"Oggi il Tribunale, domani chissà cos'altro". Tutte le forze politiche concordi: "Scendere in piazza e farsi sentire". Lunedì 16 luglio Consiglio comunale aperto

"Oggi il Tribunale, domani il Carcere, dopodomani l'Ospedale. Orvieto sta perdendo pezzi e terreno e la città deve capire che questo danneggerà tutti, non solo le categorie direttamente interessate. La città deve capire che in gioco c'è la città stessa".
Partendo da questa dichiarazione del presidente del consiglio comunale Marco Frizza, si è aperta, nella mattina di lunedì 9 luglio, presso la sede comunale, l'annunciata conferenza stampa della Presidenza del Consiglio Comunale, della Conferenza dei Capigruppo e del Sindaco Antonio Concina, congiuntamente al Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Orvieto Sergio Finetti e del presidente della Camera Penale Gianfranco Puppola.
Una riunione "interforze" per fare il punto della situazione ma anche per stabilire un iter comune di reazione e protesta all'indomani della presa d'atto della chiusura del Tribunale di Orvieto, come stabilito nel Decreto Legislativo sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie approvato all'unanimità dal Consiglio dei Ministri il 6 luglio scorso.
A riguardo, proprio per coinvolgere la città tutta, si terrà lunedì 16 luglio prossimo, alle ore 21,00 presso la Sala dei Quattrocento del Palazzo del Popolo, il Consiglio Comunale e Provinciale congiunto, straordinario e aperto, sulla chiusura del Tribunale di Orvieto.
"Per Orvieto perdere l'istituzione del Tribunale significa molto - ha dichiarato il presidente Frizza - Il fatto che le forze politiche che siedono in Consiglio condividano questo problema è il segno tangibile che la nostra città subirebbe una grave ingiustizia. La città deve capire che in gioco c'è la città stessa. In questi giorni sono state già prese una serie di iniziative. Il primo obiettivo è cercare di far capire cosa significa mantenere il Tribunale a Orvieto. Non è un fatto legato agli avvocati, come qualcuno crede o tenta di cavalcare, ma il vero rischio è quello del depauperamento della città per effetto della successiva chiusura di altre rappresentanze dello Stato su questo territorio. La nostra battaglia è iniziata e continuerà per chiedere l'allargamento della circoscrizione di Orvieto. Sappiamo che le speranze sono poche ma iniziamo un percorso."
"Per mesi ci siamo attivati sottoponendo la documentazione per l'allargamento della circoscrizione giudiziaria di Orvieto agli organismi incaricati della stesura della riforma - ha affermato il Sindaco Antonio Concina - ma la Commissione, che peraltro ha sempre dichiarato di apprezzare lo studio, ha lavorato sul criterio numerico della popolazione dei bacini serviti dai tribunali, criterio sul quale, evidentemente, questo territorio sarebbe stato perdente. Lo studio progettuale di autoriforma realizzato dagli avvocati era ben fatto ed ha avuto il sostegno del Consiglio nazionale forense, ma non quello dei magistrati. La Commissione si è guardata bene dal seguire questi schemi e ha preferito tornare alle logiche del potere lobbistico. Dal momento che mi sembra di notare una specie di appiattimento e ossequio a questo decreto, appena appresa la notizia della firma ho scritto una lettera a tutti i 37 sindaci delle città sedi di Tribunali destinati alla soppressione, al fine di trovare una linea condivisa per far sentire insieme la nostra voce.
"Ora - ha concluso il Sindaco - siamo di fronte ad una scelta: o le proteste di piazza - e io non escludo di mettermi a lavorare a un tavolo sotto un ombrellone a 40 gradi davanti al Tribunale della mia città per avere attenzione su questo problema - oppure proseguire una trattativa per tentare di modificare un provvedimento insensato. L'Umbria ha dato un certo contributo al problema, la governatrice Marini si è attivata nelle ultime settimane, ma il ruolo della Regione sulla materia non è diretto. Altra cosa sono le Corti d'Appello. Noi sosteniamo che è giusto ottimizzare, ma in maniera seria e consapevole".
Pressoché unanimi i pareri dei capogruppo in consiglio comunale. "Il Sindaco è molto diplomatico e condivido l'esigenza di tentare altre vie per contrastare le lobby di potere - ha detto Evasio Gialletti capogruppo PSI - forse occorre cambiare strategia facendo barricate e picchetti. Se vogliamo che almeno ci ricevano dobbiamo farci sentire. Penso che la nostra città deve reagire e farsi sentire. Forse non risolveremo, ma sfruttiamo al meglio tutto il tempo che ancora c'è, dal momento che il decreto dovrà essere esaminato dai due rami del parlamento. Dopo la mobilitazione istituzionale dei nostri parlamentari eletti non va scongiurata alcun altra forma di lotta, compreso il presidio della stazione ferroviaria e il blocco dell'autostrada".
"Il dossier che è stato presentato alla Commissione Birritteri - ha detto Angelo Ranchino capogruppo di 'Orvieto Libera' - è articolato e contiene tutte le motivazioni a sostegno di una diversa articolazione della giustizia, in ragione degli elementi di razionalità ed efficienza del Tribunale. Un documento che ha avuto numerose attestazioni del Ministero e del Consiglio Nazionale Forense. Ma le motivazioni che hanno prevalso sono quelle che evidentemente la nostra città ha un diverso peso politico, e che del Tribunale andavano privati tutti i territori al di qua del Tevere, visto che al di là ce ne sono tre! Sotto il profilo della spesa, la nostra proposta aveva il pregio di sottolineare l'autonomia e la capacità di auto sostentamento, inoltre, anche in caso di ampliamento del Tribunale, c'era la disponibilità da parte del Comune a dare una sede. Si è scelto invece di emettere un decreto che ha delle soluzioni del tutto ridicole. Una su tutte: l'accorpamento di Deruta a Terni quando questo centro dista dieci chilometri da Perugia! Una riforma fatta a tavolino, tracciando delle semplici croci! Non vogliamo questo tipo di riforme! Fino ad oggi abbiamo ritenuto giusto discutere con il criterio del convincimento. Ma evidentemente non è così, e vale la regola di chi grida di più. Allora dobbiamo alzare il livello della protesta. Dal consiglio comunale e provinciale del 16 luglio, al quale si auspica la presenza di tutti i corpi sociali della città, dovranno emergere le proposte per una larga protesta che può portare al picchettamento/occupazione pacifica del Tribunale da parte dei cittadini e ad altri momenti di protesta come il blocco del casello autostradale. Sotto il profilo istituzionale, invece, esistono altre iniziative in cui svolgere la nostra attività, in quanto Regione e Corte d'Appello dovranno esprimere un parere consultivo sul provvedimento. Dai nostri rappresentanti ci aspettiamo attenzione. Auspico, comunque, una protesta sotto il Ministero della Giustizia a Roma, con tanto di Gonfaloni e Sindaci con la fascia tricolore".
"Il documento di autoriforma della circoscrizione di Orvieto - ha detto il capogruppo Carlo Tonelli - contiene profondità di analisi e soluzioni. Nel decreto legislativo invece non è stato dato un grande esempio di revisione della spesa. Spero, tuttavia, che questa sia l'occasione per una discussione più ampia su tutto il sistema città. Sul Tribunale invito la popolazione a sostenere le Istituzioni in questa mobilitazione".
"Condivido i precedenti interventi - ha affermato Maria Cecilia Stopponi capogruppo PRC - e penso che la condivisione intorno al problema della riorganizzazione della giustizia faccia bene alla città. Nel senso che deve essere una reazione forte ed emblematica di un profondo dissenso. E forse questo è il momento per reagire. Orvieto ha la forza di ribellarsi alle cose ingiuste come questa Riforma della Giustizia. Che riforma non è, perché non è questo il modo per affrontare la necessaria razionalizzazione. Lo studio degli avvocati ha cercato di mettere in luce la validità del nostro Tribunale. Intorno a questo tema occorre oggi la lucidità di tutta la comunità che è chiamata a prendere coscienza - e a ribellarsi - perché la riforma che ci viene prospettata significa una perdita notevole per il territorio in termini di indotto. Auspico quindi una resistenza eclatante e coinvolgente. Occorre far capire alla città che è ora di svegliarsi per difendersi. La nostra città si deve mobilitare su tutto e la mobilitazione sul Tribunale ha valore per altre tematiche su cui presto dovremo tornare a discutere, ad esempio la Sanità".
"Trovo giusto - ha detto Guido Turreni, V. Presidente del Consiglio Comunale (PdL) - creare una rete di più comuni ed enti pubblici per fare squadra ed elevare la nostra capacità di contrasto ad una decisione assurda, per la quale non escluderei altre forme di lotta fin sotto il palazzo del Ministero della Giustizia. Mi auguro che ad Orvieto tutte le forze politiche vogliano navigare verso un'unica direzione, senza dare colpe a qualcuno su questa riforma, evitando il 'dividi ed impera'. Per dare una risposta univoca, massiccia e compatta al governo tecnico di semplici ragionieri, occorre dare ai cittadini una informazione ampia e accurata su quella che era la proposta avanzata dalla nostra città, a cui però è stato risposto tirando semplicemente una linea".
"A livello nazionale sta avvenendo un processo di razionalizzazione che interessa tanti aspetti del sistema Paese - ha affermato il capogruppo PD Giuseppe Germani - ad Orvieto la questione non interessa solo il Tribunale, ma anche le Poste, ambiti attorno ai quali gira la nostra economia di territorio. Probabilmente ad Orvieto è stato compiuto un errore di strategia, come dimostra il fatto che sono molti a pensare che la battaglia riguardi solo gli avvocati. Non è così! Oggi la città deve reagire, dobbiamo mettere in campo la rete dei tanti comuni che hanno lo stesso nostro problema, perché l'obiettivo è bloccare il decreto. Certo, si dovrà ragionare su come razionalizzare la giustizia e l'auspicio è che il prima possibile si esca dal governo tecnico per ridare il Paese in mano a una classe dirigente vera. Dobbiamo però capire quale è la strategia e dove il Paese deve andare. Dobbiamo utilizzare il Consiglio Comunale e Provinciale del 16 luglio per far capire ai nostri concittadini che dal Tribunale inizia una battaglia vera. Ad oggi non ho sentito nessun altro sindaco che abbia indetto iniziative istituzionali, quindi siamo disponibili a varie iniziative di mobilitazione".
"I temi sollevati da Frizza e Germani - secondo il Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Orvieto Sergio Finetti - dimostrano che non ci devono essere contrapposizioni di sorta. E' una battaglia che o si vince insieme o si perde insieme. L'appello all'unità della città lo condivido pienamente. E' vero, molti tra i cittadini continuano a pensare che questo sia un problema di lobby degli avvocati. Ed è l'errore più grande, perché tra qualche mese si parlerà delle altre lobby. A cominciare dai medici ospedalieri, visto che quello che resta da saccheggiare è l'ospedale! Il decreto sulla riforma della Giustizia che, peraltro, è un provvedimento ereditato dal precedente governo, è l'apoteosi della demagogia, perché la Ministra Severino lo ha voluto inserire con la spending review, ma con la spesa non aveva nulla che fare. Nel momento in cui si parlava di risparmio, l'impatto mediatico era troppo forte, e allora nel pacchetto è stato inserito anche il provvedimento sui tribunali.
Tant'è che i due provvedimenti seguiranno due percorsi diversi! Lo schema di decreto legislativo sulla giustizia, infatti, seguirà un percorso consultivo, poi andrà alle Camere. Il parere del consiglio nazionale forense sul decreto Severino è negativo, il solo positivo è quello dell'Associazione Nazionale Magistrati, per il quale questo provvedimento è il sogno di una vita. In origine dovevano essere tagliati 58 su 166 tribunali. E chi decide nelle stanze dei bottoni sono i magistrati. La tempistica del provvedimento, che prevede l'ultimazione dell'iter in pieno periodo balneare tra fine luglio/inizi agosto, ne è la prova. L'intento del governo tecnico è che quello di licenziare presto il provvedimento. C'è un altro aspetto di enfatizzazione e demagogia: la legge 14/2011 parlava di un progetto più ambizioso riguardante il ridisegno dei territori che facevano capo al presidi di giustizia, ma invece si è scelto un percorso squilibrato. Questo significava che in Umbria bastava far uscire 4 distretti lineari ed omogenei.
Quando poi la Ministro Severino parla di 'riforme epocali' e cita l'alta velocità - aggiunge Finetti - dimostra di non conoscere il paese reale, le carenze infrastrutturali nei territori che vanno a scapito solo dei cittadini, che grazie a questa riforma della giustizia dovranno subire costi e perdite di tempo ben maggiori solo per chiedere e ottenere delle normali certificazioni. Il mondo della giustizia reale è quello della carenza di infrastrutture. Il Ministro non sa, ad esempio, che da noi ci sono anziani sotto tutela delle religiose e che quel monastero non è informatizzato! Altra prova di demagogia è che dai bei discorsi dottrinari sul famigerato schema legislativo di riforma della Giustizia, il governo si è ridotto ad usare solo il termine 'soppressione'. Nello specifico, infine, lo spostamento del Tribunale di Orvieto a Terni significa mettere in piedi un tribunale bis, in cui collocare, cioè, il personale e i giudici di Orvieto (non gli avvocati). Costi aggiuntivi, quindi, altro che spending review! Non si tratta di andare in guerra cercando solo di tracciare la strada dove il governo sbaglia, ma la verità è che sono stati fatti dei progetti e prodotti degli elaborati rispetto ai quali è però prevalsa la volontà politica di tagliare. In alcune regioni alcuni gruppi politici si sono eretti a difesa dei lori Tribunali, auspico che ad Orvieto accada la stessa cosa. Tutte le manifestazioni sono efficaci, ma occorre arrivare ai primi livelli. Ringrazio CittadinanzAttiva che si è fatta promotrice di favorire la più ampia informazione verso i cittadini. A questo punto lancio una provocazione: se ci accorgeremo che all'Umbria che conta Orvieto non interessa, rivolgeremo la nostra attenzione altrove, dove non ci trattano come cenerentole".
"Ritengo molto pericoloso il disegno superiore che ci sta passando sopra, stritolandoci - ha concluso Gianfranco Puppola Presidente della Camera Penale di Orvieto - esiste infatti un progetto di base predisposto dalla magistratura secondo il quale il bacino di utenza di un Tribunale deve avere 260.000 abitanti. Il decreto che oggi discutiamo è il primo tassello, nel senso che oggi si salvano i tribunali provinciali, pur non avendo i numeri. La spending review chiude le province e quindi anche Terni è a rischio soppressione. Forse Terni con Orvieto non avrebbe raggiunto 260 mila abitanti, con Todi sì. Temo quindi che il disegno sia quello di salvare Terni attraverso Todi, di cui peraltro in nessuna sede si era mai parlato. L'annessione di Deruta a Terni è indicativo che si sta perseguendo con metodo scientifico questo risultato, e con questo principio non si salverebbe nemmeno Spoleto.
Dobbiamo ovviamente lottare. Perché? Perché il Carcere sarà la chiusura successiva a quella del Tribunale, un struttura in cui lavorano 70 persone con gli evidenti rischi per le loro famiglie e, quindi, per l'indotto economico della città. La Ministro Severino forse non lo sa, ma in questo momento gran parte della città di Orvieto, come altre città simili, si basa su questi servizi. E la perdita di uno o più servizi di questa natura significa l'impoverimento, significa non essere più la stessa città. Non si possono uccidere 37 città italiane. Noi dobbiamo batterci tutti uniti per una opportuna modifica del decreto".
(Si ringrazia per gli ampi stralci delle dichiarazioni l'Ufficio Stampa del Comune di Orvieto)
37 tribunali soppressi in 37 città. La mail del primo cittadino Concina ai colleghi sindaci

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