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"BirrAlfina" con la sua Annozero vince il premio di categoria a "Birra dell'Anno"

giovedì 20 febbraio 2020
di Davide Pompei
"BirrAlfina" con la sua Annozero vince il premio di categoria a "Birra dell'Anno"

Il nome racchiude orgogliosamente anche il luogo di produzione. Ma è il sapore del prodotto finale a fare del progetto – nato a fine novembre proprio di fronte a quattro boccali di birra e cementato da una salda amicizia – qualcosa di unico. Tra i Comuni di Orvieto e Castel Giorgio, su quello che da molti è considerato uno dei posti migliori della zona per l’agricoltura e l’allevamento, sorge un piccolo birrificio agricolo dove si produce BirrAlfina. Una realtà giovane, ma promettente.

Che ha convinto anche oltre cento esperti in qualità di giudici del concorso "Birra dell'Anno 2020", indetto da UnionBirrai, l'associazione di categoria dei birrifici indipendenti italiani, appena conclusosi a Rimini. Merito delle caratteristiche della Belgian Blond che, in un lotto di 108 partecipanti, ha conquistato la vetta della Categoria 25. In degustazione 2145 birre iscritte da 302 birrifici. Circa 3600, invece, le bottiglie che ogni mese il birrificio dell'Alfina è in grado di far arrivare nei locali della zona.

"La nostra azienda – spiegano i titolari Alessandro, Ilenia, Marco e Tatiana si sviluppa al centro di un territorio dove il tempo sembra essersi fermato, dove l’aria pulita, i campi coltivati, i profumi della campagna, i cieli dipinti di mille colori conferiscono quel clima magico che accompagna volentieri le giornate di lavoro. Il nostro focus è la qualità del prodotto e la ricerca di ingredienti, ed è per questo che per la nostra birra utilizziamo materie prime da noi prodotte.

Le acque purissime che arrivano dal Monte Amiata contribuiscono a dare quel tocco in più per un risultato eccellente". Il resto lo fa un impianto costituito da due fermentatori da 600hl e da una Sala Cottura – Modello MBS300 fornito da un'altra eccellenza tutta locale come la Ditta Spadoni. Per arrivare ad un sorso di Belgian Blond bisogna passare per la cosiddetta "cotta" che dura almeno una giornata. Poi è la volta di macinazione, ammostamento, saccarificazione, filtrazione e bollitura.

E ancora la fase del luppolamento, il raffreddamento e l'aerazione, la fermentazione, l’imbottigliamento e la rifermentazione. Operazioni per quali si impiegano complessivamente una ventina di giorni. Un tempo necessario per andare oltre il sapore della classica birra commerciale e lanciare sul mercato un prodotto che è sintesi di sperimentazione e investimento di tempo – extra lavorativo, soprattutto nei fine settimana – oltre che economico ripagato dai risultati.

Una sfida imprenditoriale, insomma, animata dalla passione ma tutt'altro che improvvisata. Fondamentale, almeno in questa fase, oltre ad un periodo di formazione anche il supporto di un mastro birraio nella creazione di un prodotto "puro e naturale al 100%", realizzato con ingredienti a chilometro zero provenienti proprio dall'Alfina. Nasce così la titolata "Birralfina. Annozero", chiara in stile Belgian Blond Ale ad alta fermentazione e bassa gradazione alcolica.

Ma anche "Velzna", birra in stile American Amber Ale non filtrata e rifermentata in bottiglia. Ambrata con schiuma avorio, fine, persistente, abbastanza aderente, velata. Alla soddisfazione di chi produce, fa eco anche quella di Simone Monetti, direttore operativo di UnionBirrai, "non solo – dice – perché il numero delle birre iscritte continua a salire, ma anche perché questa crescita va di pari passo con l’aumento della qualità. La birra artigianale italiana sta andando nella direzione giusta".

Per ulteriori informazioni:
www.birralfina.com

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