"La giungla delle addizionali Irpef regionali in relazione ai conti della sanità"

Attualmente le regioni con la sanità commissariata sono Molise e Calabria, mentre quelle con piano di rientro sono Lazio, Abruzzo, Campania, Sicilia e Puglia.Tra le due regioni commissariate si nota già una discrepanza di misure adottate con il Molise che ha portato le aliquote ai massimi consentiti dalla legge mentre la Calabria ha mantenuto una aliquota unica ai minimi stabiliti dalla legge.
Analogamente le regioni sottoposte a piano di rientro si differenziano tra loro con il Lazio, Abruzzo, Piemonte e Liguria con aliquote ai massimi e Sardegna, Sicilia e Puglia con aliquote ai minimi. Tra le regioni non interessate da piani di rientro o commissariamento spiccano Toscana, Umbria ed Emilia Romagna che, diversamente da tutte le altre regioni, hanno portato le aliquote dell’addizionale Irpef ai massimi consentiti.
In conclusione in Italia il carico fiscale complessivo a parità di reddito può variare geograficamente anche di 2 punti percentuali che tradotto in termini assoluti può valere oltre 1000 euro l’anno di tasse in più per ogni famiglia. È evidente che le regioni, e l’Umbria non fa eccezione, da enti territoriali di ridistribuzione della ricchezza nazionale si stanno trasformando in enti territoriali federali che devono provvedere a integrare autonomamente le risorse disponibili per assicurare i servizi ai cittadini e svolgere le proprie funzioni.
In questo contesto epocale, aggravato in Umbria dalla sofferenza in cui è precipitato il suo sistema sanitario, va inquadrata la recente manovra tributaria varata dalla Giunta Proietti volta a salvaguardare gli equilibri finanziari della Regione e con essi la continuità dei servizi. Tuttavia, quando si è costretti ad aumentare le tasse, occorrerebbe evitare la ridondanza delle storture di un sistema fiscale nazionale già compromesso da un elevato tasso di evasione e da inique differenze corporative per cui i rincari finiscono con il pagarli solo coloro che già pagavano regolarmente, principalmente pensionati e lavoratori dipendenti del ceto medio, mentre, chi evade, continua ad evadere e a non pagare.
L’equità non è affatto garantita dagli automatismi basati sui redditi dichiarati occorre guardare piuttosto ai redditi realmente disponibili delle famiglie ovvero al loro reale potere d’acquisto misurato a valle della tassazione primaria, nonché alle limitazioni di accesso ai bonus, alle esenzioni e alle differenziazioni nelle tariffe per servizi sanitari, scolastici e così via che, tutti insieme, costituiscono la diffusa e importante rete del welfare.
Più equo e più funzionale sarebbe il ricorso alle cosiddette tasse di scopo che l’ordinamento mette a disposizione dove , a priori, vengono fissati gli obiettivi da raggiungere, una più ampia e mirata base contributiva e il monitoraggio puntuale della spesa.
Massimo Gnagnarini,
presidente regionale dell'Umbria di Italia Viva

Nota della Redazione: Orvietonews, giornale online registrato presso il Tribunale di Orvieto (TR) nr. 94 del 14/12/2000, non è una bacheca pubblica. Pur mantenendo fede alla disponibilità e allo spirito di servizio che ci ha sempre contraddistinto risultando di gran lunga l’organo di informazione più seguito e letto del nostro territorio, la pubblicazione di comunicati politici, note stampa e altri contributi inviati alla redazione avviene a discrezione della direzione, che si riserva il diritto di selezionare e modificare i contenuti in base a criteri giornalistici e di rilevanza per i lettori.