Approvato lo stanziamento di 53.000 euro per progetti dedicati all'integrazione

La Giunta Regionale dell’Umbria ha approvato due importanti provvedimenti collegati alla Legge Regionale 18/1990, che regolamentano gli interventi a favore delle politiche sull’immigrazione e l’integrazione. Il primo è il Programma annuale degli interventi a valenza territoriale, per il quale è stato previsto uno stanziamento complessivo pari a 53.000 euro a valere sul bilancio regionale 2025. Il secondo riguarda l’avvio del procedimento per la ricostituzione della Consulta regionale immigrazione.
Il Programma annuale individua gli ambiti d’intervento prioritari per la realizzazione di progetti con finalità educative, sociali e culturali proposti da enti locali, scuole, associazioni e cooperative sociali. I fondi saranno così ripartiti: 10mila euro destinati a Comuni e altri enti pubblici, 15.000 euro alle scuole, 20.000 euro alle associazioni e 8.000 euro alle cooperative sociali.
“Con questo atto - spiega l’assessore regionale al Welfare e all’Istruzione Fabio Barcaioli - ribadiamo l’impegno della Regione nel sostenere la coesione sociale attraverso iniziative che nascono nei territori, promuovono l’inclusione e valorizzano il ruolo attivo delle comunità. Riteniamo strategico il coinvolgimento diretto di enti pubblici, scuole, associazioni e cooperative nel costruire percorsi condivisi di integrazione”.
Parallelamente, la Giunta ha deliberato l’avvio del procedimento per la ricostituzione della Consulta regionale immigrazione, organismo tecnico previsto dall’art. 3 della legge regionale 18/1990, il cui funzionamento era da tempo sospeso. Saranno ora individuati, tramite un avviso pubblico e richieste dirette di designazione, i rappresentanti delle realtà associative, istituzionali, sindacali e culturali chiamate a farne parte.
"La ricostituzione della Consulta - conclude Barcaioli - è un passo necessario per aggiornare il confronto istituzionale sull’integrazione, rendendolo aderente alle profonde trasformazioni sociali e demografiche avvenute in Umbria negli ultimi anni. La Consulta dovrà tornare a essere uno spazio di ascolto e proposta, capace di raccordare esperienze diverse in una visione condivisa".

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