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"Sindaco e assessora alla Cultura sono negazionisti dell'archeologia nel sito del Vicus di Lerona"

martedì 28 ottobre 2025
di Felice Roberto Danielli

La testimonianza dei due monumenti ad esedra nella zona archeologica di Sant'Ansano non è casuale, ma indica la storia delle origini del primo insediamento abitativo degli Alleronesi, forse inizialmente fatto di capanne dagli Etruschi e poi colonizzato dai Romani come "Vicus di Lerona".

Ma di questa storia un sindaco con due braccia sottratte all'agricoltura, senza offesa per l'agricoltura settore anche di mia provenienza, ma che è coadiuvato dall'assessora alla Cultura che ricopre da molti anni la responsabilità delle due biblioteche di Allerona e di Allerona Scalo e che quindi dovrebbe essere cosciente di cosa sta trattando e pertanto a lei si richiede un rigurgito di onestà intellettuale, di mettere da parte i condizionamenti dei rapporti personali con alcuni dei proprietari dell'area e di procedere speditamente all'attivazione delle procedure previste, se non le sarà possibile passi pure la mano.

Ai membri del Consiglio Comunale invece di raccontare illazioni, supposizioni e bugie andrebbero fornite le due fotocopie delle relazioni archeologiche inviate al Comune
1) nel 1996 dalla soprintendente dell'Umbria archeologa dott.ssa A.E. Feruglio,
2) nel 2002 dall'archeologo direttore Clarita Natalini con il visto del soprintendente reggente Laura Bonomi e con la firma del soprintendente regionale ing. Luciano Marchetti,

per dare la possibilità ai consiglieri comunali di conoscere le procedure sarebbe utile dare le fotocopie del decreto Leg.vo 42 del 2004 almeno gli articoli 95 e 96 visto che complessivamente sono quasi 200 articoli.

Qualche tempo addietro, il 28/8/25, sindaco e assessora alla Cultura concordano una lettera inviata alla Soprintendenza dell'Umbria che nelle conclusioni prefigura uno scrupolo strumentale che mette in discussione (non avendo nessun titolo o competenza per farlo) quanto finora fatto dalla Soprintendenza Regionale.

Così è la stesura della lettera tralasciando le premesse...

pertanto si chiede alla Soprintendenza se ci siano le condizioni e sia opportuno poter procedere e se l'area sia meritevole di nuovi scavi e ricerche che possano portare alla luce ulteriori elementi storici-archeologici importanti e significativi oltre quelli esistenti.

Per il sindaco e l'assessora alla Cultura non basta quanto già documentato dai massimi esponenti della Soprintendenza Regionale relazioni redatte dopo diversi sopralluoghi, vogliono un ulteriore parere ed in maniera assurda richiedono alla Soprintendenza se per il Comune sia opportuno avviare la richiesta al Ministero dei Beni Culturali di classificare l'area di pubblica utilità e richiedere di concedere l'autorizzazione per l’esproprio al Comune, in base al decreto Leg.vo n.42 del 2004. Questa opportunità deve essere valutata esclusivamente dal Comune come decisione politica in quanto la Soprintendenza come organo tecnico ha già fatto tutto ciò che era di sua competenza, ma il tentativo dei due amministratori locali è di agire con la volpe sotto l'ascella, di giocare allo scaricabarile sperando di dilatare i tempi per le decisioni a tempo indefinito.

Nella lettera sindaco e assessora alla Cultura mentono parlando di nuovi scavi (la Soprintendenza conosce benissimo di cosa si tratta), la campagna di scavi del 2013 aveva lo scopo di verificare la staticità delle fondazioni della esedra più grande e l'indagine si è limitata ad un metro distante in due lati dell'esedra.

Il secondo intervento con finanziamento del PNRR è stato attivato per il consolidamento della seconda esedra che era in pericolo di crollo e per la sistemazione dell'area adiacente alle due esedre.

In tutti e due i casi suddetti (usando un termine calcistico) il Comune non ha toccato palla.

E siccome voglio dare una mia interpretazione alla lettera assurda, penso che sindaco e assessora alla Cultura abbiano voluto dire che quello che è stato fatto sinora è fin troppo e sono disponibili a fare qualcosa soltanto se la Soprintendenza garantirà che la vera campagna di scavi porterà alla scoperta di statue di bronzo e delle oltre 5.000 monete d'oro, d'argento, di rame e di bronzo come avvenuto a San Casciano dei Bagni, non disdegnando vasi greco etruschi d'importazione dei pittori greci di Micali con autori del tipo di Epiktetos.

Solo così sindaco e assessora alla Cultura concederebbero con magnanimità la loro disponibilità a considerare l'area meritevole di attenzione.

Cittadini Alleronesi compaesani abulici e dormienti, sveglia!

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