Pendolari "vil razza dannata". Appunti di una storia

Scrivo queste righe per affetto per chi oggi pendola tra Firenze e Roma. L'ho fatto per dieci anni, dal 1994 al 2004. Anche allora costituimmo un Comitato Pendolari, denunciando disagi, ritardi, materiale rotabile vecchio, cambio degli orari, cancellazione di Treni. Sembra non sia cambiato nulla da allora. È cambiata, invece, la politica, quella con la P. maiuscola, una politica che ascoltava, si faceva carico dei problemi che i pendolari segnalavano, Regione, Parlamentari, forze politiche, ascoltavano, in qualche modo si attivavano, persino portandoci in audizione in Commissione Trasporti della Camera. Quel vecchio Comitato Pendolari riuscì perfino a consegnare all'allora amministratore delegato delle F.S., in un'epica trasmissione televisiva un Pinocchio fatto da un artigiano orvietano, "Giuseppe il Pinocchiaro" per le promesse fatte mai realizzate.
Un Comitato Pendolari fatto di competenze, che avanzava proposte che aveva tra Chiusi e Orte, due deputati, due senatori, un vescovo molto attivo, amministrazioni comunali, sindaci autorevoli e una visione del territorio legata alle potenzialità (oggi si chiamano Aree Interne), quali vivibilità, qualità della vita, ambiente, territorio, luoghi ideali dove trasferirsi e vivere, un vero nuovo pezzo di sviluppo. Arrivammo ad essere complessivamente 1500 persone che da Orvieto si spostavano verso Roma. Con l’ingresso dell’Alta Velocità cominciarono i problemi, treni cancellati, qualche ritardo, ma anche grazie a quella Politica, e la capacità negoziale del Comitato riuscimmo ad avere una coppia di Eurostar, con fermata a Orvieto e Chiusi, 45 minuti di percorrenza da e per Orvieto.
Questa situazione durò qualche anno, e fu anche oggetto di vere battaglie, manifestazioni, presidi, conferenze stampa alla stazione Termini, incontri al Ministero, e anche blocco pendolari sui binari. Lotte creative, annunci sui treni, pagamenti supplemento con monetine, occupazioni temporanee di binari. Massimo Ciotti, Enzo Trifici, Ivano Cipri, Giuliano Santelli, Fabiola e Daniele Di Loreto, Daniele Maggi, Carmelo Pagano e molti altri costruirono rapporti con gli altri Comitati, quelli Toscani, quelli della Roma-Napoli, si costituì persino una Consulta Nazionale dei Trasporti. La politica, sì, ma anche il conflitto, le lotte, furono quelle che portarono a quei risultati. Tutto cambiò l’Alta Velocità, la fine dei trasporti come “servizio pubblico universale" la trasformazione e privatizzazione delle F.S. in ferrovie dello Stato S.P.A., fu l’inizio del graduale peggioramento.
Perché stupirsi se oggi tutto è legato al bilancio aziendale alla distribuzione degli utili agli azionisti, l’alta velocità come asset strategico. i pendolari le linee ferroviarie “secondarie” le devono garantire i contratti di servizio dalle Regioni, con i pochi finanziamenti disponibili, gli Intercity sempre meno, e ridotti in tutti i sensi a Regionali o poco più, con tempi di percorrenza da primi anni 60 che si aggirava allora intorno a 1 ora e 50 minuti, siamo tornati a quell’epoca, o forse peggio. E la politica? Oggi, senza partiti, senza classi dirigenti, Orvieto senza rappresentanza nazionale, regionale, conta poco o niente.
Lodevole l’iniziativa dell'assessore regionale Francesco De Rebotti, che almeno ha tracciato un'idea, l'alleanza dell'Umbria con le Regioni Toscana e Lazio e tentativo anche con le Marche, di denunciare, per quanto riguarda la linea Chiusi-Orvieto-Orte la retrocessione del treno 598 in linea Lenta, con l'allungamento del tempo di percorrenza connesso, rendendo ancora più complessa e impegnativa la quotidianità di molti cittadini clienti del servizio di trasporto ferroviario. La Regione Umbria non può accettare il mancato rispetto dell’accordo quadro a suo tempo sottoscritto con RFI, che prevede che tutti treni regionali umbri transitino su linea direttissima.
In tal senso ci rivolgeremo ad ART, Autorità di Regolazione dei Trasporti, insieme alle altre Regioni, chiedendo una verifica sul rispetto dell’accordo in essere. Su Orvieto c’è il tema supplementare dei treni che fanno riferimento alla regione Toscana che, sempre a causa degli interventi attualmente in atto, si attestano il momento ad Orte, determinando ulteriori appesantimenti causati da ritardi, coincidenze complesse e indeterminatezza degli orari.
Tutto questo può bastare? Certo che no, martedì 1° luglio il treno per Roma delle 7.25 avrà a bordo anche i sindaci umbri, toscani, e del Lazio, spero che vi siano anche i giornalisti, per manifestare il loro supporto e condivisione alle proteste dei Comitati Pendolari, insieme si recheranno presso il Ministero dei Trasporti e le F.S. Guardate bene chi ci sarà, e anche a quale forza politica appartengono, si è parlato molto nella mattina di sabato 28 giugno, si è cercato di addossare tutte le colpe in particolare alla Regione Umbria, in carica da meno di un anno, molte presenze dei consiglieri regionali del centrodestra, oggi all’opposizione ma che ha governato per gli scorsi cinque anni senza risolvere alcunchè.
Presenti la sindaca Roberta Tardani e l'assessore Gianluca Luciani (Lega), al quale consiglio di chiamare il ministro dei Trasporti, quello del chiodo, visto che è del suo stesso partito. Rilevo l’assenza di Fratelli d’Italia locale, con un dimesso assessore Andrea Sacripanti in ultima fila della sala. Le distanze spesso hanno un senso.

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