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Pd, Siamo Orvieto e Orvieto Civica e Riformista disertano la Capigruppo: "Una farsa"

martedì 13 ottobre 2020
Pd, Siamo Orvieto e Orvieto Civica e Riformista disertano la Capigruppo: "Una farsa"

I consiglieri dei gruppi di opposizione - Partito Democratico, Siamo Orvieto, Orvieto Civica e Riformista - stigmatizzano di non aver "mai scritto, interrogato, né tanto meno gridato allo scandalo in merito alla complessa vicenda di Montiolo". Lo fanno rendendo pubblica la lettera inviata al presidente del Consiglio Comunale, Umberto Garbini, con la quale hanno motivato le ragioni della mancata partecipazione alla Conferenza dei Capigruppo di lunedì 12 ottobre, considerata "una farsa, organizzata solo allo scopo di tentare di legittimare soltanto a posteriori l'assoluta mancanza di partecipazione e/o condivisione, con la minoranza, delle scelte operate dall'Amministrazione Comunale per la vendita del Castello di Montiolo". 

Di seguito l'atto in forma integrale:

Egregio Presidente del Consiglio,
con la presente siamo a motivare la nostra assenza alla conferenza dei capigruppo che si è tenuta lunedì 12 ottobre 2020. Come più volte fatto presente alla sua persona, in qualità di presidente e garante del Regolamento del Consiglio Comunale, risulta per noi difficoltoso poter organizzare la partecipazione  a sedute di commissioni e Consigli Comunali  convocati con pochi giorni di preavviso, come è avvenuto con la convocazione della capigruppo di oggi, comunicataci il giorno 6, attraverso un messaggio WhatsApp nel quale Lei  riteneva “necessario riunirci nel più breve tempo possibile” per discutere della gestione complessiva della Fondazione per il Museo C.Faina resa presumibilmente necessaria a seguito  del’interpellanza presentata in Parlamento riguardante la vendita del Castello di Montiolo. Ciò è comprovato anche dalla nota apparsa in mattinata sui giornali on-line.

Riteniamo che l’iniziativa della Capigruppo sia stata presa con estremo ritardo in quanto la Delibera di Consiglio che autorizza la vendita dell’immobile di proprietà del Comune e in gestione alla Fondazione Faina è stata votata ed approvata a maggioranza il giorno 27 agosto 2020. Anche in tale occasione ricordiamo che i consiglieri sono stati avvisati solo il giorno 21 agosto tramite messaggio whatsapp mentre inutili sono state le richieste di poter prevedere un’altra data visti gli impedimenti di alcuni di loro che si trovavano fuori Orvieto per il periodo feriale.

Ricordiamo a noi stessi che in virtù dell’art. 37 e dell’art. 10 comma 2:

“il presidente del consiglio può disporre il rinvio della trattazione di un punto da iscrivere o iscritto all’ordine del giorno nel caso in cui non risulti sufficientemente istruito nel merito, cioè laddove i consiglieri non siano messi in condizione di poter adeguatamente valutare le conseguenze concrete delle proprie scelte deliberative. Il punto rinviato, sentiti il Sindaco e la Conferenza dei Capigruppo, va posto all’ordine del giorno della prima seduta utile del Consiglio”.

I sottoscritti, stante la scarna motivazione contenuta nel deliberato, non sono stati messi nella condizione di conoscere i dettagli di un’operazione complessa che meritava una diversa attenzione da parte del consiglio a tutela e nel rispetto del lascito del Conte Faina e pertanto occorreva ed era dovere anche del Presidente poter garantire che tutti i consiglieri potessero essere adeguatamente informati a riguardo.

Molti sono i quesiti a cui oramai solo il tempo potrà dare delle risposte. Non si voglia far credere però che per avere risposte ai dubbi ed ai quesiti o per avere l’opportunità di approfondire la vicenda la minoranza avrebbe dovuto partecipare ad una conferenza capigruppo convocata a cose fatte e quando ormai tutte le decisioni erano state già prese.

Che senso avrebbe potuto avere?

Se il Sindaco e i colleghi consiglieri di maggioranza ritengono corretto questo modus operandi ne prendiamo atto ma di tali comportamenti e prese di posizione dovranno assumerne la piena responsabilità senza pretendere avalli che, peraltro, stando così le cose non potranno mai giungere da parte della minoranza.

Fornire momenti di condivisione a posteriori e cioè quando il Consiglio si è già espresso ed ha votato una delibera esecutiva e che, come in questo caso ha addirittura già prodotto l’alienazione del bene, ci sembra del tutto strumentale, irrispettoso e lesivo dei diritti delle minoranze.

Riteniamo pertanto che, a prescindere dalla nostra posizione nel merito, di per se non contraria alla scelta di alienare l’immobile in questione, - siamo ben consci che tale proposta proviene dal lontano 1989 e che aver trovato un acquirente può costituire un vantaggio per la Fondazione stessa - il Sindaco di Orvieto, come membro della Commissione Amministratrice della Fondazione avrebbe sicuramente potuto offrire un’informativa adeguata alla questione che si proponeva al consiglio ed interessare il consiglio tutto in merito alle  future intenzioni della Fondazione per il potenziamento del Museo, senza alcuna necessità di un’audizione in capigruppo con il Presidente, visto che non spetta certo a quest’ultimo il ruolo di amministrare la Cosa Pubblica.

Per i motivi sopra elencati i sottoscritti consiglieri hanno ritenuto non opportuno partecipare alla conferenza dei capigruppo ma di certo rimarranno vigili e interessati alle vicende future collegate alla gestione della Fondazione".


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