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Profumo di mosto (e tradizione) alla quinta edizione della Festa della Vendemmia

giovedì 23 settembre 2021

"Sono i giorni più belli dell’anno. Vendemmiare, sfogliare, torchiare non sono neanche lavori. Caldo non fa più, freddo non ancor…". Così Cesare Pavese nel suo ultimo romanzo, "La luna e i falò" pubblicato nell'aprile del 1950 descriveva i giorni della vendemmia. A distanza di 71 anni, lo spirito che inebria l'autunno è ancora lo stesso. Sì, perché unendo tradizione e innovazione la raccolta dei frutti della vite rappresenta il coronamento di un intero anno di lavoro in vigna e coincide con un momento di festa e aggregazione.

È ancora così, nonostante l'incertezza dettata dall'emergenza sanitaria, a Castiglione in Teverina dove la Pro Loco con il patrocinio del Comune e la collaborazione di una serie di associazioni organizza per sabato 25 e domenica 26 settembre la quinta edizione della Festa della Vendemmia. Tra taverne, presentazioni e passeggiate a cavallo, da non perdere "Tevere Fiume Di-Vino", la degustazione ai banchi d'assaggio in collaborazione con i sommelier della Delegazione Fisar di Viterbo al MUVIS, al civico 12 di Piazza del Poggetto, e che propone un vero e proprio percorso enoico.

Sarà questa l'occasione, infatti, per degustare le espressioni vinicole più rappresentative dei territori del Tevere e dei suoi affluenti. A fronte del pagamento di un ticket da 10 euro sarà possibile effettuar dieci degustazioni con calice e sacca omaggio. "Un tributo al Tevere, un tempo venerato come divinità, storica via di comunicazione, prezioso habitat naturale ma anche fiume che ha caratterizzato l’agricoltura e la viticoltura" sottolineano gli organizzatori, intenti a (e contenti di) portare avanti una produzione attenta alla qualità ed a una cultura che ha radici antiche.

Non è un caso, infatti, se a Castiglione in Teverina abbia sede il Museo del Vino e delle Scienze Agroalimentari più grande d'Europa. "Il valore storico ed antropologico della vendemmia – suggeriscono proprio dal MUVIS – risale a tempi molto antichi e si è tramandato di generazione in generazione attraverso metodi di lavoro agricolo e tradizioni contadine, oltre che per l’importanza dei suoi aspetti culturali e tradizionali che caratterizzavano la vendemmia come evento annuale di lavoro e condivisione sociale. Le giornate della vendemmia erano le più attese dai contadini.

Era questo il momento di tirare le somme di un'intera annata di lavoro e di fatiche, non sempre giustamente ripagate a causa di un'improvvisa grandinata, di inverni troppo rigidi o del perdurare della siccità. Il momento del pranzo, poi, era un vero rito. Le donne arrivavano nei campi con cesti ricolmi di vivande caserecce che disponevano sopra una tovaglia distesa sul prato. La vendemmia era lavoro ma anche condivisione, un rito fatto di fatica e di soddisfazione.

Oggi la vendemmia viene fatta sempre più spesso meccanicamente per ridurre i costi manodopera. Questo tipo di vendemmia offre ottimi risultati in termini di qualità del lavoro, di prodotto ottenuto, di rapidità, di raccolta notturna e di riduzione dei costi, soprattutto in presenza di superfici ampie su cui operare". Poesia e suggestioni sono, dunque, da ricercare in quel nettare degli dei che finisce prima in botte, poi in bottiglia e quindi nel bicchiere o, meglio ancora, nel calice da alzare in compagnia, dopo aver pigiato l'uva con i piedi.

La manifestazione avrà luogo nel rispetto delle normative anti Covid. Richiesto il Green Pass.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni (obbligatorie):
335.6079041 – 338.8982562

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