politica

Invaso sul Paglia. "Interventi di questo tipo possono rappresentare anche un'opportunità per il territorio"

mercoledì 2 luglio 2025

In merito al percorso di dibattito pubblico relativo alla proposta di realizzazione di un invaso sul fiume Paglia, il Gruppo Consiliare “Cambiare si può" ritiene doveroso offrire alla cittadinanza alcune considerazioni che intendono andare oltre la logica del "Sì” e del "No", con la serietà e il senso di responsabilità che un tema di questa portata richiede.

Il tema è complesso e merita di essere affrontato senza pregiudizi e senza semplificazioni, dando il giusto spazio alle competenze e ai dati oggettivi. È quindi opportuno sottolineare che i tecnici dell’AUBAC (Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale), ente dello Stato posto sotto il controllo del Ministero delle Infrastrutture, sono professionisti di altissimo profilo, con competenze specifiche e comprovate nella pianificazione idraulica, nella sicurezza idrogeologica e nella gestione delle risorse ambientali. È lo stesso ente che oggi gestisce con competenza e rigore oltre 400 invasi in tutta Italia, a dimostrazione che si tratta di strumenti consolidati e fondamentali per la tutela dei territori e delle comunità.

Con altrettanta chiarezza rileviamo come parte del fronte contrario all’opera si sia ormai arroccato su posizioni meramente preconcette, facendo leva su pareri e contributi provenienti da soggetti che non possiedono le medesime competenze tecnico-scientifiche dei professionisti incaricati dall’AUBAC.

Non solo. È necessario che i cittadini sappiano – perché questo è emerso chiaramente da documenti ufficiali e dal confronto pubblico – che l’alternativa proposta da chi dice "No" all’invaso e alle soluzioni tecniche presentate dai soggetti competenti, è rappresentata dalla rimozione degli immobili collocati nella zona industriale di Orvieto.

Una proposta che, con il placet anche di alcune amministrazioni, viene indicata come strumento di mitigazione del rischio idraulico e di gestione delle piene: smantellare l’intera zona industriale di Orvieto per far posto all’acqua.

Se questa deve essere la base del dibattito, se questo deve essere il livello su cui si vuole condurre la discussione su un tema così serio, noi ci sganciamo completamente da questa logica. Non ci appartiene la contrapposizione sterile e ideologica, non ci appartiene il gioco delle tifoserie, né tantomeno l’approccio che sacrifica lo sviluppo, il lavoro e la tutela delle comunità locali sull’altare del “no” pregiudiziale a qualsiasi proposta.

Purtroppo, abbiamo già potuto constatare come parte del fronte contrario all’opera abbia dimostrato, anche nei confronti del nostro gruppo consiliare, una scarsa propensione al confronto civile e al dialogo, preferendo spesso il ricorso a toni derisori e denigratori, specialmente tramite i canali social, verso chiunque osi esprimere pubblicamente una posizione favorevole o semplicemente aperta alla valutazione delle ragioni del sì. È un atteggiamento che respingiamo con fermezza e che consideriamo non solo sterile, ma anche dannoso per la qualità del dibattito democratico e per la crescita di una comunità matura e consapevole.

Per quanto ci riguarda, ciò che vogliamo portare all’attenzione della cittadinanza è una riflessione matura e concreta: interventi di questo tipo, se ben progettati e se accompagnati dalle opportune garanzie ambientali e sociali, possono rappresentare non solo una risposta al rischio idraulico, ma anche un’opportunità per il territorio.

Un’opportunità in termini di:
- gestione sostenibile delle risorse idriche;
- possibili ricadute economiche e produttive, ad esempio attraverso la produzione di energia idroelettrica o la disponibilità di risorse idriche per l’agricoltura e per gli usi civili;
- rigenerazione delle aree rurali e interne, oggi sempre più marginalizzate e abbandonate dallo Stato centrale.

Siamo consapevoli che la posizione che il nostro gruppo ha assunto è una posizione che richiede coraggio. È molto più facile, da un punto di vista politico, aderire in modo acritico al fronte del no, rifugiandosi in una contrapposizione che non affronta la complessità di un problema che è estremamente serio e cruciale per il futuro del nostro territorio.

Abbiamo invece scelto la via più difficile, quella della responsabilità, quella che prova a parlare alle coscienze di una maggioranza silenziosa, forse fino ad oggi distratta o indifferente rispetto a questa discussione, ma che sappiamo essere molto più attenta, ragionevole e consapevole di quanto certi slogan lascino intendere.

Per queste ragioni, ribadiamo con forza che il vero dibattito non è tra “fare” o “non fare”, ma su come fare e su quali benefici sociali, ambientali ed economici possano derivare da un’opera che deve essere valutata con serietà, senza preconcetti e senza scorciatoie ideologiche. Il nostro impegno è quello di continuare a seguire questo percorso con senso di responsabilità, nella convinzione che amministrare significa guardare oltre il presente, costruire soluzioni, non limitarsi a dire di no.

Gruppo Consiliare "Cambiare si può"

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