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C'erano una volta le uscite didattiche...

lunedì 22 settembre 2025
di Pasquale Di Paola

Una vera e propria sgradita novità è in arrivo per gli studenti di tutte le età e di tutte le scuole, che d'ora in avanti rischiano seriamente di vedersi ridurre o addirittura completamente cancellare per sempre una delle attività più amate e attese in assoluto: l'uscita didattica. Chi è stato studente ricorda le uscite didattiche con la propria classe come la pagina più piacevole e divertente del proprio percorso scolastico. Purtroppo, però, le escursioni e le attività extra scolastiche stanno diventando sempre più complesse da gestire e attuare.

Questo fatto non proprio esaltante si inserisce in un contesto, quello attuale, di particolare difficoltà dell’intero sistema scolastico nel nostro Paese. Le risorse a disposizione dell' istruzione sono sempre di meno e le conseguenze non tardano ad arrivare. Parlando di abolizione delle uscite didattiche è corretto sottolineare come almeno per ora questa scelta non riguardi l’intero territorio nazionale ma solo alcune città del Nord.

Apripista di questa iniziativa è stata Bolzano, dove professori e insegnanti di tutti gli ordini e gradi delle scuole cittadine hanno messo in atto un’azione di protesta senza precedenti: la sospensione di tutte le uscite didattiche  per l’intero anno scolastico. Questa scelta radicale e'stata adottata da tutti i docenti al culmine di una crescente frustrazione e disillusione per un sistema scolastico che impone a  loro carico una alta mole di lavoro burocratico non riconosciuto e al contempo un grido di protesta contro uno Stato che non garantisce ai docenti una retribuzione dignitosa e adeguata.

La decisione di bloccare le uscite didattiche è di grande impatto: organizzarle infatti non significa solo accompagnare gli studenti in una visita, ma implica un’enorme mole di lavoro extra: dalla ricerca e prenotazione dei mezzi e delle strutture alla gestione dei pagamenti, alla compilazione di moduli complessi per autorizzazioni e rimborsi. Un compito gravoso che non viene riconosciuto né retribuito, aggiungendosi al carico di lavoro quotidiano che già grava sugli insegnanti. Inoltre accompagnare gli studenti comporta per ogni docente un alto carico di responsabilità a livello legale e di enorme fatica a livello fisico e mentale. 

Con l'assurdità che tale impegno non prevede nessun compenso a causa della normativa in vigore  che qualifica l'accompagnare gli studenti come  una attivita'aggiuntiva non obbligatoria.E di conseguenza non retribuibile. La giusta e sacrosanta protesta dei docenti di Bolzano mette in luce due problemi cronici del sistema scolastico italiano: l’eccessiva burocrazia che sovente soffoca e pone in secondo piano la didattica e gli stipendi vergognosamente  bassi. La gestione della didattica e delle attività curricolari è spesso appesantita da una montagna di carte e procedure, che toglie tempo ed energie all’attività principale dell’insegnamento.

Il salario di un insegnante non è sufficiente a garantire una vita dignitosa, creando un divario insostenibile e umiliante per i lavoratori della scuola in generale tra l’importanza sociale del ruolo e la sua remunerazione. Questa disperata e estrema protesta non riguarda  quindi solo i docenti di Bolzano, ma è un monito per l’intero sistema scolastico italiano.

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