"Farwest o taserland: preferiamo una città cardioprotetta"

Troviamo sconcertante che il vicesindaco della nostra città, come tale rappresentante di tutta la cittadinanza e non semplice militante di una forza politica di parte, possa esprimere pubblicamente affermazioni come quelle lette in questi giorni. Ancora più paradossale è che la scelta dell’abito e del pulpito da cui elargire sermoni, la possa esercitare in forza della democrazia, nata con la Repubblica il 2 Giugno 1946 e poi con la Costituzione, che guarda caso le forze di sinistra e tutte le componenti democratiche hanno ottenuto dopo aver sconfitto una dittatura.
Il merito specifico della questione, su cui il vicesindaco di Orvieto o il cittadino Stefano Spagnoli cerca di rispondere, riguarda esclusivamente la scelta di dotare il Corpo dei Vigili Urbani di uno strumento, per intenderci di un’arma, che in quanto tale, vanta al medesimo tempo capacità offensive piuttosto che difensive, anche se “addolcite” per comodità, o altro, come puramente deterrenti. A sostegno del provvedimento vengono sciorinati riferimenti ad eventi di contestazione di massa, decisamente lontani dalla nostra realtà orvietana con meno di 20.000 abitanti.
Quello che da cittadini orvietani, prima che gente di sinistra, ci interessa acquisire dal vicesindaco di Orvieto e non certo dal signor Spagnoli, è la certificazione da parte di una struttura competente e preparata, che in tutta verità stentiamo ad individuare, che la soluzione taser, oltre che necessaria e prioritaria verso un problema concreto, sia la sintesi più appropriata di una completa valutazione di costi e benefici, contestualizzata alla realtà Orvieto. Inoltre, chiediamo lumi sulle conseguenze derivanti dall’utilizzo dello strumento su persone affette da sintomatologie particolari.
Questo, sempre assodata la capacità e competenza degli eventuali utilizzatori, anche queste da certificare, di fronte a possibili rischi, uno per tutti quello cardiaco, che richiederebbero intervento sanitario immediato di soggetto esperto. Sottolineiamo anche che la raccolta firme in atto, alla quale abbiamo singolarmente aderito, è rivolta ai semplici cittadini come tali, prescindendo dal loro qualificarsi, ovvero esibire tessere di appartenenza politica. In quanto tale, anche se sgradita al signor Spagnoli, il vicesindaco ha il dovere di rispettarla senza commenti, quale atto democratico di espressione popolare.
Per tutto il resto, ed è la quasi totalità dell’intervento, rilevandone la palese attinenza alla militanza politica del signor Spagnoli, non volendo scendere sulla profondità di analisi e deduzione dell’attuale momento storico e sociale del nostro Paese (si commentano da sole), per i principi etici che da sempre ci caratterizzano, rimandiamo al mittente affermazioni gratuite ed offensive su quali siano i sentimenti di gratitudine, rispetto e stima per le forze dell’ordine in generale, sul ruolo del soggetto pubblico e su quanto da parte della sinistra, in questo Paese, sia stato fatto per la legalità e la tutela dei diritti delle persone tutte, a prescindere dal colore della loro camicia!
Ci sentiamo infine di sensibilizzare, come stanno facendo alcune realtà civiche orvietane, sul tema di dotare la nostra città di DAE (Defibrillatore Semiautomatico Esterno), che potrebbero salvare la vita a persone colpite da attacchi cardiaci. Noi siamo sempre pronti al dialogo e a fare proposte alternative per il bene comune, forse altri non lo sono.
Pci Federazione Orvieto

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