opinioni

Interviste e propaganda

giovedì 23 ottobre 2025
di Aldo Sorci

Nell’intervista al Sole24ORE la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto fra l’altro: “Per quanto riguarda il PNRR, le cifre che vengono spesso raccontate sono ben diverse dalla realtà. L’Italia ha ottenuto contributi (gratis! n.d.r.)  per 71,7 miliardi di euro, mentre la Francia 40 miliardi. La differenza è che l’Italia ha aggiunto 123 miliardi di prestiti, per scelta dei governi che ci hanno preceduto, che l’Italia è tenuta a restituire”.

In sostanza, la Presidente dice che Giuseppe Conte fece un errore a prendere prestiti mentre la Francia no. Questo modo di ragionare è superficiale e incompleto. In primo luogo c’è una  ovvia correlazione fra prestiti e contributi a fondo perduto e non credo che avremmo ottenuto 71 miliardi gratis se non avessimo chiesto anche il prestito per finanziare un piano di riforme e investimenti più che necessario, dopo il disastro del Covid che ha colpito duramente  anche l’economia italiana.

In secondo luogo il prestito, come tutti i prestiti, va considerato e valutato alla luce delle condizioni stabilite in termini di rimborso e tasso di interesse. Dunque il capitale “finanziato” (senza gli interessi) attraverso i versamenti dei prefinanziamenti e delle rate da parte della Commissione Europea dal 2021 al 2026, cioè i 123 miliardi, verrà rimborsato in 20 anni, ma a partire dal 2032 fino al 2052!

Discorso diverso è un po’ più complicato riguarda gli interessi che variano in funzione dell’andamento dei mercati e che verranno versati per circa 10 anni su ciascuno dei prefinanziamenti e delle rate annuali  accreditateci dalla Commissione. Il tasso applicato all’Italia è stato e sarà lo stesso ottenuto dalla Commissione Europea sul mercato internazionale, normalmente più favorevole di quanto avrebbe potuto ottenere l’Italia, almeno fino ad oggi e in futuro. E ciò sulla base delle previsioni formulate da più fonti, non solo nel 2020, ma anche negli anni successivi a più riprese dalla Banca d’Italia e nel 2023 dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti: “I tassi dei prestiti del PNRR sono più bassi dei nostri perché si tratta di debito europeo”. (In merito sarebbe opportuno che gli organi competenti rendessero informazioni dettagliate su un tema così importante).

In terzo luogo occorre considerare l’aspetto che io ritengo il più importante e che è ben specificato da una fonte qualificata, cioè il Governo stesso e precisamente alla pagina 119 del Documento Programmatico di Finanza Pubblica 2025, alla tabella III. 3.1 relativa agli impatti positivi delle riforme e degli investimenti del PNRR sul PIL reale dell’Italia. (li riporto per chi fosse interessato: dall’1,3; del 2023, in crescendo progressivo fino al 3,4 nel 2028). Ciò significa chiaramente che senza questo straordinario apporto, il nostro paese sarebbe già in recessione di gravità crescente.

Due considerazioni conclusive. Con un minimo di onestà intellettuale il Governo in carica dovrebbe ringraziare Giuseppe Conte per aver ideato e spinto con alcuni colleghi europei la Commissione per varare i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR) e di aver ottenuto fondi adeguati per il piano italiano.

Quanto al quotidiano il Sole24ORE di cui sono da decenni abbonato, mi dispiace che l’intervistatrice non abbia compreso che era proprio l’intervistata a raccontare senza contraddittorio, concetti completamente fuori dalla realtà. Peccato, perché non pochi giornalisti del 24ORE avrebbero potuto fare molto meglio nell’interesse di tutti, quotidiano, lettori e Presidente del Consiglio. 

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