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TRAMercato: il mercato della terra torna alle origini. Ed è subito comunità

martedì 16 giugno 2020
di Davide Pompei
TRAMercato: il mercato della terra torna alle origini. Ed è subito comunità

I formaggi di mucca della Fattoria La Goccia, quelli di capra della Fattoria Ma' Falda. Le fragole di Casa Vespina, il pane e i grissini di grani storici italiani di lievito madre dell'Azienda Agricola Janas. E poi il vino naturale di Casa Agricola Malauva, le mandorle di Sicilia prodotte dall'Azienda Agricola della Casa Circondariale di Siracusa, il succo di frutta delle terre liberate dalla mafia e il guaranito brasiliano distribuite da "Piano Terra. Bottega del Commercio Equo e Solidale".

Questi i prodotti della Comunità Rurale Diffusa in degustazione che lunedì 15 giugno hanno apparecchiato la tavola in prossimità dell'anfiteatro dei Giardini Pubblici di Orvieto Scalo, adiacenti Via Monte Terminillo. Qui sabato 11 luglio, da mattina a sera, debutterà TRAMercato, mercato rionale di piccoli produttori locali – una dozzina, al momento, ma destinati ad aumentare – che si ripeterà ogni secondo sabato del mese.

Si tratta di una delle iniziative del progetto di innovazione sociale "Trame di Comunità", elaborato dalla Cooperativa Sociale "Il Quadrifoglio", capofila, insieme all'Associazione Val di Paglia Bene Comune, l’Associazione "Senza Monete" e la Cooperativa di Comunità O.A.S.I. Agricola di Allerona, aderente al progetto "Raccolti di Comunità". Del gruppo di lavoro fanno parte anche Comunità Rurale Diffusa, Istituto Agrario di Fabro e Condotta Slow Food.

La novità di questo mercato contadino è da individuare nel regolamento, una sorta di documento di autodisciplina con il quale i partecipanti si impegnano a realizzare valori di sostenibilità, qualità, equità. Da Orvieto Scalo si rivolge in particolare ai suoi residenti e a quelli di Ciconia e Sferracavallo, in un luogo al centro del quartiere raggiungibile senza spostare l'auto e con distanze pedonali accettabili dai parcheggi esistenti.

Uno spazio urbano dove incontrare direttamente contadini ed allevatori per recuperare il senso originario della parola "mercato". Non solo anonimi flussi economici, ma un momento di scambi, confronti, amicizia. Un luogo dove comprare nel segno della qualità, fare conoscenza di chi il cibo lo produce, del "modello orvietano di agro-ecologia", capire le differenze tra agricolture e fruire di iniziative culturali e musicali, piccoli intrattenimenti ed occasioni ricreative per bambini.

Ovviamente in forme compatibili con le norme di polizia sanitaria emanate dalle autorità in periodo di emergenza Covid che, anzi, proprio un mercato all'aperto va a realizzare in forme adeguate. Un mercato contadino allo "stato nascente" che, alla brama del profitto preferisce il giusto riconoscimento, all’interazione sbrigativa e impersonale la relazione fiduciaria ed onesta, alle seduzioni della pubblicità la conoscenza del fare e del fatto.

Perché se è vero che "mangiare è un atto agricolo" e le scelte alimentari condizionano le pratiche agricole, come ha insegnato Wandel Berry, TRAMercato aggiunge volentieri l'idea che è anche un atto "eco-sistemico e paesaggistico". Senza le piccole ed ostinate realtà agricole che stanno rianimando villaggi, casali diruti e campi abbandonati verrebbero a mancare prodotti dei quali l'Orvietano mena vanto quando punta a farsi conoscere attraverso i piaceri del palato.

"E le memorie del fare – aggiungono i promotori – con cui celebriamo il campionario locale delle arti minori rurali. Quello che verrebbe a mancare è anche il paesaggio, quel susseguirsi ritmico di boschi, campi, vigneti grandi e piccoli, chiazze di olivi che salgono in groppa alle colline, orti dentro e fuori antiche mura. Una musica scritta per gli occhi che non è dono della natura benigna ma del lavoro e della fatica di generazioni".

L'incontro diretto con produttori di cereali, legumi, formaggi e latticini, ortofrutta, carne, olio e vino e relative esperienze sarà, quindi, l’occasione per conoscere da vicino un mosaico di piccoli stupori agroalimentari e ricomporre un paniere orvietano, da anni invocato ed ora ricomposto, attraverso la passione e il lavoro di donne e uomini, in prevalenza giovani. Da questa "trama agricola diffusa" sta nascendo una comunità di consumatori.

Sempre più consapevole, sensibile ed attenta alla sostenibilità e alle interrelazioni che legano uomini, culture alimentari e qualità della vita. Una rete che è anche una sorta di gruppo di acquisto che ha preso coscienza di sé e delle sue virtualità. Mettendo insieme nuovi contadini, agricoltura sociale, ricercatori indipendenti e associazioni si è definito un progetto di innovazione che ricompone una comunità di pratiche, saperi, passioni.

Ambizione, riportare il mercato alle origini. "Trame di Comunità – ha spiegato Fabiola Mocetti, presidente della Cooperativa 'Il Quadrifoglio' – è nato dall'intreccio di esperienze, nel tentativo di sistematizzare una serie di realtà già presenti sul territorio e strutturarne di nuove. Per fare questo, è stata istituita un'associazione temporanea di scopo che ha coinvolto circa quaranta associazioni del Terzo Settore. Tre le aree d'intervento: economia del dono, patrimonio territoriale e patrimonio sociale".

"Il contributo che abbiamo voluto dare al progetto – ha aggiunto Eleonora Satta, coordinatrice dei produttori (nella foto, al centro) – è la nostra esperienza fatta nel tempo con i mercati della Comunità Rurale Diffusa che sono da sempre momenti di condivisione e partecipazione. La nostra speranza come contadini che vivono su questo territorio è che si riescano ad unire le grandi potenzialità e la dedizione delle varie associazioni formando una rete".

"La Condotta Slow Food – ha proseguito la fiduciaria, Claudia Consalvosarà presente in TRAMercato nel suo naturale ruolo formativo, fornendo le sue competenze per contribuire alla riuscita del progetto. Al centro della nostra attività, c'è l’educazione verso un cibo buono, pulito e giusto che per Slow Food è un piacere, un’occasione ludica e conviviale in cui sentirsi bene". Pera di Monteleone, Svinnere e Lumachella, i prodotti inseriti nell'Arca del Gusto. Fagiolo Secondo del Piano, il Presìdio.

Sulle potenzialità dell'inclusione sociale nell'agricoltura contadina e la dimensione del servizio alla comunità, si è soffermato poi Arturo Lavorato, animatore sociale per la Cooperativa OASI Agricola. "Oltre a quella ecologica – ha detto – c'è una sostenibilità economica difficilmente perseguibile a prescindere da una comunità. La nostra agricoltura è sociale per la capacità di socializzare i propri obiettivi a partire dall'ascolto delle esigenze comuni".

"La prima proposta, ispirata dalla necessità di conoscere ed analizzare le abitudini, le propensioni e le eventuali resistenze del tessuto sociale con cui questo progetto mira ad instaurare un rapporto dialettico – ha concluso l'antropologa Viola Lucrezia Giuliani, spinta da curiosità etnografica – è stata l’ideazione e la somministrazione online del questionario che sarà presto diffuso anche in cartaceo per conoscere meglio le abitudini di consumo della popolazione".