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Fabro nell'Associazione Nazionale delle Città del Tartufo

giovedì 2 febbraio 2023

"Il bianco e il nero, pregiato ed elogiato" è stato il motto che, a novembre, ha scandito la 33esima edizione della Mostra Mercato Nazionale del Tartufo e dei Prodotti Agroalimentari di Eccellenza confermando la volontà dell'Amministrazione Comunale di Fabro di puntare su una tipicità come il corpo fruttifero del fungo sotterraneo che, da Nord a Sud, conta sempre più estimatori. Lungo "La Via del Tartufo dal Piemonte alla Sicilia" mappata dall'Associazione Nazionale Città del Tartufo in un ideale percorso in 67 tappe c'è anche il più grande dei Comuni dell'Alto Orvietano.

Scorrendo l'elenco dalla A di Acqualagna – e, ovviamente, Alba dove l'associazione che oggi conta circa 70 iscritti è nata nel 1990 dalla volontà di dieci territori – fino alla V di Viano, in Umbria, oltre a Fabro sono solo altri nove e tutti in provincia di Perugia i centri appartenenti al circuito nazionale che valorizza il prelibato tuberaceo. Ovvero Campello sul Clitunno, Cascia, Città di Castello, Gubbio, Norcia, Pietralunga, Scheggino, Vallo di Nera e Valtopina. "A Fabro – sottolineano dal Comune – c'è, da sempre, un numero importanti di cavatori.

Fanno parte di un'associazione che si prefigge di valorizzare e promuovere il tartufo dell'Alto Orvietano a livello regionale e nazionale per farne sempre di più un volano economico in grado di stimolare le eccellenze del territorio. Il tartufo si trova in diverse zone del nostro comune e l’adesione all’Associazione Nazionale Città del Tartufo è un ulteriore certificazione di qualità". La storia associativa di quest'ultima rivela, infatti, come le città del tartufo siano riuscite a sintetizzare alcune vocazioni, inizialmente differenziate.

Non solo produzione e commercializzazione, ma anche promozione turistica così da rendere sinergico lo sviluppo del territorio e consolidare un rapporto di qualità con il consumatore. Statuto alla mano, in cima ai dieci scopi dell'associazione c'è quello di promuovere il ruolo che spetta agli enti locali nella valorizzazione e salvaguardia del territorio e dell’ambiente delle zone tartufigene, sia di quelle produttive da conservare che di quelle in declino da migliorare, sollecitando e favorendo l’emanazione di normative nazionali e regionali in materia.

E promuovere anche azioni volte alla tutela del tartufo di provenienza italiana per le sole specie di cui per legge è riconosciuta la cavatura e la commercializzazione attraverso la collaborazione con Comuni o Consorzi, Province e Regioni, istituti di ricerca e sperimentazione, centri studi, enti del turismo, associazioni agricole di categoria e associazioni di commercianti di tartufo. Organizzare e coordinare, poi, le manifestazioni promozionali dedicate al tartufo consentendo la partecipazione agli enti associati con spazi adeguati.

Promuovere le manifestazioni dei Comuni aderenti e i convegni tecnici per la conoscenza e la valorizzazione dei singoli territori. E ancora valorizzare, in collaborazione con le associazioni dei cercatori di tartufi e dei tartuficoltori, le conoscenze e le pratiche tradizionali della cerca e cavatura del tartufo attraverso studi, ricerche, inventariazioni, compilazione archivi, attività di formazione e promozione e di tutte quelle buone pratiche ed iniziative che, di volta in volta, saranno individuate come necessarie allo scopo.

Favorire incontri tra le varie associazioni di cercatori e cavatori e di coltivatori per dibattere i problemi del settore e giungere alla proposta di norme comuni di cavatura e commercializzazione da presentare agli enti legislativi preposti. Incentivare l’informazione e la formazione per la diffusione della cultura del tartufo con la pubblicazione di sussidi scolastici, studi tecnici, atti convegnistici, carte e mappe per la zonizzazione tartuficola e guide ad uso turistico. E l’attività di ricerca scientifica per la soluzione delle problematiche legate alla produzione del tartufo.

Sia spontanea che coltivata, in collaborazione centri pubblici già in essere e quelli che verranno istituiti. Infine promuovere iniziative e/o programmi di lavoro che favoriscono la tutela del consumatore, sia per il consumo di tartufo fresco che dei prodotti derivati coinvolgendo tutti i soggetti, pubblici e o privati, per il raggiungimento di dette finalità ed operare per l'individuazione, il riconoscimento e la promozione di marchi di qualità e/o di uso collettivo del tartufo, per Regioni, Province o aree vaste tenendone un apposito registro. 

Per ulteriori informazioni:
www.cittadeltartufo.com