politica

Carenze nel servizio sanitario, approvata la mozione di "Trasparenza e Partecipazione per Allerona"

giovedì 12 novembre 2020
Carenze nel servizio sanitario, approvata la mozione di "Trasparenza e Partecipazione per Allerona"

Nel corso della seduta di mercoledì 11 novembre, il Consiglio Comunale di Allerona ha approvato la mozione presentata dal gruppo consiliare "Trasparenza e Partecipazione per Allerona" per sollecitare l'Usl Umbria 2 e la Regione Umbria affinché vengano urgentemente risolte tutte le carenze di cui, purtroppo, ad oggi sta soffrendo il Santa Maria della Stella e l’intero comprensorio orvietano.

L'atto approvato punta, inoltre, a riconoscere il ruolo centrale dell'Ospedale di Orvieto, ricoprire i ruoli vacanti dei direttori delle Strutture Complesse e incrementare la dotazione organica del personale medico e infermieristico, oltre a rafforzare la medicina territoriale grazie anche  alla valorizzazione delle Case della Salute e dei P.E.S. presenti sul territorio e favorire la rapida ripresa di tutte le attività sospese o ridotte conseguentemente all’emergenza Covid-19.

"L’attenzione nei confronti del settore della sanità umbra - ha sottolineato la capogruppo, Giulia Ruina - è altissima, i contagi raddoppiano. Secondo i dati del bollettino del Ministero della Salute, le terapie intensive occupate in Umbria da pazienti Covid sono 68. E’ la regione con la percentuale più alta di pazienti in terapia intensiva rispetto ai posti a disposizione (posti che non sono stati potenziati, nonostante il Governo centrale avesse stanziato e trasferito risorse a tale scopo), con un tasso di occupazione che, nel giro di pochi giorni, ha raggiunto il 60% e ci si chiede se le misure restrittive a cui siamo sottoposti saranno sufficienti a rallentare la corsa del virus.

In questi ultimi otto mesi, l’Ospedale di Orvieto è rimasto quasi del tutto inattivo con  liste d’attesa bibliche e fuori controllo, una burocrazia lenta e farraginosa. Dal 1 settembre 2020, nella nostra regione, l’abolizione del ticket per fasce di livello non ha fatto altro che avvantaggiare i meno bisognosi. Inoltre non vengono effettuate visite uculistiche, mammografie sia di screening sia quelle prenotate tramite ricetta del medico, né visite otorinolaringoiatriche. Esiste la ottima opportunità di prenotare online, ma poi immancabilmente la visita viene procrastinata a tempo indefinito. Non esiste solo il covid e per fortuna il nostro ospedale non ha dovuto ancora fronteggiare grosse battaglie in merito.

Tante le promesse e le rassicurazioni, ma neanche nei mesi di respiro dal Coronavirus, è stato possibile prenotare esami diagnostici, visite specialistiche o interventi operatori a meno che non fossero risultati urgentissimi. La pandemia sta evidenziando sempre più la necessità di rafforzare una sanità pubblica diffusa sul territorio, la filiera della salute, prevenzione-cura-riabilitazione, va potenziata e non indebolita, attraverso investimenti in tecnologie, infrastrutture, formazione ed organici.

Vogliamo  ribadire l’urgenza della riqualificazione dell’Ospedale di Orvieto, respingiamo con forza tutti i tentativi di coloro che danno un colore politico a questa battaglia che di colori ne ha uno solo. Articolo 32 della Costituzione. La repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. La sanità pubblica è un bene comune inalienabile e il diritto alla salute non è negoziabile.

La sanità della nostra Regione viene progressivamente smantellata a suon di aziendalizzazioni, tagli, e di conseguenza questa condizione sta concedendo inevitabilmente ampio margine alla sanità privata che a costi competitivi sopperisce alle inefficienze strutturali del pubblico.

Chomsky scrisse: «Questa è la strategia standard per privatizzare: togli i fondi, assicurati che le cose non funzionino, fai arrabbiare la gente e lo consegnerai al capitale privato». E’ un modus operandi che preoccupa, è una mano che striscia, che  mira a depotenziare i territori e di conseguenza a privatizzare i servizi.

Non parliamo poi della marcia indietro operata relativamente all’utilizzo della pillola abortiva Ru486, con la DGR n. 1417 del 2018 in Umbria si dava indicazione agli ospedali di organizzare Day Hospital, anche Orvieto metteva in atto la procedura IVG farmacologica. Ma la DGR n. 467 del 10 giugno 2020 ha segnato la fine di questo servizio, che tutelava il principio di autodeterminazione delle donne e la loro facoltà di scelta, scatenando proteste da parte di associazioni e di cittadini.

Su questo è  intervenuto anche il Ministro Speranza, che, dopo aver chiesto parere all’Istituto Superiore di Sanità, ha deciso di aggiornare le linee guida sull’uso della pillola Ru486, rendendo l’aborto farmacologico più accessibile, vantaggio prima di tutto per la salute delle donne, e poi per l’organizzazione ospedaliera, peraltro gravata dall’emergenza Covid. Ora è arrivato il momento di smetterla di fare battaglie ideologiche, chiediamo di passare all’azione, servono finanziamenti ai consultori, più accoglienza e informazione a loro interno e all’esterno con progetti di promozione alla salute, finalizzati al benessere psicofisico, affettivo e sessuale, così da formare e informare le giovani generazioni con interventi mirati nelle scuole di ogni ordine e grado.

Affermiamo la nostra contrarietà alle politiche che si stanno, mettendo in atto, tutte tese ad indebolire la sanità pubblica, riducendo i presidi territoriali con conseguenti tagli ai servizi sanitari a dispetto dei cittadini e del principio universale di tutela della salute. Chiediamo di rafforzare la sanità pubblica, specializzare l’azienda ospedaliera di Terni e perseguire una reale integrazione tra azienda e strutture territoriali che devono garantire la salute dei cittadini e la presa a carico delle persone.

Aver minimizzato e sottovalutato i rischi della pandemia sta determinando una corsa ad inseguire il virus, senza una reale programmazione dei fabbisogni, delle strutture e delle emergenze. Con questa mozione che andiamo ad approvare nella seduta di oggi ci uniamo al grido di altri consigli comunali che prima di noi si sono mossi, per sollecitare la Usl Umbria 2 e la Regione Umbria affinché si apra un tavolo di confronto approfondito con i Sindaci e le organizzazioni sindacali.

La situazione è grave, è del tutto evidente che la mancanza di programmazione scarica sul personale sanitario tutte le responsabilità continuando a chiedere sacrifici, come il raddoppio dei turni, il blocco delle ferie, la richiesta di prestazioni aggiuntive e molto spesso utilizzandolo senza la dovuta formazione. La pandemia ha portato alla luce la gravità dei problemi che già esistevano, riconosciamo che c’è un problema di risposta immediata, ma chiediamo una programmazione a medio e lungo termine, che, alla fine, di questa emergenza  in atto, senza alibi alcuno, faccia prevalere il senso di comunità e una vera, piena e accessibile sanità pubblica.

Chiediamo di inviare la presente alla presidente della Giunta Regionale Umbra, all’assessore alla sanità della Regione Umbria, al Commissario Straordinario della Usl Umbria 2 e chiediamo al Sindaco ed alla Giunta di rappresentare i contenuti della presente in tutte le sedi opportune".