Nicola Lagioia direttore di UmbriaLibri, per l'opposizione "Scelta inaccettabile e incoerente"

“Apprendiamo con forte perplessità della nomina di Nicola Lagioia a direttore della rassegna Umbria Libri. Riteniamo inopportuna la decisione di affidare la guida di una manifestazione culturale così prestigiosa a una figura che in passato si è resa protagonista di affermazioni sessiste e profondamente offensive nei confronti delle donne". È quanto dichiarano i consiglieri regionali di opposizione Donatella Tesei e Enrico Melasecche (Lega Umbria), Eleonora Pace, Paola Agabiti e Matteo Giambartolomei (Fratelli d’Italia), Andrea Romizi e Laura Pernazza (Forza Italia), Nilo Arcudi (Tesei presidente-Umbria civica).
"Le parole rivolte alla scrittrice Melissa P. sono state oggetto di legittime proteste e di una forte indignazione da parte del mondo culturale e femminile. Ancora più preoccupante – sottolineano gli esponenti dell’opposizione - è stata la reazione dello stesso Lagioia, che ha bollato come ‘aggressive’ le donne che manifestavano pacificamente contro di lui, senza mai assumersi pienamente la responsabilità delle sue dichiarazioni. In un momento storico in cui il rispetto e la parità di genere dovrebbero essere valori irrinunciabili, la scelta della sinistra umbra, che a parole si erge a paladina della ‘lotta al patriarcato e alla cultura sessista’, appare profondamente ipocrita e incoerente. Ancora una volta la distanza tra i proclami e le azioni concrete è abissale”.
“Ci rivolgiamo – concludono i consiglieri regionali - alle donne di buonsenso anche all’interno della sinistra: intervengano per contrastare una decisione che offende il buon gusto, la coerenza e i principi fondamentali della dignità femminile. Chiediamo con forza alle istituzioni competenti di rivedere questa nomina e di garantire che alla guida di manifestazioni culturali pubbliche siano chiamate figure che incarnano valori di serietà, rispetto e credibilità. E non possiamo infine non ricordare le parole dell’assessore regionale Tommaso Bori, che in campagna elettorale dichiarava di voler ‘restituire l’Umbria agli umbri’: oggi assistiamo invece alla nomina, calata dall’alto, di un direttore pugliese, estraneo al tessuto culturale e sociale della nostra regione. L’Umbria merita coerenza e rispetto”.

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