"Fermare il riarmo e non i treni per salvare l'Italia"

Martedì 1° luglio si è svolta un'iniziativa sotto la sede di Trenitalia, a Roma, promossa dai Comuni dell’Orvietano, del Trasimeno e della Valdichiana Senese. Hanno partecipato anche le Amministrazioni dell’Amerino e del Viterbese, presenti le delegazioni dei Comitati pendolari. Al centro della protesta i disagi, i ritardi e le mille peripezie per chi va in treno verso e da Roma.
Mentre questo piccolo drappello viaggiava verso la Capitale, i social sono stati invasi dai commenti sul nuovo Piano strategico nazionale per le Aree Interne 2021/2027 (P-SNAI). Nell’illustrare l’obiettivo 4 (Accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile) sostanzialmente si dice che queste aree del Paese (13 milioni di cittadini che abitano il 60% del territorio in 4.000) vanno abbandonate a se stesse.
Non conviene più investire risorse per tenerlo agganciate alle grandi città. Allora teniamo ben in mente questa parola: "spesa". E torniamo un attimo al problema dello sfascio ferroviario. Molti attribuiscono i ritardi alla massiccia dose di lavori che in poco tempo hanno investito tutta la rete ferroviaria grazie alle risorse del PNRR. La cosa ha un fondamento. Ma potrebbe valere per l’oggi. In realta sono filtrate le notizie sul nuovo orario invernale e molte conferme che ci dicono che questa situazione verrà cristallizzata cosi come è: niente piu treni regionali sulla Direttissima.
Lì dovranno passare, oltre alle nostre Frecce ed Italo, anche treni francesi e tedeschi. Per il resto dei cittadini che siano pendolari, studenti o turisti rimangono treni regionali su linee scadenti con tempi di percorrenza e costi aumentati. Ecco che allora la nuova visione governativa delle Aree Interne comincia ad avere conferme serie. Infatti è noto che uno dei principali elementi della coesione sociale è proprio la mobilita. Pertanto l’abbandono dell’Italia minore prosegue anche su questo terreno dopo aver tagliato i fondi ai comuni, alla sanità e alla scuola.
Non appena annunciata la manifestazione di oggi a Roma sono iniziati i distinguo e gli scarica barile. La più suggestiva quella fornita dal sindaco Bandecchi in una riunione di sindaci della Provincia di Terni, secondo il quale per risolvere il problema (oltre alle sue telefonate con il ministro Salvini) ci vogliono i soldi delle Regioni. Tesi ripresa anche da qualche incauto esponente politico locale. Tesi ridicola poiché le Regioni non hanno nessuna giurisdizione sulle tratte ferroviarie nazionali.
In realtà dobbiamo richiamare la famosa parolina magica: Spesa. Chi pagherà la Spesa che ci stanno costringendo a fare per partecipare ai conflitti decisi da altri, per i loro interessi diretti? Credo che i cittadini debbano iniziare a capire che la situazione è molto peggiore di quella gia terribile che percepiamo oggi. C’è una stretta in atto e per ora la coperta viene tagliata alle periferie, sociali e territoriali. I sindaci che oggi sono scesi in campo, senza guardare alle sfumature devono rapidamente mettersi alla testa di un movimento a difesa dei territori.
Ancora si puo cambiare la direzione.

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