politica

Pci: "La sanità è una cosa seria. Basta favole, servono fatti e risposte"

lunedì 5 dicembre 2022

"Meno male che c’è qualcuno che ci risolve i problemi! I promotori, gli attori dell’iniziativa ed i loro fedelissimi, esaltando la qualità della sanità umbra hanno categoricamente subordinato i pochi, non ancora raggiunti, livelli di eccellenza, ai decenni di mala gestione della "cattiva" sinistra.

A noi sembra di ricordare la sinistra, come la stessa che analogamente allo scorso 29 novembre, molti anni prima scese in piazza e fu artefice primaria della stesura di un “editto comunista” (leggasi Legge 833), a fronte del quale anche chi non poteva permettersi le cure necessarie, avesse la piena possibilità di fruirne.

Questo, innanzitutto per dovere di cronaca, visto che per alcuni la storia è troppo dispendiosa da studiare, poi per invitare coloro che solitamente sparano nel mucchio, tanto per colpire qualcuno, a trovare altre argomentazioni, più intelligenti delle vecchie frasi fatte e cominciare a cercare anche un alibi diverso dal Covid, che fino ad oggi ancora consente di scaricare responsabilità ed inefficienze.

È vero che quanto è successo alla sanità pubblica nel corso degli ultimi anni, può e deve essere ascritto alla responsabilità di chi ha governato gli ambiti nazionali e locali, con dovere però di esattezza. È troppo facile sintetizzare con sinistra, giunte, forze politiche e personaggi che sotto il cappello protettore ovvero sul trampolino di un opportunismo di circostanza, hanno indossato come maschere, identità ed etica di certo non coerente e del tutto ipocrita, con ciò che la sinistra ha rappresentato, rappresenta ed intende ancora di più rappresentare, visto lo stato attuale. Di questi smemorati, o all’occorrenza trasformisti, con vario assortimento di tessere ed annessi ideali, la classe politica a tutti i livelli è stracolma. Ognuno si preoccupi dei suoi!

L’evento dello scorso 29 novembre, tipico della propaganda di venditori di fumo, non assolve a nessuno dei requisiti oggettivi che ne possano giustificare la messa in campo, salvo rimarcare, come qualcuno ha giustamente ed abbondantemente argomentato, la sudditanza silenziosa della nostra Amministrazione Comunale, alle scelte superiori.

È fin troppo facile smentire la faciloneria e l’ evidente scarsa capacità di affrontare compiutamente discussioni costruttive, con le quali si prova a liquidare alla fonte, quando non addirittura a tacciare di aria fritta, ogni e qualunque motivazione che ha indotto cittadini orvietani, aggregati sotto simboli confederali, politici, associativi, a manifestare il dissenso, è più avvilente dover prendere atto che anziché entrare in merito alle cause, si preferisca liquidare con sufficienza la circostanza e tirare oltre.

Quello che effettivamente fa male, è la dimostrazione palese dell’ inconsistenza di una amministrazione, che non riesce ad onorare la delega attribuita dai cittadini, incapace di prendere atto, approfondire, qualificare e quantificare le esigenze; incapace di far valere il ruolo, riconosciutole anche dalla Legge, di proporsi come attore e compartecipare alle scelte sanitarie, a sostegno di istanze ed esigenze concrete, specifiche, locali, non liquidabili per loro tipicità, ubicazione, consistenza e logistica, attraverso standard convenzionali, o peggio, mimetizzandole dentro diagrammi e slides preconfezionate ad hoc, da proiettare per fare bella figura.

Fa male, dover accettare a capo chino, quasi in segno di riconoscenza, che qualcuno possa decidere cosa, come, dove e perché, a casa nostra e sulla nostra pelle; questo, significa avere ceduto non solo il Distretto Socio-Sanitario, ma anche la capacità e la dignità di partecipare, avanzare proposte costruite attraverso il confronto con i cittadini, rivendicare quanto spettante e necessario, essere protagonisti delle scelte e della gestione delle risorse.

Sicuramente è molto più facile, quando addirittura non sia stato imposto, lasciare ad altri la fatica di pensare e programmare salute e futuro di una realtà territoriale. Ci si potrà sempre giustificare dicendo che la colpa è di altri! Noi non siamo la sinistra che a qualcuno fa comodo utilizzare come capro espiatorio, non siamo del parere di questa nostra amministrazione e non abbiamo prodotto i danni che con il solito metodo qualunquista di chi non può sostenere altro, ci vengono attribuiti.
Se qualcuno vuole discutere con noi, lo faccia sulle proposte che abbiamo depositato presso la Regione, sulle iniziative a sostegno delle istanze sacrosante di chi sconta le carenze di un Dis-servizio sanitario e non sull’aria fritta, che anziché imputare ad altri, sarebbe bene venisse tolta da altri palazzi.

Siamo convinti, purtroppo, che i problemi della sanità locale siano destinati a crescere, anche per avvalorare, sempre sulle spalle dei cittadini, la scelta di trasferire al privato, fette ancora più consistenti e remunerative di prestazioni: azione palesemente in atto da tempo presso la attuale giunta regionale. Per questo lotteremo, insieme a quanti altri non credono a facili storielle a lieto fine, per riguadagnare la dignità e la compattezza di un territorio che vuole rivendicare il diritto di esserci e voler affermare la propria idea sul futuro che lo riguarda.

Anzi, faremo in modo che la prossima volta, la piazza sia molto più gremita e che ai cittadini, sulle questioni stringenti che li riguardano, sia garantito il diritto di chiedere e quello di ottenere risposte confacenti, da soggetti che, in quanto delegati, non possono scegliere se far intervenire o meno, ma debbono, sia chiaro, debbono, ascoltare, rispondere e rendere conto.

PCI – Federazione di Orvieto

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