo formale di Sostenitore del Presidio.
La presentazione pubblica si è tenuta come annunciato, domenica 18 maggio, in occasione dello Slow Food Day, nella Sala Consiliare del Comune di Orvieto alla presenza del vicepresidente di Slow Food Italia, Federico Varazi, della presidente di Slow Food Umbria, Alessandra Cannistrà, e del fiduciario di Slow Food Orvieto, Alessandro Lattuada. Al termine i presenti hanno potuto assaggiare le lumachelle realizzate dal Bar Montanucci con la ricetta originale.
“La Lumachella rappresenta un cibo semplice – afferma il sindaco – ma profondamente legato al territorio, alla manualità artigiana, alla qualità delle materie prime locali, un prodotto che è parte della nostra storia quotidiana, dei sapori di famiglia, della memoria collettiva. Questo è un passaggio significativo che valorizza non solo un elemento del nostro patrimonio gastronomico, ma anche un’intera rete di relazioni fatta di forni, produttori, ristoratori, scuole, associazioni e cittadini che si è messa insieme per questo obiettivo.
L'Amministrazione Comunale ha scelto di sostenere concretamente e formalmente il progetto, come soggetto Sostenitore del Presidio, perché crediamo fortemente che puntare sulle nostre vocazioni e valorizzare le tradizioni enogastronomiche significhi anche proteggere la nostra identità e rafforzare il tessuto economico e sociale del territorio. Significa puntare sulla qualità delle produzioni locali, sulle filiere corte, sulla sostenibilità e sulla tutela dei saperi tradizionali.
Significa anche creare nuove opportunità per chi lavora nel settore, per raccontare Orvieto attraverso le sue eccellenze e offrire ai visitatori esperienze autentiche. Questo risultato, che celebriamo in occasione dello Slow Food Day – conclude – è il primo passo di un progetto culturale partecipato che ora dobbiamo continuare a sviluppare nella consapevolezza che le tradizioni, se condivise e rinnovate, possono diventare strumenti concreti di coesione e crescita per l’intera comunità".

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