politica

Il sindaco Stefano Mocio ricorda il vescovo Grandoni

giovedì 23 marzo 2006
di red.
"In questo momento – dice il Sindaco – non posso non pensare all’ultimo incontro ufficiale a cui Egli ha voluto partecipare nella sala consiliare del Comune, il 14 febbraio scorso, in occasione della presentazione del suo libro ‘La mia vita per il ministero sacerdotale cattolico’. Un appuntamento che ha voluto onorare a tutti i costi, malgrado i problemi di salute. Il mio ricordo di Mons. Grandoni, con il quale avevo un rapporto di stima reciproca e di amicizia sincera, è istituzionale e personale al tempo stesso. Innanzitutto era una persona franca e schietta, una persona concreta che in anni importanti per la nostra città ha interpretato la sua missione pastorale certamente da difensore delle prerogative della Chiesa, ma con uno stile rispettoso anche delle prerogative e delle libertà delle altre istituzioni. Il suo rapportarsi con gli altri, anche nei ruoli istituzionali, tendeva sempre a stabilire la relazione umana, l’incontro e l’ascolto delle sensibilità altrui, concorrendo in questo modo a costruire un forte dialogo fra le istituzioni. Un dialogo che nella nostra realtà e tra la nostra comunità è stato scandito da tanti momenti importanti vissuti insieme come i risultati per la salvaguardia del patrimonio storico-artistico e monumentale della Città di Orvieto fra cui il Duomo, in virtù della legge speciale per Orvieto e Todi, ma anche da momenti dolorosi come la tragedia della Valbadia. Mons. Grandoni in ventinove anni di attività pastorale e anche in questi ultimi, brevissimi tre anni dalla conclusione del suo compito alla guida alla Diocesi, ha mantenuto i rapporti tra Chiesa e istituzioni su un elevato livello di rispetto reciproco e di considerazione”. “Di Mons. Grandoni - conclude il Sindaco, Stefano Mocio – ho anche tanti ricordi positivi che hanno segnato la mia vita pubblica e quella privata”. Il 17 dicembre 2003, all’unanimità, il Consiglio Comunale conferì a Mons. Decio Lucio Grandoni, la cittadinanza onoraria della Città di Orvieto con la seguente motivazione:“Orvieto, città laica e democratica, ringrazia S. E. Mons Decio Lucio Grandoni, per l’opera svolta nella sua qualità di Vescovo della Diocesi Orvieto – Todi. In anni non facili, con il suo costante impegno, egli ha mantenuto la Chiesa Particolare di Orvieto – Todi su un piano di autonomia e di rispetto per le civiche autorità. In un’epoca di grandi trasformazioni, l’attività pastorale di Mons. Grandoni ha contribuito a far crescere la comunità orvietana, permettendole di mantenere saldi i valori fondamentali. Orvieto ringrazia il suo Vescovo ed, a ricordo dell’importantissimo tratto di strada compiuto insieme, gli conferisce la cittadinanza onoraria”. In quell’occasione, visibilmente emozionato, Mons. Decio Luco Grandoni, ringraziò il Consiglio Comunale e le autorità affermando: “Ho amato molto Orvieto che ho servito in quello che era il mio compito. Ho sempre riconosciuto la validità della laicità, senza imposizioni di alcun genere, neppure religiose perché ritengo il clericalismo una degenerazione della cattolicità. Nel corso della mia missione ho avuto ottimi rapporti con tutti gli amministratori pubblici che ho incontrato senza mai fare azione politica, poiché quello che conta è il valore delle persone. Ringrazio il Consiglio Comunale di Orvieto per il riconoscimento che mi conferisce, con una decisione che viene assunta all’unanimità; è questo un elemento molto importante. Da Vescovo ho lavorato per creare un rapporto più stretto a livello socio-economico fra Orvieto e Todi anche con il contributo di eminenti studiosi, convinto del fatto che trattandosi di territori di confine correvano il rischio della marginalizzazione rispetto a centri più grandi e importanti della nostra realtà regionale e extraregionale. Per queste ragioni sono rimasto fedele alla semplicità che ho sempre praticato, anche se talvolta poteva apparire sconveniente per un Vescovo, del resto però il mio scopo era ed è quello di servire, aiutare ed amare. Sono diventato amico di tutti, ho prestato ascolto ed aiuto a chi mi ha sottoposto richieste di aiuto”.

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