Disagi per i trasporti ferroviari, i sindaci di Orvieto, Chiusi e Cortona scrivono alle Regioni Umbria e Toscana

“Chiediamo che sia urgentemente aperto un confronto per il tramite delle Regioni Toscana e Umbria con Rfi, l’Autorità della regolamentazione dei trasporti e il Ministero dei Trasporti al fine di vedere tutelati, anche e soprattutto per il futuro, i diritti dei cittadini e dei pendolari abitanti nei nostri Comuni che necessitano di raggiungere Roma e che non possono, nel 2025, impiegare i tempi che occorrevano negli anni ’60 per effetto di una scelta solo apparentemente tecnica ma in realtà foriera di profondo e ingiustificabili ingiustizie“.
La richiesta è contenuta nella lettera sottoscritta dai sindaci di Orvieto, Roberta Tardani, di Chiusi, Gianluca Sonnini, e Cortona, Luciano Meoni, inviata alla presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, all’assessore regionale ai Trasporti, Francesco De Rebotti, e al presidente della Regione Toscana,Eugenio Giani, e all’assessore regionale ai Trasporti, Stefano Baccelli.
Nella lettera, firmata anche dall’assessore ai Trasporti di Cortona Silvia Spensierati, gli amministratori dei tre Comuni posti lungo la direttrice ferroviaria Firenze-Arezzo-Roma esprimono preoccupazione per gli effetti delle modifiche alla circolazione ferroviaria dovuti ai lavori sulla rete che stanno creando disagi ai pendolari e un allungamento dei tempi di percorrenza da e per la Capitale.
“Tale condizione di eccezionalità – scrivono i sindaci – si sarebbe dovuta concludere nel marzo 2025, mentre risulta persistere ancora oggi e non si conosce neppure la data del previsto ritorno alla normalità. Circostanze che non possono che destare una crescente preoccupazione in quanto acquisisce fondatezza il timore, ormai peraltro diffuso, che non si tratti di modifiche dettate dalla contingenza eccezionale, ma che si voglia invece consolidarle come dato strutturale e, per così dire, fisiologico. In altre parole, vivo è il timore che vi sia una precisa volontà avallata, o comunque non adeguatamente contrastata dalle Istituzioni affinché il traffico regionale, sovraregionale ma anche, a ben vedere, talvolta Intercity, venga radicalmente escluso dalla fruizione della linea direttissima, riservata, nelle intenzioni, in via esclusiva alla Frecce.
Tale denegata ipotesi, si tradurrebbe in un grave ed ingiustificato detrimento a carico delle migliaia di cittadini che, a vario titolo (dal lavoro, allo studio, al turismo) necessitano quotidianamente di raggiungere e di tornare da Roma e che vedrebbero allungarsi i tempi di percorrenza in maniera del tutto ingiustificata, di oltre mezz’ora. Sarebbe inaccettabile – si legge ancora – che tutto questo divenisse strutturale ed i convogli con Obbligo di Servizio Pubblico (OSP) fossero individuati quali vittime sacrificali di una sbagliata e controproducente scelta tecnica di presunta ottimizzazione delle tracce orarie a solo vantaggio dell’Alta Velocità”.
Sulla questione interviene l’assessore ai Trasporti del Comune di Orvieto, Gianluca Luciani, alla luce delle comunicazioni fatte dall’assessore regionale De Rebotti dopo il tavolo tecnico con Rfi e Trenitalia. “Le risposte arrivate – afferma – non sono purtroppo del tutto soddisfacenti anche perché non ci sono riferimenti alla situazione più preoccupante che riguarda l’Ic 598 il cui spostamento temporaneo sulla Linea lenta potrebbe diventare in realtà definitivo con pesanti conseguenze sui collegamenti del nostro territorio con Roma e quindi sulla qualità di vita di tanti cittadini di questo territorio.
A partire dal 15 giugno poi, con l’introduzione dell’orario estivo, potrebbero verificarsi ulteriori disagi e vanno prese per tempo le adeguate contromisure. Per questo continuiamo a insistere per la riattivazione del tavolo permanente con Rfi e Trenitalia, che come hanno sottolineato nuovamente i sindaci deve essere interregionale, al quale poter partecipare attivamente anche come amministrazione. Torniamo a ribadire che non abbiamo soltanto bisogno di risposte alle situazioni contingenti ma soprattutto soluzioni di prospettiva che migliorino i collegamenti ferroviari di questo territorio, condizione necessaria per costruire politiche di incentivo alla residenzialità di cui abbiamo bisogno”.
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