"Il tentativo dell'Amministrazione Tardani di agganciare il Recovery Plan"

L'Amministrazione Comunale di Orvieto ha presentato alla Regione Umbria la lista dei progetti da realizzare grazie ai finanziamenti europei del Recovery Plan per gli anni dal 2021 al 2026, anno entro cui i lavori eseguiti dovranno essere rendicontati. Vengono proposte molte buone cose, non certamente il “solito” progetto del casello autostradale di Orvieto Nord, che da cinquant’anni riemerge ad intervalli regolari, per dire agli abitanti sempre più arrabbiati di Orvieto scalo e Sferracavallo che diminuirà il traffico pesante sotto casa loro.
Meglio sarebbe stato terminare la Complanare, per metà già realizzata, che richiede soltanto volontà politica e capacità di realizzazione, entrambe troppo esili in questi amministratori per puntare sul compimento di un’opera che sarebbe veramente risolutiva per Orvieto Scalo e Sferracavallo. Se chi dovrebbe realizzare quel progetto è il primo a non crederci, qualsiasi problema, anche il più piccolo, è in grado di impantanarne lo svolgimento.
Ma, a parte quella boutade, chi è che potrebbe remare contro il «rifacimento del ponte dell’Adunata sul fiume Paglia, la realizzazione del palazzetto dello sport in località La Svolta, la realizzazione di ciclovie Orvieto-Scalo Sferracavallo Ciconia, la telemedicina per l’Ospedale “Santa Maria della Stella”, il collegamento con la fibra per tutte le frazioni del Comune di Orvieto e il cablaggio con la fibra per tutto Orvieto (oggi cablato in fibra soltano fino agli armadi), dando priorità alle sedi degli uffici comunali, delle imprese» e contro l’investimento di 30 milioni di euro nel nostro territorio cittadino?
Non basta, questo è soltanto l’inizio, perché poi c’è nella mente della Giunta anche la rifunzionalizzazione della ex Piave e l’alta velocità. Ma queste sono altre partite su cui si esercitano infelicemente destra e sinistra da vent’anni. Troviamo il piano abbozzato dal Comune un “desiderata” poichè le scelte della Giunta Tardani riguardano competenze della Regione (Sanità), della Provincia (opere viarie), di aziende private (collegamento della fibra). Ma tant’è, le altre amministrazioni e i privati potrebbero recepire queste indicazioni e farle proprie. Speriamo. La verità è che l’Amministrazione comunale ha cercato una scorciatoia per nascondere la sua grave mancanza di visione progettuale, su cosa vorrebbe che fosse Orvieto nel post pandemia. Non vediamo un filo conduttore, non emerge un’idea di città per i prossimi anni, le proposte mancano di approfondimento e di dibattito; sono reperite tra progetti da molto tempo giacenti con poco di aggiunta, ma che non riescono a dare una visione di futuro.
PrometeOrvieto è dell’opinione che ancora è possibile correggere la rotta e organizzare, con il contributo della Città tutta e delle sue intelligenze migliori, un progetto maggiormente ambizioso rispetto a quello che ci è stato proposto, sfruttando al meglio le possibilità che, anche agli Enti locali, sono date per utilizzare i fondi del recovery. Tutto ciò non può però prescindere dal farci capire prima che cosa la Giunta abbia intenzione di fare in ordine alle sfide strategiche per la nostra città:
– contrasto al declino economico;
– contrasto al declino demografico;
– fuga dal ruolo di centro servizi per il territorio.
La straordinarietà dei nostri tempi richiede in tutta evidenza coraggio e scelte altrettanto straordinarie.
Fonte: Associazione PrometeOrvieto

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