"La classe dirigente perduta"

Con la caduta dei partiti della Prima Repubblica dobbiamo prendere atto della diaspora della vecchia classe dirigente di questo Paese avvenuta senza accorgersene e di colpo evidente alla luce dei fatti odierni. Basta inoltrarsi in qualsiasi ufficio di questo e quell’altro Ente o frequentare consessi politici di qualsivoglia colore o sostanza, per rimanere attoniti e increduli di quello che possiamo ascoltare o affrontare come politici o cittadini a secondo dei casi.
Ma se non bastasse la cosa si evidenzia nel nazionale, inutile fare l’elenco di alcuni ministri attuali o dirigenti di società o relatori culturali. Ci imbattiamo in un'esposizione della lingua a volte povera, a volte grottesca se non incomprensibile ai più. La gente, distratta da altre incombenze della vita reale, tralascia o assiste attonita, salvo ricordarselo al momento elettorale ove invece di scegliere si fa influenzare dall'influencer più esperto.
Insomma siamo al redde rationem intellettuale, ma soprattutto alla mancanza di una guida dirigenziale di livello che ha più volte salvato il Paese da situazioni difficili. L'Umanesimo, inteso come cultura di fondo, è venuto meno, sostituito da Cetto La Qualunque improvvisati e immessi nel mercato senza un'adeguata cultura di sostanza.
Le scuole di partito se ci sono solo per pochi, è scomparso il corso civile nelle scuole, le interrelazioni umane e personali sono state sostituite dai social e dalle tv. Si legge poco, si viaggia poco, la sussidiarietà è un ricordo, il diverso è un problema sia esso un emigrato o un non-etero. Insomma siamo immersi in un mondo che sta divenendo sempre più incomprensibile per le ricette del Novecento, proiettato verso il futuro senza un riferimento culturale di base riferito a scrittori o filosofi del tempo o a politici del tempo che abbiano quell’appeal a cui abbiamo fatto riferimento, almeno fino alla mia generazione.
Resta la speranza di una riconversione delle menti che sappiano reagire allo standby attuale di basso livello, che purtroppo sta creando problemi di crescita non solo a livello nazionale ma anche nel piccolo, stante la crescita di povertà sui territori, stante la deriva culturale in atto nella società, stante la disaffezione del popolo alla politica, stante l’egoismo in crescita nelle società.
Tentativi si intravedono ma la deriva intrapresa sopravanza il più delle volte questi tentativi proprio perché non a tutti arrivano o non comprendono i segnali di negatività che si apprestano a sostituire la vita odierna, ne prendiamo atto al momento di una elezione amministrativa, al momento di un evento culturale e purtroppo ancor più dalle iniziative dirompenti che i governanti del mondo prendono.
Cerco l’uomo! Questa nostra società abbisogna di un nuovo filosofo o scienziato che interpreti la "vita nova" a cui stiamo assistendo, cogliendone le caratteristiche, l’anima e il senso da cui possano attingere tutti i protagonisti delle varie forme espressive: cultura, politica, vita sociale, arte e mestieri.

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